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    Il secondo riguarda gli utili della ‘ndrangheta a Milano riciclati sfruttando tele seicentesche, raccontati da un testimone esclusivo: uno dei mediatori coinvolti nell’operazione e fondatore (attraverso una società panamense) di un trust d’investimento specializzato in arte.

    https://www.dagospia.com/rubrica-2/m...ono-214123.htm

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      Il secondo riguarda gli utili della ‘ndrangheta a Milano riciclati sfruttando tele seicentesche, raccontati da un testimone esclusivo: uno dei mediatori coinvolti nell’operazione e fondatore (attraverso una società panamense) di un trust d’investimento specializzato in arte.

      https://www.dagospia.com/rubrica-2/m...ono-214123.htm
      Non è un gioco di prestigio, ma un castello di carte costruito con sapienza. "Servono una certa energia e fantasia criminali per mettere in piedi uno strumento finanziario che secondo noi non ha nessuna ragione di esistere", dichiarano gli arbitri del tribunale lussemburghese. Il modello di marketing è quello sperimentato nel 2011: si prende un'opera di origine incerta e si organizza una vernissage a Castel Sant'Angelo, con tanto di patrocinio del sovrintendente, annunciando il "Parmigianino ritrovato". Così l'evento ne sancisce l'attribuzione e fa decollare la stima. La proprietà è del solito Dionysos. La mostra è curata dal professore Maurizio Marini, esperto del Seicento scomparso nello stesso anno. Marini però era anche l'amministratore del fondo e, allo stesso tempo, il certificatore che decretava il valore del patrimonio. Un conflitto di interessi da oltre cento milioni che nessuno ha segnalato, fino all'entrata in scena della magistratura.

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        decine di quadri passati dalle mani robuste di De Matteis sono stati al centro della più importante inchiesta sul riciclaggio mafioso nell'arte. Nel catalogo dell'operazione Metallica ci sono anche un paio di presunti Modigliani, usati dalla 'ndrangheta per ripulire soldi sporchi, transitati da un bar della periferia milanese alla galleria veneziana San Marco. Il mercante che ha trattato questa collezione era Sergio Landonio. Oggi il nome dice poco. Ma è stato su tutte le prime pagine quando nell'aprile 2002 un aereo si schiantò contro il grattacielo del Pirellone. Ai comandi c'era Luigi Fasulo, imprenditore dispera- to perché si riteneva truffato da Landonio in una compravendita di opere contemporanee.

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          Mamma Lalla, difesa dall' avvocato Federico Bagattini, è a giudizio per bancarotta fraudolenta ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

          Secondo la Procura di Cuneo, mamma Lalla e gli altri imputati (l' imprenditore Paolo Buono e il commercialista Franco Peretta) avrebbero commesso irregolarità su fatture e note di credito con le quali, in modo apparente, sarebbero riusciti a far quadrare i conti e il bilancio.


          L' inchiesta, nata da alcuni accertamenti dell' Inps, che è stata indicata nel procedimento come parte offesa, è stata condotta dalla Guardia di finanza di Cuneo. Agli atti ci sono le note di credito del valore di decine di migliaia di euro emesse dalla società cuneese che, prima di fallire, avrebbe operato come subappaltante della Eventi6, restituendo una percentuale al committente. Il processo dovrà stabilire se, come sostiene l' accusa, si trattò di una bancarotta o se, cosa che invece sostengono le difese, fu un normale fallimento.

          https://www.dagospia.com/rubrica-3/p...ura-214118.htm

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            https://www.fiscooggi.it/rubrica/giurisprudenza/articolo/si-fa-presto-dire-nota-credito

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              L' emendamento triplicava la reclusione prevista per la frode fiscale (da un minimo di 4 a un massimo di 8 anni) e aumentava quella per l' evasione con l' uso di documenti falsi o operazioni simulate. Il no della Lega fermò il testo, mai depositato. Conte ora riapre la partita, almeno a parole.
              https://www.dagospia.com/rubrica-3/p...ndi-214396.htm

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                Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
                L' emendamento triplicava la reclusione prevista per la frode fiscale (da un minimo di 4 a un massimo di 8 anni) e aumentava quella per l' evasione con l' uso di documenti falsi o operazioni simulate. Il no della Lega fermò il testo, mai depositato. Conte ora riapre la partita, almeno a parole.
                https://www.dagospia.com/rubrica-3/p...ndi-214396.htm


                Poi lui e Conte ci spiegheranno come si fa a mettere in galera i CEO di società con sede in Olanda, Lussemburgo, Irlanda che non hanno nemmeno nominato un rappresentante fiscale in Italia, pur effettuando qui operazioni imponibili.

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                  https://www.dagospia.com/rubrica-29/...cia-214577.htm

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                    L’Agenzia delle entrate ha 36.069 dipendenti. Dal 2000 a oggi ne ha persi circa 10 mila. Con quota 100 altri 1.146 sono pronti a uscire. In più 800 dirigenti, nel 2015, sono stati retrocessi a impiegati perché erano stati promossi internamente senza vincere un concorso. Una via «forzata» anche dal blocco delle assunzioni. Sta di fatto che il loro stipendio è sceso da 3.500 euro a 1.700, e così quelli che avevano prodotto i risultati migliori sono andati ad alimentare i grandi studi di consulenza fiscale che assistono la «concorrenza», e cioè le grandi imprese. E non lo avrebbero mai fatto se la risposta dello Stato non fosse: «ponti d’oro a chi se ne va». Risultato: tagliati i controlli, poiché i servizi allo sportello non possono essere certo sacrificati.

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                      Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio

                      L’Agenzia delle entrate ha 36.069 dipendenti. Dal 2000 a oggi ne ha persi circa 10 mila. Con quota 100 altri 1.146 sono pronti a uscire. In più 800 dirigenti, nel 2015, sono stati retrocessi a impiegati perché erano stati promossi internamente senza vincere un concorso. Una via «forzata» anche dal blocco delle assunzioni. Sta di fatto che il loro stipendio è sceso da 3.500 euro a 1.700, e così quelli che avevano prodotto i risultati migliori sono andati ad alimentare i grandi studi di consulenza fiscale che assistono la «concorrenza», e cioè le grandi imprese. E non lo avrebbero mai fatto se la risposta dello Stato non fosse: «ponti d’oro a chi se ne va». Risultato: tagliati i controlli, poiché i servizi allo sportello non possono essere certo sacrificati.
                      proprio perché spesso l’evasione è di grandi dimensioni. Le Regioni che hanno un dipartimento dedicato sono nove: Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Sicilia, Puglia e Piemonte. Per controllarli tutti possono contare su circa 500 persone. La metà di questi «grandi contribuenti», cioè 1676, si trovano in Lombardia. Per monitorarli il dipartimento dell’Agenzia delle Entrate lombardo ha soltanto 179 persone, di cui 67 dedicati ai controlli sostanziali.

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