i tecnici individuano pronunciati conflitti d’interesse insistenti fra figure apicali della governance aziendale e molte posizioni facilitate per importi significativamente alti e ad andamento fortemente anomalo. Il denaro gira soprattutto sui conti degli “amici”.
Si spende e si spande: pure in cancelleria, con 464mila di “investimento” nel triennio 2003 e il 2005, e forse non è un caso che ci sia un rapporto di affinità tra un membro del cda e l’azionista di maggioranza della società fornitrice. Agli ispettori non sfugge neanche l’affidamento, costato 80mila euro per due anni, a una società esterna della gestione degli archivi cartacei senza una esplicita valutazione dell’opportunità di ricorrere a questa soluzione.
Strage di via d’Amelio, un’altra ombra: tre poliziotti sott’accusa per depistaggio
Chiuse le indagini sul depistaggio circa la strage di Via d’Amelio. Secondo la Procura tre poliziotti “imbeccarono” il falso pentito Scarantino passandogli degli appunti scritti e manovrando le sue dichiarazioni. Ma per coprire chi?
È una di quelle accuse che dovrebbe rimbombare dappertutto perché mina la credibilità dello Stato fin dalle fondamenta e perché riguarda la morte di Paolo Borsellino, uno dei giudici più amati: la Procura di Caltanissetta, diretta da Amedeo Bertone, ha chiuso le indagini sul depistaggio che ha riguardato la strage di via d'Amelio e si prepara a rinviare a giudizio un funzionario di Polizia (Mario Bo, oggi in servizio a Gorizia), e due ispettori (Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo) con la gravissima accusa di avere fabbricato false prove per ottenere una rapida condanna del falso pentito Vincenzo Scarantino partecipando, di fatto, a un "depistaggio di Stato" che per anni ha allontanato la verità sulla morte di Borsellino.
Paradossalmente una riduzione oggi del ruolo dell'’Irpef potrebbe non danneggiare il grado di progressività del sistema complessivo, ma anzi in teoria aumentarlo.
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