annuncio
Comprimi
Ancora nessun annuncio.
L'angolo di ROL
Comprimi
X
-
Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggioMafia Capitale, la deputata Pd Campana sarà indagata per falsa testimonianza: "Bugie nella deposizione al processo" - Il Fatto Quotidiano
Perchè così in genere si risponde....non lo richiesto io, non è di mia competenza, non mi ricordo....se poi si è costretti si mente (ma solo se si hanno adeguate coperture)
----------------->
David Mills è stato corrotto. È quel che conta anche se la manipolazione delle norme sulla prescrizione, che Berlusconi si è affatturato a partita in corso, lo salva dalla condanna e lo obbliga soltanto a risarcire il danno per il pregiudizio arrecato all'immagine dello Stato. Questa è la sentenza delle Sezioni unite della Cassazione. Per comprenderla bisogna sapere che la corruzione è un reato "a concorso necessario": se Mills è corrotto, il presidente del Consiglio è il corruttore.
Per apprezzare la decisione, si deve ricordare che cosa ha detto, nel corso del tempo, Silvio Berlusconi di David Mills e di All Iberian, l'arcipelago di società off-shore creato dall'avvocato inglese. "Ho dichiarato pubblicamente, nella mia qualità di leader politico responsabile quindi di fronte agli elettori, che di questa All Iberian non conosco neppure l'esistenza. Sfido chiunque a dimostrare il contrario" (Ansa, 23 novembre 1999). "Non conosco David Mills, lo giuro sui miei cinque figli. Se fosse vero, mi ritirerei dalla vita politica, lascerei l'Italia" (Ansa, 20 giugno 2008). Bisogna cominciare dalle parole - e dagli impegni pubblici - del capo del governo per intendere il significato della sentenza della Cassazione.
Perché l'interesse pubblico della decisione non è soltanto nella forma giuridica che qualifica gli atti, ma nei fatti che convalida; nella responsabilità che svela; nell'obbligo che oggi incombe sul presidente del Consiglio, se fosse un uomo che tiene fede alle sue promesse.
Dunque, Berlusconi ha conosciuto Mills e, come il processo ha dimostrato e la Cassazione ha confermato (il fatto sussiste e il reato c'è stato), All Iberian è stata sempre nella sua disponibilità. Sono i due punti fermi e fattuali della sentenza (altro è l'aspetto formale, come si è detto). Da oggi, quindi, il capitolo più importante della storia del presidente del consiglio lo si può raccontare così. Con il coinvolgimento "diretto e personale" del Cavaliere, David Mills dà vita alle "64 società estere offshore del group B very discreet della Fininvest". Le gestisce per conto e nell'interesse di Berlusconi e, in due occasioni (processi a Craxi e alle "fiamme gialle" corrotte), Mills mente in aula per tener lontano il Cavaliere da quella galassia di cui l'avvocato inglese si attribuisce la paternità ricevendone in cambio "somme di denaro, estranee alle sue parcelle professionali" che lo ricompensano della testimonianza truccata.
Questa conclusione rivela fatti decisivi: chi è Berlusconi; quali sono i suoi metodi; che cosa è stato nascosto dalla testimonianza alterata dell'avvocato inglese. Si comprende definitivamente come è nato, e con quali pratiche, l'impero del Biscione; con quali menzogne Berlusconi ha avvelenato il Paese.
Torniamo agli eventi che oggi la Cassazione autentica. Le società offshore che per brevità chiamiamo All Iberian sono state uno strumento voluto e adoperato dal Cavaliere, il canale oscuro del suo successo e della sua avventura imprenditoriale. Anche qui bisogna rianimare qualche ricordo. Lungo i sentieri del "group B very discreet della Fininvest" transitano quasi mille miliardi di lire di fondi neri; i 21 miliardi che ricompensano Bettino Craxi per l'approvazione della legge Mammì; i 91 miliardi (trasformati in Cct) destinati non si sa a chi mentre, in parlamento, è in discussione la legge Mammì. In quelle società è occultata la proprietà abusiva di Tele+ (viola le norme antitrust italiane, per nasconderla furono corrotte le "fiamme gialle"); il controllo illegale dell'86 per cento di Telecinco (in disprezzo delle leggi spagnole); l'acquisto fittizio di azioni per conto del tycoon Leo Kirch contrario alle leggi antitrust tedesche. Da quelle società si muovono le risorse destinate poi da Cesare Previti alla corruzione dei giudici di Roma (assicurano al Cavaliere il controllo della Mondadori); gli acquisti di pacchetti azionari che, in violazione delle regole di mercato, favoriscono le scalate a Standa e Rinascente. Dunque, l'atto conclusivo del processo Mills documenta che, al fondo della fortuna del premier, ci sono evasione fiscale e bilanci taroccati, c'è la corruzione della politica, delle burocrazie della sicurezza, di giudici e testimoni; la manipolazione delle leggi che regolano il mercato e il risparmio in Italia e in Europa.
La sentenza conferma non solo che Berlusconi è stato il corruttore di Mills, ma che la sua imprenditorialità, l'efficienza, la mitologia dell'homo faber, l'intero corpo mistico dell'ideologia berlusconiana ha il suo fondamento nel malaffare, nell'illegalità, nel pozzo nero della corruzione della Prima Repubblica, di cui egli è il figlio più longevo.
E' la connessione con il peggiore passato della nostra storia recente che, durante gli interminabili dibattimenti del processo Mills, il capo del governo deve recidere. La radice del suo magnificato talento non può allungarsi in quel fondo fangoso perché, nell'ideologia del premier, è il suo trionfo personale che gli assegna il diritto di governare il Paese. Le sue ricchezze sono la garanzia del patto con gli elettori e dell'infallibilità della sua politica; il canone ineliminabile della "società dell'incanto" che lo beatifica. Per scavare un solco tra sé e il suo passato e farsi alfiere credibile e antipolitico del nuovo, deve allontanare da sé l'ombra di quell'avvocato inglese, il peso di All Iberian. È la scommessa che Berlusconi decide di giocare in pubblico. Così intreccia in un unico nodo il suo futuro di leader politico, responsabile di fronte agli elettori, e il suo passato di imprenditore di successo. Se quel passato risulta opaco perché legato a All Iberian, di cui non conosce l'esistenza, o di David Mills, che non ha mai incontrato, egli è disposto a lasciare la politica e addirittura il Paese. Oggi dovrebbe farlo davvero perché la decisione della Cassazione conferma che ha corrotto Mills (lo conosceva) per nascondere il dominio diretto su quella macchina d'illegalità e abusi che è stata All Iberian (la governava). Il capo del governo non lo farà, naturalmente, aggrappandosi come un naufrago al legno della prescrizione che egli stesso si è approvato. Non lascerà l'Italia, ma l'affliggerà con nuove leggi ad personam (processo breve, legittimo impedimento), utili forse a metterlo al sicuro da una sentenza, ma non dal giudizio degli italiani che da oggi potranno giudicarlo corruttore, bugiardo, spergiuro anche quando fa voto della "testa dei suoi figli".
Commenta
-
"La funzione del comparto riservato era:
1. Esercitare il controllo con interposta persona o fiduciari su quote di partecipazione in emittenti tv che le normative italiane ed estere non avrebbero permesso;
2. Alterare la rappresentazione del bilancio consolidato Fininvest;
3. Detenere quote di partecipazione in società quotate senza informare la Consob e le società partecipate;
4. Detenere quote di partecipazione in società non quotate italiane tramite interposta persona;
5. Erogare finanziamenti tramite terzi;
6. Effettuare pagamenti riservati a terzi;
7. Intermediare tra società del gruppo Fininvest l'acquisizione di diritti televisivi ed interporsi come fornitore di diritti tv;
8) Ricevere fondi da terzi per il finanziamento di operazioni effettuate da Fininvest per conto di terzi".
Commenta
-
Per dare un'idea dell'ordine di grandezza delle cifre, dei suoi protagonisti, vale la pena soffermarsi su quella che la perizia definisce "operazione Mandato 500". Si trattò di un trasferimento di 74 miliardi e 700 milioni di lire in Svizzera tra l'aprile '91 e il gennaio '92, con accreditamento su All Iberian per la realizzazione di "operazioni riservate". Dell'identità dell'uomo che dispose almeno in parte quell'operazione, la KPMG è certa: "Il mandato di gestione è il numero 500 aperto da Silvio Berlusconi presso la Fiduciaria Orefici, ancorché l'operazione nel suo complesso abbia riguardato altri mandati di gestione fiduciaria conferiti da Silvio Berlusconi a vari intermediari". Ma il denaro - va detto - arrivò in Svizzera anche "con operazioni di spallonamento e di compensazione sul conto di All Iberian".
Commenta
-
Voluntary disclosure tra rischio flop e allarme riciclaggio. "Aderire non conviene". "I mafiosi corrono in banca" - Il Fatto Quotidiano
Il provvedimento annunciato dal governo per far riemergere i contanti detenuti in nero è poco appetibile, secondo il tributarista Di Tanno, perché lo Stato"non ha sufficiente potere di intimidazione" verso chi non li denuncia. David Gentili di Avviso pubblico, presidente dell'antimafia milanese: "Attenzione ai prestanome dei clan". Il ministro Padoan: "Andranno in galera, a controllare penserà l'Agenzia delle entrate"
ahahaahahahahhhahahahahahahahahahhahaahahhaah
Commenta
-
Non bisogna sottovalutare le intelligenze delle associazioni criminali, che probabilmente staranno riempendo cassette di sicurezze intestate a insospettabili prestanome, gente di spessore, già titolari di patrimoni consistenti in modo da non destare sospetti quando il contenuto di quelle cassette di sicurezza sarà svelato al Fisco per essere immesso nei canali puliti”
Commenta
-
“Al contrario è molto più probabile che una quantità di denaro così ingente arrivi da attività criminali. È per questo che bisogna capire che tipo di strategie di controllo saranno messe in atto”. Una delle ipotesi al vaglio del Ministero del Tesoro è il coinvolgimento degli intermediari, e cioè le banche, per certificare la provenienza del contenuto delle cassette di sicurezza. “Certo si può pensare che le banche segnalino le aperture anomale di cassette di sicurezza da luglio – e cioè quando si è cominciato a ipotizzare di una seconda tranche della voluntary – a oggi.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Commenta
-
Il Gafi conferma: “Operazione a rischio riciclaggio” – Un allarme, quello di Gentili, che è condiviso anche dal Gafi, il Gruppo di azione finanziaria internazionale. Nelle linee guida per soggetti designati in tema di voluntary disclosure, stilato dall’Agenzia d’informazione finanziaria nel luglio del 2015, si legge infatti che il Gafi “riconosce un rischio potenziale associato a tali programmi, in relazione a fenomeni quali il riciclaggio e/o il finanziamento del terrorismo”. Come fare dunque per evitare che il Voluntary Disclosure si trasformi in una mega operazione di riciclaggio? È sempre il Gafi a spiegarlo: “Nell’ambito degli obblighi di adeguata verifica, qualora il cliente aderisca al programma di Vd, i soggetti designati dovrebbero acquisire la documentazione fiscale – ovverosia la copia con la ricevuta di inoltro della istanza telematica inviata all’Agenzia delle Entrate della Repubblica Italiana – e svolgere una specifica attività di approfondimento.
Commenta
-
“L’Agenzia ha un problemaorganizzativo, è in grave sofferenza perché su 800 dirigenti 700 sono stati retrocessi (dopo che laConsulta ne ha dichiarato illegittima la nomina senza concorso, ndr) e molti se ne sono andati a lavorare nel privato. Gli altri sono abbondantemente demotivati“. Insomma, la struttura guidata da Rossella Orlandi non è certo nella forma ideale per far sentire “la sua presenza e capacità di procedere a accertamenti, sequestri e confische“. Senza quella spada di Damocle, è l’idea che si è fatto il fiscalista, difficile che i titolari dei circa 2 milioni di cassette di sicurezza messe a disposizione dalle banche italiane decidano di sottoporsi a un prelievo forfettario per mettersi in regola.
Commenta
-
Dario Stevanato @d_stevanato
Ma chi sarà così masochista da fare la voluntary sul contante? In che mondo vivono gli esponenti del governo?
Dottore...i mafiosi per esempio?
Commenta
Commenta