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L'angolo di ROL
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Funzionario del Comune di Isola Capo Rizzuto, Pasquale Arena è ritenuto il gestore occulto degli affari della cosca, l’uomo che curava gli interessi economici della famiglia e che era riuscito, attraverso una fitta rete di società tedesche, svizzere e della Repubblica di San Marino, a far entrare la famiglia mafiosa nel business delle energie rinnovabili. Le società estere, infatti, detenevano formalmente le quote sociali di altre tre società con sede a Crotone e Isola. Un sistema di scatole cinesi che ha consentito a Pasquale Arena di ottenere le autorizzazioni da parte degli enti locali e di realizzare e avviare, per conto della cosca, il parco eolico “Wind Farm” con 48 aerogeneratori e diverse opere accessorie.
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LE INGERENZE DI PASQUALE ARENA Pasquale Arena si serviva di una fitta rete di società estere (con sede in Germania, Svizzera e Repubblica di San Marino) detentrici formali delle quote sociali di tre società aventi sede a Crotone e Isola Capo Rizzuto. Attraverso questo sistema aveva avviato e realizzato, per conto e nell'interesse della cosca, il parco eolico "Wind Farm".
Nel corso dell'indagine penale il parco era stato sequestrato, salvo poi essere restituito in seguito ad alcuni ricorsi presentati dai formali intestatari dei beni.
Le successive indagini economico patrimoniali, coordinate dal procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, dall'aggiunto Vincenzo Luberto e da sostituto, Domenico Guarascio, hanno consentito di ricostruire, attraverso riscontri documentali e bancari, un patrimonio ricchissimo nascosto da una rete di società e cessioni di quote, create con lo scopo di occultare la reale riconoscibilità del parco eolico.
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