Al termine della requisitoria durata cinque udienze, il procuratore Amedeo Bertone, che insieme ai pm Stefano Luciani e Maurizio Bonaccorso rappresenta la pubblica accusa, ha sollecitato pene pesanti per cinque dei sei imputati. Alla sbarra, oltre a Montante,Gianfranco Ardizzone, ufficiale della Guardia di Finanza, per il quale sono stati chiesti quattro anni e sei mesi, Marco De Angelis, funzionario della questura di Agrigento, per il quale vengono chiesti sei anni e undici mesi di carcere, Andrea Grassi, attuale questore di Vibo Valentia, a due anni e otto mesi di reclusione, Diego De Simone, responsabile security di Confindustria, per il quale la procura chiede sette anni e un mese di carcere. Sono tutti accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla rivelazione di notizie coperte dal segreto d’ufficio, al favoreggiamento.
Entrambi hanno ammesso le contestazioni raccontando anche nuovi episodi delittuosi che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di altre quattro persone: il magistrato Luigi Scimè, ex pm a Trani ed ora in servizio a Salerno, l’avvocato Giacomo Ragno, Savino Zagaria, cognato di Savasta, e Martino Marancia
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