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Il valigione del tirocinante

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    1. Dividendi provenienti da paesi “black list”

    Per i dividendi e le plusvalenze provenienti da paesi “black list”, nel caso di dimostrazione della condizione di cui all’art. 167, c. 5, lett. a) del Tuir (svolgimento di effettiva attività commerciale da parte della controllata CFC), viene riconosciuto uno specifico credito di imposta.
    Inoltre, nel caso in cui il contribuente, pur in assenza di specifico interpello, ovvero, in caso di risposta non affermativa, voglia comunque far valere la sussistenza della seconda esimente di cui all’art. 167, c. 5 Tuir (mancato conseguimento dell’effetto di localizzare i redditi in un paese “black list”), deve segnalare in via specifica i relativi redditi in dichiarazione. Nel caso di mancata o incompleta indicazione dei redditi provenienti da “black list”, si applica la nuova sanzione pari al 10% dei dividendi e delle plusvalenze conseguiti dal soggetto residente e non indicati (con un minimo di Euro 1.000 ed un massimo di Euro 50.000).

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      1. Deducibilità degli interessi passivi

      Deducibilità degli interessi relativi a finanziamenti garantiti da ipoteca contratti per la costruzione o l’acquisto di immobili destinati alla locazione
      È stato precisato l’ambito di applicazione della norma agevolativa avente ad oggetto la deducibilità degli interessi passivi relativi a finanziamenti garantiti da ipoteca contratti per l’acquisto o la costruzione di immobili destinati alla locazione. Viene chiarito che il beneficio spetta alle società immobiliari (i) il cui valore dell’attivo sia composto per almeno il 50% dal valore normale degli immobili destinati alla locazione e (ii) i cui ricavi siano rappresentati per almeno i due terzi da canoni di locazione. Per le società che rispettano i citati requisiti, i suddetti interessi passivi risultano interamente deducibili, non concorrendo al computo della franchigia ordinaria (30% del ROL).
      Nuove regole per il computo del ROL
      Abrogata la facoltà di operare il cd. “consolidato virtuale” con i ROL relativi alle controllate estere. Tuttavia l’abrogazione viene bilanciata dall’inserimento, ai fini del calcolo del ROL, dei dividendi relativi a partecipazioni detenute in società non residenti sottoposte a controllo di diritto.
      Interessi su titoli obbligazionari
      Abrogata la normativa specifica sulla deducibilità degli interessi obbligazionari (cd. Legge Prodi) che divengono pertanto soggetti agli ordinari limiti di deducibilità previsti dall’art. 96 Tuir.

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        1. Inapplicabilità diretta del «valore normale» accertato in materia di registro ed ipo-catastali ai fini IRES ed IRAP

        Esclusa la facoltà per l’Amministrazione Finanziaria di operare accertamenti IRES ed IRAP fondati esclusivamente sul “valore normale” di cessione di immobili o aziende (o del trasferimento di diritti reali diversi da quello di proprietà), così come dichiarato dalle parti, o accertato ai fini delle imposte di registro ed ipo-catastali.

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          1. Spese di rappresentanza

          Innalzate le franchigie per la deduzione delle spese di rappresentanza (1,5% per ricavi fino ad Euro 10 milioni; 0,6% fra 10 e 50 milioni; 0,4% oltre i 50 milioni).
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            Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
            1. Spese di rappresentanza


            Innalzate
            le franchigie per la deduzione delle spese di rappresentanza (1,5% per ricavi fino ad Euro 10 milioni; 0,6% fra 10 e 50 milioni; 0,4% oltre i 50 milioni).



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            ELENCO DELLE FATTISPECIE RIENTRANTI FRA LE SPESE DI RAPPRESENTANZA

            a) le spese per viaggi turistici in occasione dei quali siano programmate e in concreto svolte significative attività promozionali dei beni o dei servizi la cui produzione o il cui scambio costituisce oggetto dell’attività caratteristica dell’impresa;

            b) le spese per feste, ricevimenti e altri eventi di intrattenimento organizzati in occasione di ricorrenze aziendali (ad esempio anniversari della nascita azienda) o di festività nazionali o religiose (ad esempio cena di Natale);

            c) le spese per feste, ricevimenti e altri eventi di intrattenimento organizzati in occasione dell’inaugurazione di nuove sedi, uffici o stabilimenti dell’impresa (ad esempio, spese per inaugurazione di una nuova filiale dell’azienda);

            d) le spese per feste, ricevimenti e altri eventi di intrattenimento organizzatiin occasione di mostre, fiere, ed eventi simili in cui sono esposti ibeni e i servizi prodotti dall’impresa;

            e) ogni altra spesa per beni e servizi distribuiti o erogati gratuitamente, ivi inclusi i contributi erogati gratuitamente per convegni, seminari e manifestazioni simili il cui sostenimento risponda ai criteri di inerenza.

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              ....Un «mistero» sul quale vuole fare luce la Guardia di finanza la quale sospetta che dietro quelle spese si nascondano regali fatti ai medici per invogliarli a prescrivere determinati prodotti. Uscite che aumentano il costo dei farmaci e quindi la spesa sanitaria nazionale. Computers, telefonini, apparecchi medicali, ma soprattutto viaggi per partecipare a congressi in località esotiche, che in realtà sono vere e proprie vacanze-premio: gli investigatori della Gdf hanno usato anche metodi di «intelligence» per accertare quello che le case farmaceutiche passano ai medici. Se tra dottori e azienda scatta un accordo che penalizza i prodotti di altre case, questa attività illegale in termini tecnici si chiama «comparaggio». Si rischia fino ad un anno di arresto. Analizzando i bilanci di sette tra le principali imprese del settore, tra cui alcune multinazionali, agli occhi degli uomini della Gdf sono balzate quelle percentuali nelle uscite esageratamente alte, tra il 4,5 e il 7%. Un' azienda lo scorso anno ha speso 13 milioni di euro in congressi, un' altra ha dovuto sopportare un costo di due milioni di euro per misteriose spese di rappresentanza, un' altra ancora ha sborsato 5 milioni solo per viaggi. Il sospetto di «comparaggio» è talmente forte che la Gdf ha deciso di acquisire gli elenchi di tutti i medici che hanno beneficiato dei regali delle case farmaceutiche. Si tratta di alcune migliaia di nomi che saranno incrociati con i dati presenti negli archivi del servizio sanitario nazionale che riguardano le prescrizioni.

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                pochi cenni su competenze e controlli......(meglio nelle dispense...spero)
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                  Il fair value, mirando ad allineare il valore delle poste contabili con quello mediamenteespresso dal mercato, sottintende una logica di valutazione più aggressiva,che potrebbe portare a temporanee o permanenti sopravalutazioni degli impieghi e ad un conseguente annacquamento del capitale. La rideterminazione dei valori trova infatti contropartita in una riserva nel patrimonio netto appositamente costituita.Si tratta di un eventuale effetto distorsivo che potrebbe essere innescato da errori di valutazione o da comportamenti poco trasparenti e che, di fatto, influisce sensibilmente sull’analisi del bilancio di esercizio. Si pensi, ad esempio, alle conseguenze di una rideterminazione al fair value delle attività sugli indici di autonomia finanziaria e sul debt/equity; il patrimonio netto,per effetto della riserva, si incrementa e la dotazione di mezzi propri risulta più elevata.Conseguentemente entrambi gli indicatori, a parità di altre condizioni, migliorano,in quanto il peso del capitale di terzi sul totale delle fonti diminuisce: pertantol’indebitamento appare più contenuto e viene registrata una situazione nel complesso più equilibrata. Se la valorizzazione al fair value non è corretta, si rischia peròdi trarre conclusioni erronee sulla composizione dei finanziamenti, che costituisce una delle variabili critiche da tenere sotto controllo.L’indice di copertura delle immobilizzazioni, invece, non subisce variazioni, inquanto impieghi e patrimonio netto subiscono lo stesso incremento; parzialmente penalizzato può invece risultare il turnover in quanto, a parità di fatturato, gli impieghi aumentano e dunque si riduce l’indice di rotazione complessivo
                  Ultima modifica di ROL; 16-11-2015, 13:30.

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                    Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
                    Il fair value, mirando ad allineare il valore delle poste contabili con quello mediamenteespresso dal mercato, sottintende una logica di valutazione più aggressiva,che potrebbe portare a temporanee o permanenti sopravalutazioni degli impieghi e ad un conseguente annacquamento del capitale. La rideterminazione dei valori trova infatti contropartita in una riserva nel patrimonio netto appositamente costituita.Si tratta di un eventuale effetto distorsivo che potrebbe essere innescato da errori di valutazione o da comportamenti poco trasparenti e che, di fatto, influisce sensibilmente sull’analisi del bilancio di esercizio. Si pensi, ad esempio, alle conseguenze di una rideterminazione al fair value delle attività sugli indici di autonomia finanziaria e sul debt/equity; il patrimonio netto,per effetto della riserva, si incrementa e la dotazione di mezzi propri risulta più elevata.Conseguentemente entrambi gli indicatori, a parità di altre condizioni, migliorano,in quanto il peso del capitale di terzi sul totale delle fonti diminuisce: pertantol’indebitamento appare più contenuto e viene registrata una situazione nel complesso più equilibrata. Se la valorizzazione al fair value non è corretta, si rischia peròdi trarre conclusioni erronee sulla composizione dei finanziamenti, che costituisce una delle variabili critiche da tenere sotto controllo.L’indice di copertura delle immobilizzazioni, invece, non subisce variazioni, inquanto impieghi e patrimonio netto subiscono lo stesso incremento; parzialmente penalizzato può invece risultare il turnover in quanto, a parità di fatturato, gli impieghi aumentano e dunque si riduce l’indice di rotazione complessivo



                    In relazione all’ambito penale, si evidenzia, innanzitutto, come per la fattispecie di dichiarazione infedele il nuovo comma 1-bis dell’art. 4 del DLgs. 74/2000 disponga che, ai fini della configurabilità del delitto, non si tiene conto della non corretta classificazione, della valutazione di elementi attivi o passivi oggettivamente esistenti, rispetto ai quali i criteri concretamente applicati sono stati comunque indicati nel bilancio ovvero in altra documentazione rilevante ai fini fiscali, della violazione dei criteri di determinazione dell’esercizio

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                      http://www.fiscooggi.it/files/u5/ras...5.11.16_05.pdf

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