Le speranze degli evasori fiscali si fondano sul principio del “favor rei” garantito dall’articolo 2 del Codice Penale, secondo il quale “nessuno può essere punito per un fatto che, secondo una legge posteriore, non costituisce reato; e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali“. Ora, in base al contestato articolo 19 bis inserito nel decreto di attuazione della delega fiscale, i reati fiscali di evasione e frode sono depenalizzati se l’Iva o l’imposta sul reddito evasa non superi la "modica quantità" (come i tossici ....:-) rispettivamente dell’imposta sul valore aggiunto o dell’imponibile dichiarato”. E, qualora l’evasione fiscale, per la quale truffatori ed evasori sono stati condannati risultasse al di sotto della soglia della "modica quantità" di non punibilità, in virtù del combinato disposto di di decreto fiscale e codice penale, costoro potrebbero chiedere la revoca della sentenza di condanna e di conseguenza chiedere anche la caduta degli effetti della legge Severino che a quella condanna sono legati: come ad es ineleggibilità a cariche politiche.
Quell'"atteggiamento della strada più breve, più comoda per guadagnarsi la vita...». E invece «Dio ci ha comandato di portare il pane a casa col nostro lavoro onesto! ."
" Forse educati in collegi costosi, forse cresciuti in ambienti colti, avevano ricevuto dal loro papà, come pasto, sporcizia, perché il loro papà, portando pane sporco a casa, aveva perso la dignità. "
Bisogna "contrappone alla «furbizia mondana» quella «cristiana», una «furbizia tra virgolette» che «permette di fare le cose un po svelte ma non con lo spirito nel mondo»: nel senso in cui Gesù «ci ha detto di essere astuti come serpenti e puri come le colombe»; mettere «insieme» queste due caratteristiche «è un dono dello Spirito Santo»
"Questa povera gente che ha perso la dignità nella pratica delle tangenti porta con sé non il denaro che ha guadagnato, ma la mancanza di dignità. Preghiamo per loro»
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