Originariamente inviato da GiòGiòAE
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Al concorso precedente era possibile ricavare il punteggio applicando la seguente relazione lineare (che valeva, però, solo dal 21,00 in poi):
y = 13,638 + 0.01636(x)
in cui y: voto in trentesimi e x: voto in millesimi.
Arrotondando i risultati ottenuti alla seconda cifra decimale si ottenevano tutti i punteggi della tabella. Ed a molti voti corrispondevano punteggi differenti. Es.:
451,00 -> 21,01636 = 21,02
451,50 -> 21,02454 = 21,02
Le 2 proposte per questo concorso non fanno nulla del genere.
Una, semplicisticamente, associa al 30,00 il massimo, cioè 800,00 e poi prosegue a scalare (cioè 29,99->799,50; 29,98->799,00; 29,97->798,50; ecc.) fino a 360,00->21,00 in maniera univoca, cioè ad ogni punteggio un unico voto e viceversa, mentre abbiamo visto che l'altra volta non fu così. La domanda è: perchè non hanno fatto così anche al concorso precedente?
L'altra tabella addirittura, associa ai voti in trentesimi dei punteggi che non si sarebbero mai potuti ottenere (es. 21,17->368,33: come si faceva a prendere 368,33?).
L'unico discorso da fare, con gli elementi CERTI che si hanno in mano, è il seguente.
Ipotizzare che la numerosità dei concorrenti e le loro caratteristiche medie sia simile nei due concorsi.
Quindi, si prendono i risultati del concorso precedente (in Emilia-Romagna) e si nota che il 165° della graduatoria dopo la prova oggettiva tecnico-professionale aveva un voto che corrispondeva a 100 risposte date di cui 72 giuste e le rimanenti sbagliate. Questo significa che il limite per accedere era sbagliare non più del 28% delle domande.
Per l'ipotesi fatta (uguaglianza delle distribuzioni dei concorrenti), è possibile affermare che questa percentuale di errori è da considerarsi come il limite più probabile anche stavolta.
In ultimo si nota che il 28% di 80 è 22,4.
Quindi con 22-23 domande sbagliate ed il resto esatte si è al limite dell'insieme degli ammessi.
Senza tabelle e senza altri vani artifizi.
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