Non ho certo le credenziali giuste per prendere parte a questa discussione, dal momento che quello che andrò a sostenere a Maggio è il mio PRIMO concorso (di qualsiasi tipo un concorso possa essere)! Ma ritengo sia interessante la discussione, non tanto per come è stata posta, quanto per una valutazione più generale sul sistema concorsi in Italia. Non avendo esperienza diretta in materia, non posso stabilire una mia personale "classifica" tra peso delle raccomandazioni (ché poi la fattispecie è piuttosto ampia, visto che comprende favoritismo, nepotismo, clientelismo, baronaggio, oltre che semplici amicizie o conoscenze nelle sfere che contano) e peso dei meriti! Credo che le prime esistano e siano croniche e insiste nel sistema Italia e credo che i secondi pure esistano altrimenti non ci resterebbe che fondare una di quelle sette da suicidio collettivo! Ma esistono altre valutazioni... Al mio primo concorso noto una mostruosa vaghezza e genericità nel contenuto del bando, noto una sconcertante sproporzione tra materie funzionali all'impiego che i vincitori andranno a ricoprire e materie da tappezzeria, messe là solo perché il concorso è pubblico, siamo il paese dello "ius" e della burocrazia e via dicendo.. Queste sono certamente cose che non incoraggiano. Il Ministero presso il quale concorro (MiBAC) non fa un concorso da quasi trent'anni, signori... in pratica, è il primo concorso dell'era moderna! Quindi, trovo assurdo che non fughi i legittimi dubbi dei tanti partecipanti con delle indicazioni più dettagliate e precise, sia sulle mansioni che, sopratutto, sulle materie di studio! In più, chiami il punto di contatto messo a disposizione e con straordinaria puntualità un giorno ti dicono una cosa e il giorno dopo il contrario! Insomma, c'è gente che ha ben donde di lamentarsi, che ha fatto decine di concorsi e si è sacrificata, quindi non è mia intenzione fare il querulo da "matricola", per così dire.. Ma forse proprio chi è alle prime esperienze ha un occhio meno "condizionato" e più vigile, affrontando un universo nuovo! Trovo eccessiva la mole di lavoro teorico da affrontare, ritengo che il futuro dell'istruzione e dei concorsi debba orientarsi sempre più in senso pratico-operativo, che debba essere profondamente riformato il sistema! Mi spiego: concorsso per un posto di assistente alla vigilanza, accoglienza, comunicazione e sorveglianza al pubblico presso gli istituti culturali del MiBAC.. beh, dizione forbita ed elegante, diciamo "moderna", per "custode", in una parola... Ebbene, ho pensato di avere le traveggole agli occhi quando ho letto le materie da studiare... soprattutto per la prova orale (già sarebbe un sogno superare quella scritta, per l'intanto): diritto penale, diritto pubblico, diritto privato, diritto comunitario! Ho riso per non piangere... Per me queste sono le follie, questi i paradossi: l'assoluta non funzionalità degli studi, il totale scollegamento tra università e mondo dei concorsi! Sto per laurearmi in Conservazione dei Beni Culturali, adoro l'arte, i musei e la cultura... e per un concorso indetto dal Ministero che dà nome al mio corso di laurea mi vedo immensamente sfavorito rispetto a chi ha frequentato Giurisprudenza????? Per svolgere mansioni di accoglienza al pubblico in un luogo di cultura devo conoscere il diritto penale, pubblico e privato???? Ma non sarebbe meglio organizzare concorsi convenzionati direttamente con questi istituti di cultura, che prevedano un corso di formazione sull'arte e sull'istituto??? Non sono più importanti l'eloquio, la capacità di comunicare con la gente, il garbo e la disponibilità per questa mansione che non delle inutili nozioni e degli insensati mattoni di diritto??? Eppure, tra le materie (arte, conoscenza degli istituti della Regione, inglese, informatica e varie branche di diritto)... la bilancia pende a favore di queste ultime almeno del 75%, sia allo scritto che all'orale! E nella mia facoltà la giurisprudenza non si fa, ci sono solo due esamini da 4 crediti sulla legislazione dei beni culturali, tutti complementari e non caratterizzanti!!! Ecco, prima ancora che occuparmi della "querelle" raccomandati-gente che si è fatta il ****... io punto il dito verso questi insondabili misteri del sistema Italia, dove tutto è prassi, burocrazia, nozione, teoria, immobilismo cattedratico... mentre i tempi di oggi vogliono pragmatismo, operatività, formazione sul campo!!!!
Detto questo, va da sé che bisogna fare sacrifici! Uno che, come me, viene da 20 anni di studio matto e disperatissimo ai massimi livelli e si trova a dover studiare ancora non è certo invogliato e stimolato, perché vorrebbe impiegare e mettere ciò che ha imparato con profitto al servizio di un qualcosa di operativo.. E invece ancora teoria, teoria, teoria... che non è manco funzionale all'impiego, ma serve solo a scremare i concorsisti.. Ma dico io... ma "scremateli" sull'arte, sulla storie delle collezioni, sull'inglese, sull'informatica... non su queste inutili materie forensi (eccezion fatta per la sicurezza sul lavoro, che è funzionale all'impiego) dove è facile azzeccare i garbugli e dove chi non ha la "forma mentis" è tremendamente svantaggiato in partenza. Queste sono le mie osservazioni, poi negli anni a venire avrò modo di dire la mia su raccomandati e compagnia..
Infine, ho letto che qualcuni ha scritto che la prova più complicata di un concorso è quella pre-selettiva... ehm... Forse non tutte sono uguali, ma che sappia io ormai queste prove sono semplicemente diventate uno sforzo mnemonico, visto che la maggior parte dei Ministeri (parlo di concorsi pubblici) mette a disposizione l'archivio dei quesiti da cui verranno estrapolati poi i quiz ufficiali... Ho deciso di partecipare al concorso a cuor leggero, per fare un'esperienza.. Mi sono messo a studiare le 4.000 domande due settimane prima della data della prova, non più di un paio di ore al giorno.. E ho passato la prova! Secondo me, il difficile è ben altro, ehehe... sono le prove effettive del concorso, altro che... Anche perché sono quelle più aleatorie e meno "scientifiche" in termini di valutazione, studio matto a parte.. Se sbagliano a conteggiarti i quiz, tu accedi agli atti e puoi sempre fare ricorso... e devono pure darti ragione! Ma allo scritto che ne sai che criterio di valutazione adottano! Puoi fare un lavoro eccelso e non passare senza manco sapere il perché...
Scusate la lunghezza, eheheh.. poi posterò la mia esperienza, magari
Detto questo, va da sé che bisogna fare sacrifici! Uno che, come me, viene da 20 anni di studio matto e disperatissimo ai massimi livelli e si trova a dover studiare ancora non è certo invogliato e stimolato, perché vorrebbe impiegare e mettere ciò che ha imparato con profitto al servizio di un qualcosa di operativo.. E invece ancora teoria, teoria, teoria... che non è manco funzionale all'impiego, ma serve solo a scremare i concorsisti.. Ma dico io... ma "scremateli" sull'arte, sulla storie delle collezioni, sull'inglese, sull'informatica... non su queste inutili materie forensi (eccezion fatta per la sicurezza sul lavoro, che è funzionale all'impiego) dove è facile azzeccare i garbugli e dove chi non ha la "forma mentis" è tremendamente svantaggiato in partenza. Queste sono le mie osservazioni, poi negli anni a venire avrò modo di dire la mia su raccomandati e compagnia..
Infine, ho letto che qualcuni ha scritto che la prova più complicata di un concorso è quella pre-selettiva... ehm... Forse non tutte sono uguali, ma che sappia io ormai queste prove sono semplicemente diventate uno sforzo mnemonico, visto che la maggior parte dei Ministeri (parlo di concorsi pubblici) mette a disposizione l'archivio dei quesiti da cui verranno estrapolati poi i quiz ufficiali... Ho deciso di partecipare al concorso a cuor leggero, per fare un'esperienza.. Mi sono messo a studiare le 4.000 domande due settimane prima della data della prova, non più di un paio di ore al giorno.. E ho passato la prova! Secondo me, il difficile è ben altro, ehehe... sono le prove effettive del concorso, altro che... Anche perché sono quelle più aleatorie e meno "scientifiche" in termini di valutazione, studio matto a parte.. Se sbagliano a conteggiarti i quiz, tu accedi agli atti e puoi sempre fare ricorso... e devono pure darti ragione! Ma allo scritto che ne sai che criterio di valutazione adottano! Puoi fare un lavoro eccelso e non passare senza manco sapere il perché...
Scusate la lunghezza, eheheh.. poi posterò la mia esperienza, magari
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