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"Grazie" Berlusca:approvata legge delega:concorsi per soli residenti

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    #41
    Che tristezza ragazzi!!!

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      #42
      Originariamente inviato da harrybosch Visualizza il messaggio
      La "mammella del pubblico impiego" può essere l'unica chance,mio caro,quando incostituzionali limitazioni anagrafiche (limiti di età,per intenderci) poste in essere dagli Enti alla ricerca di personale rendono impossibile la partecipazione ad altre opportunità di lavoro!E il settore privato?,mi dirai certamente. Pirandelliana,o forse sarebbe meglio dire tragicomica,diventa tutta la situazione nel sud Italia,dove all'atavica condizione di depressione ed insufficiente sviluppo imprenditoriale si aggiunge ora,per effetto della congiuntura negativa a livello oramai internazionale,il progressivo sgretolamento delle già scarse attività economiche e di investimento, con un'inarrestabile emorragia di posti di lavoro "tagliati",sospensioni delle attività produttive, cassa integrazione et similia.Credimi,se ci fosse da lavorare da queste parti,col forte attaccamento alle proprie radici insito nella cultura meridionale e nello spirito del "sudista", penso che sarebbero davvero in pochi quelli disposti ad andar via in cerca di fortuna!
      Per quel che concerne i programmi politici e la loro effettiva attuazione,il discorso si farebbe davvero lungo. Dico soltanto che inevitabilmente subiscono stravolgimenti in corso d'opera notevoli,dettati ora dal gioco delle alleanze (indispensabili per il raggiungimento del successo elettorale), ora da ragioni d'opportunità, ora dalla sottile arte del compromesso, ora da necessità e situazioni non preventivabili, ora ancora dagli innumerevoli ostacoli che incontra qualsiasi attività di governo, anche a causa dell'operato delle forze di opposizione, quando, è chiaro,queste si preoccupino di presentare progetti alternativi concreti e non solo di limitarsi alle banali schermaglie e battaglie parlamentari e non.
      Sebbene io non approvi questa iniziativa nel governo (perchè se uno merita deve avere la possibilità sia al nord, sia al centro, sia al sud), ti dico quanto segue,
      Mettiamo che la legge vada in porto....cosa fa la gente al sud? si spara ? Io ho più l'impressione che si tenda a piangersi addosso....Che la situazione lavorativa attuale è e sarà difficile si sa, è cosa ovvia. Ma la situazione è difficile al Sud, così come in ogni dove di Italia.
      Perdipiù, se come dice monnezza, molti voti a favore dell'attuale governo provengono dal sud....beh....allora è un pò come sputare nel piatto in cui si mangia...

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        #43
        Originariamente inviato da deprox Visualizza il messaggio
        Sebbene io non approvi questa iniziativa nel governo (perchè se uno merita deve avere la possibilità sia al nord, sia al centro, sia al sud), ti dico quanto segue,
        Mettiamo che la legge vada in porto....cosa fa la gente al sud? si spara ? Io ho più l'impressione che si tenda a piangersi addosso....Che la situazione lavorativa attuale è e sarà difficile si sa, è cosa ovvia. Ma la situazione è difficile al Sud, così come in ogni dove di Italia.
        Perdipiù, se come dice monnezza, molti voti a favore dell'attuale governo provengono dal sud....beh....allora è un pò come sputare nel piatto in cui si mangia...
        Dovresti rileggere il tutto con maggiore attenzione,perchè penso che tu abbia travisato le mie parole. Vedrò di essere più chiaro:
        Punto 1- Personalmente voto in base alle mie convinzioni politiche e non lasciandomi irretire da seducenti programmi "mari & monti all inclusive" che devono fare i conti con reali difficoltà di attuazione e con tutta una serie di variabili non sempre calcolabili, che inevitabilmente ne cambiano la fisionomia. Lo dimostra la storia dei Governi d'Italia,è sotto gli occhi di tutti.Persino il tanto osannato e atteso Obama negli USA si è dovuto render conto della difficoltà di tradurre in atto il suo programma vincente, con una situazione economica "borderline" sull'orlo del crac finanziario e sempre più ex-impiegati pronti a raccogliere nei loro scatoloni i cocci di una vita lavorativa.Tornando a noi,non vedo in che modo sputerei nel piatto dove mangio,visto che non ho ancora avuto modo di mangiar nulla,né sono tra quelli che credono ai miracoli o ad un premier-Mago Merlino capace dell'impossibile con la sua bacchetta magica (come lo rappresenta Giannelli nelle vignette sul Corsera). Al contrario, nel mio precedente intervento, stigmatizzavo l'italica abitudine di dire "stavamo meglio quando stavamo peggio" e i pentimenti tardivi. Da pragmatico, quale ritengo di essere, non ritenevo affatto che bastasse cambiare un governo per cambiare il mondo e risolvere tutti i mali che lo affliggono! Nè lo si può pretendere,in considerazione delle oggettive difficoltà che incontra l'attuazione di un qualsiasi programma di un qualsivoglia governo.
        Punto 2- E' chiaro che spararsi non può considerarsi una soluzione al problema del lavoro che non c'è (anche se è indubbio-sto celiando- che verrebbe meno il problema di cercarlo). Ma qui al Sud non ci si piange addosso per sport, si piange sul serio! E far finta che tutto vada bene,tacere un malessere economico e sociale a livelli di guardia,ufficialmente rilevato da organi di stampa e di indagine statistica,tirare stoicamente avanti "tanto è così dappertutto" non costituisce una alternativa valida.Né è di conforto sapere che anche al Nord le cose non vanno bene,che insomma "se Atene piange,Sparta non ride". Perché ,dato che il flusso migratorio degli aspiranti lavoratori tende a risalire lo Stivale, significa percepire appieno che al Sud allora siamo prossimi al collasso!
        Penso poi che tu non voglia farti foriero di improbabili tesi "negazioniste" alla Williamson riguardo alla ormai conclamata,secolare ed ufficialmente riconosciuta depressione ecomonica del Sud (rispetto al Nord d'Italia)!

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          #44
          Abbiate pazienza,c'è qua e là qualche refuso dovuto ad errori evidenti di battitura e alla fretta. Spero che il senso del discorso non ne risenta.

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            #45
            Secondo me è molto arduo sostenere che la coalizione di governo fosse disposta ad usare il p.i. come strumento di ausilio sociale per il sud. L'attuale compagine di governo si è sempre detta liberale e liberista; dunque nessuna deformazione progessiva o proteica mimesi dovuta alla durezza della non prevedibile crisi. E' una scelta politica che gli elettori conoscevano e che in illo tempore hanno accettato.
            E' un dato statistico-non ipotetico, se si leggono giornali e siti-che il sud ha votato in massa per partiti di destra, di questa compagine di governo. Pertanto
            io solidarizzo al massimo con chi cerca lavoro e con chi giustamente vorrebbe una certa apertura nelle assunzioni, tanto più che io stesso ho visto in tantissimi enti un bisogno di personale pauroso. Tuttavia prendo atto che da sempre i governi di centro destra hanno bloccato le assunzioni nel p.i. e tagliato lì; nell'ultima tornata si è detto: ogni dieci pensionati ne prenderemo uno nuovo. I meridionali erano stati informati di questa decimazione in sede di campagna elettorale, peraltro pensata non già come tale, ma come strumento di risparmio. Ed hanno approvato. Perciò criticare leggi che provengono da una filosofia sociale che si approva, con l'unico strumento di consenso o dissenso possibile-il voto-in una democrazia, bè mi pare di nuovo pirandelliano, illogico, beckettiano finanche.
            Se siete davvero liberisti non solo dovete prendere atto del coraggio che il premier ha avuto nel fare leggi non populiste, ma anche della sua notevole coerenza col programma esposto. E così col fatto della residenza: avendo approvato-per alligata- la lega, avete approvato anche una maggiore attenzione al collegamento cittadino-territorio.
            Chiaro?

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              #46
              Originariamente inviato da monnezza Visualizza il messaggio
              Secondo me è molto arduo sostenere che la coalizione di governo fosse disposta ad usare il p.i. come strumento di ausilio sociale per il sud. L'attuale compagine di governo si è sempre detta liberale e liberista; dunque nessuna deformazione progessiva o proteica mimesi dovuta alla durezza della non prevedibile crisi. E' una scelta politica che gli elettori conoscevano e che in illo tempore hanno accettato.
              E' un dato statistico-non ipotetico, se si leggono giornali e siti-che il sud ha votato in massa per partiti di destra, di questa compagine di governo. Pertanto
              io solidarizzo al massimo con chi cerca lavoro e con chi giustamente vorrebbe una certa apertura nelle assunzioni, tanto più che io stesso ho visto in tantissimi enti un bisogno di personale pauroso. Tuttavia prendo atto che da sempre i governi di centro destra hanno bloccato le assunzioni nel p.i. e tagliato lì; nell'ultima tornata si è detto: ogni dieci pensionati ne prenderemo uno nuovo. I meridionali erano stati informati di questa decimazione in sede di campagna elettorale, peraltro pensata non già come tale, ma come strumento di risparmio. Ed hanno approvato. Perciò criticare leggi che provengono da una filosofia sociale che si approva, con l'unico strumento di consenso o dissenso possibile-il voto-in una democrazia, bè mi pare di nuovo pirandelliano, illogico, beckettiano finanche.
              Se siete davvero liberisti non solo dovete prendere atto del coraggio che il premier ha avuto nel fare leggi non populiste, ma anche della sua notevole coerenza col programma esposto. E così col fatto della residenza: avendo approvato-per alligata- la lega, avete approvato anche una maggiore attenzione al collegamento cittadino-territorio.
              Chiaro?
              A me sembra che il grosso passo in avanti della coalizione di centrodestra sia stato anche decretato dalla Lega che ha ottenuto un risultato straordinario.
              Il Sud ha votato centrodestra? Certo, ma bisogna anche tener conto della componente di protesta insita in quel voto, un dissenso verso alcuni esempi tragici di gestione locale, penso ad esempio alla situazione campana, che non a caso ha giocato un ruolo determinante a livello nazionale nella disfatta dell'altra coalizione.

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                #47
                Scusa ma come si fa a fraintendere certe cose.

                PDL (e Lega Nord) stravince al sud

                PDL (e Lega Nord) stravince al sud

                PDL (e Lega Nord) stravince al sud

                "In claris non fit interpretatio"


                BUON CAMBIO DI RESIDENZA!

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                  #48
                  Originariamente inviato da lastik Visualizza il messaggio
                  Scusa ma come si fa a fraintendere certe cose.

                  PDL (e Lega Nord) stravince al sud

                  PDL (e Lega Nord) stravince al sud

                  PDL (e Lega Nord) stravince al sud

                  "In claris non fit interpretatio"

                  BUON CAMBIO DI RESIDENZA!
                  Questo è un dato di fatto, tenendo conto anche delle regole del sistema elettorale. "In claris non fit interpretatio"... d'accordo, però potresti anche cercare di capire quello che avevo scritto. Mi pare infatti che la discussione riguardasse l'analisi dei motivi di certi fenomeni elettorali.

                  Quanto al BUON CAMBIO DI RESIDENZA! è una provocazione di bassissimo livello che lascia il tempo che trova.

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                    #49
                    Ma che analisi e analisi... i miei coetanei magari si laureano ma vai a vedere manco sanno parlare l'italiano e magari manco hanno mai letto un libro. Come puoi prentendere che leggano i giornali ogni giorno e sviluppino un pensiero critico, cosa magari anche più importante di una laurea.

                    Un esempio? Oggi si discute in senato riguardo la possibilità di abolire il "valore legale del titolo di studio".
                    Lasciando perdere considerazioni sul contenuto di questa proposta di legge, non è il luogo per stabilire se sia giusto o no, perchè nessuno ne discute? Non dico che voglio che la gente cannibalizzi l'onorevole di pdl che lha proposta, ma almeno parlarne sarebbe giusto. Non credete?

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                      #50
                      alcune precisazioni opportune

                      A me sembra difficile, dalla lettura degli interventi, non convenire con Angelo Panebianco che, in un pezzo pubblicato qualche settimana fa a proposito della vicenda Englaro, poneva l'accento sull'eccessiva politicizzazione (termine brutto quanto il fenomeno che sta ad indicare) che ha fagocitato ogni forma di dibattito ed ogni ambito della nostra vita. Da qualche parte sul Corsera mi pare d'aver letto, con riserva di verifica, che il trend negativo del Milan sia arrivato persino in Parlamento. Non mi stupirebbe se anche il "je accuse" picconatore di Mourinho diventasse presto oggetto di qualche interrogazione parlamentare. Come dire, insomma, che si è passati con nonchalance dalle "chiacchiere da bar dello sport" ai "question time" a Montecitorio.
                      Tutto, voglio dire, viene letto e filtrato attraverso la lente (deformante) dell'ideologia politica, che tutto conforma ad essa, tutto con tale metro misura ed analizza, alla ricerca di possibili crepe e presunte incongruenze nell'argomentare altrui. Anche questa discussione, prendendo una piega decisamente politica, è lentamente scivolata in acque melmose, che ne ostacolano la fluidità e ne contaminano le finalità vere.
                      Sarebbe il caso di riportare il tutto nel suo alveo originario, a tutto vantaggio della comprensione reale del problema, tralasciando l'agone settario per non ereditarne i caratteri distintivi: l'animosità e il pregiudizio di parte. Da quel che desumo dalla lettura di alcuni interventi, sembra quasi che l'espressione democratica di un voto vincoli l'elettore alla supina e totale accettazionedel programma politico prescelto, in ogni suo punto, con tanto di eventuali clausole vessatorie, anche se da questo programma scaturissero orientamenti non chiaramente illustrati in origine e quindi non sempre condivisibili, privandolo inoltre di ogni legittimo diritto di critica, e di monito ai governanti ad osservare scrupolosamente, ma cum grano salis, le direttive e i princìpi ispiratori dell'azione politica per i quali hanno ottenuto fiducia e delega di rappresentanza.
                      Eleggere significa forse concedere carta bianca illimitata, consegnare la gestione della cosa pubblica sic et simpliciter, senza alcuna forma di vigilanza, senza alcuna garanzia?
                      Francamente, non mi sembra.
                      Quanto poi alla vittoria dell'attuale coalizione grazie anche al voto del Sud, è forse da ascriversi a "colpa" del Mezzogiorno? "Ve la siete cercata", sembra essere la filosofia di qualche intervento.
                      E' facile però supporre che un tale risultato elettorale sia stato pure il frutto di un voto di protesta, il segno di una sfiducia nei confornti di chi aveva governato fino ad allora tradendo le aspettative, dopo aver promesso e ripromesso una svolta nuova, energici impulsi all'economia e al mercato, un'equa condivisione delle risorse disponibili, dopo aver finanche vellicato il sogno segreto (ma non troppo) dell'italiano medio: l'abolizione dell'odiosa equazione Nuovo Governo=Nuove Tasse. (Ricordo ancora i manifesti formato 16:9, in campagna elettorale, di quel singolare coacervo che era la coalizione prodiana, che escludevano l'introduzione e l'aumento degli oboli fiscali. E riecheggiano ancora nella mia mente le "perle" inanellate una dopo l'altra dall'ex ministro Padoa Schioppa della serie "Le tasse sono belle [da pagare]", il singolare teorema degli "eterni bamboccioni", causa (e non piuttosto effetto!) di tanti mali, e via lepidamente discorrendo).
                      Il Sud ha votato per il centrodestra, visto evidentemente l'inconsistente approccio ai problemi specifici del Mezzogiorno d'Italia del Governo precedente, troppo preso da litigiosità interne e paralizzato nell'azione da un perdente ordìto di ricatti e compromessi.
                      D'accordo, è vero, ma c'è da fare un distinguo, se è pure vero che molti governi regionali e locali sono tuttora appannaggio del centrosinistra. Mezzogiorno estrema "linea del Piave", "ultima trincea del PD". così si esprime D'Alema sulle pagine del Corsera di sabato 7 marzo, non a caso, pensando alle strategie politiche in vista delle elezioni regionali prossime venture, per preservare "un pezzo determinante" dell'insediamento territoriale del partito. Da tutto ciò discende anche che, considerati sostanzialmente costanti il dato della popolazione italiana e quello del numero di tessere di partito, hanno praticamente votato per l'attuale maggioranza, a livello nazionale, le stesse persone che in passato avevano operato tutt'altra scelta!
                      E allora? C'è forse da scandalizzarsi per questo che è uno dei princìpi sacrosanti delle democrazie occidentali, la libertà di voto? Si scandalizzano forse negli USA, sistema bipartitico d'eccellenza, dove quasi puntualmente si verifica l'alternanza tra repubblicani e democratici nella scelta presidenziale?
                      Dove, in barba alla fede politica e alla tessera d'appartenenza, avviene spesso un consistente travaso di voti dall'una all'altra parte, quando l'immagine ed il programma del proprio candidato non convincono pienamente. Cosa avrebbero dovuto fare gli elettori americani? Tramontata, in un crollo verticale di consensi, l'era del gaffeur texano, forse perseverare masochisticamente nell'errore commesso, d'aver rinnovato il mandato presidenziale ad un repubblicano, ed eleggere un candidato dello stesso partito, che non brillava certo per originalità? O cambiare, invece, drasticamente scegliendone uno praticamente sconosciuto prima d'allora, ma sicuramente più promettente e potenzialmente più innovativo, come Obama?
                      Tornando al nostro orticello, io non so se il Governo attualmente in carica sia propenso o meno ad usare il P.I. "come strumento d'ausilio sociale per il Sud", né l'ho mai ipotizzato o azzardato (non era certamente questo il senso delle mie parole).
                      Quanto alla presenza della Lega, ciò rientra nel già citato gioco delle alleanze, a volte forse tanto improbabili quanto necessarie per sortire l'effetto sperato: il successo elettorale.
                      E' la legge dei numeri, non l'ho inventata né scoperta io!
                      Del resto, chi dall'altra parte dello steccato proclamava inizialmente di voler correre da solo, è incorso ahimè-anzi ahilui- nello stesso peccato veniale, facendo salire sul carro un alleato (IdV) che ha sempre agito, rivendicandolo peraltro, in totale autonomia, così che, alla fin fine, sarebbe difficile stabilire quanto la sua presenza abbia giovato alla causa comune e quanto abbia opportunisticamente "rosicato" in termini di voti.
                      Per quel che riguarda l'oggetto originario del dibattito (limitazione dei concorsi ai residenti), qui non si mettono in discussione i princìpi liberali o liberistici cui l'attuale coalizione si ispira, ma nulla vieta a me-personalmente refrattario a logiche di appartenenza, <di partito> o di <caserma> che siano- o ad altri di esprimere contrarietà o perplessità circa le modalità di attuazione scelte, quando esse insistano su materia delicata quale è la gestione locale della cosa pubblica, spesso al centro di diseducative vicende di corruzione,malaffare e dissesto.
                      Né ritengo che la creazione di un più puntuale legame cittadino-territorio sia di per sé garanzia di assoluta onestà o di maggior rigore e abnegazione.
                      L'esperienza, purtroppo, dimostra molto spesso il contario.
                      La mia non è dunque una critica alimentata da un'incoerenza o contraddizione di fondo, ma l'espressione di una viva preoccupazione sulle modalità, appunto, scelte per regolare la materia <concorsi ed enti locali>.
                      Che insomma non si aggiunga al danno già patito da una sempre più vasta platea di disoccupati la beffa di ulteriori limitazioni che si vadano a sommare ai guasti già esistenti nella gestione delle assunzioni presso gli enti locali, determinati da criteri poco trasparenti e sempre più spesso nepotistici e clientelari.
                      Che non si ricorra, per concludere, a coup de théâtre degni del miglior Molière o che non si debbano "respirare", peggio ancora, atmosfere vagamente kafkiane (piuttosto che scomodare Pirandello e Beckett)!

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