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"Grazie" Berlusca:approvata legge delega:concorsi per soli residenti

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    #61
    Originariamente inviato da drinn27 Visualizza il messaggio
    Non scommetto perché so che purtroppo c'è una larghissima banda di politici che il federalismo non lo vogliono neanche con il binocolo. Peccato perchè secondo me una bella responsabilizzazione non sarebbe stata male nemmeno per gli amministratori e i politici del sud.

    Bossi non mi ha ridotto in nessun modo, tra l'altro non l'ho neanche mai votato, e so che purtroppo andremo incontro a una valanga di ricorsi e che questa legge non avrà certo la strada spianata (a meno di qualche inciucio fra sx e dx, vai a capire le dinamiche).

    Ovviamente quando si parla di territorialità non significa sapere la scorciatoia per il santuario sul picco della montagna. La questione è ben più radicata e profonda, pensavo non ci fosse la necessità di spiegare.

    Sembrava chiara l'ironia,infatti avevo inserito una faccinasulla questione della territorialita'....ma e' proprio questa radicalita' profonda,come la chiami tu,che non va bene,secondo me.Nell'epoca della globalizzazione,del villaggio globale e quant'altro,scusami,mi venite a parlare di (interpetro)territorio,radici,...non vi accorgete che la cosa puzza d'incostituzionalita' da qui in America???

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      #62
      Anche secondo me ci potrebbe essere il rischio di incostituzionalità, però non sono un giurista, quindi non escludo che questa preoccupazione sia infondata o possa essere risolta.

      Per il resto al giorno d'oggi gli Stati nazionali come siamo abituati a intenderli subiscono pressioni da fuori (UE, globalizzazione etc.) e dall'interno (regioni, federalismi, varie spinte per le autonomie), quindi non mi stupisce che convivano queste due anime e queste necessità agli antipodi. Insomma, niente di strano.
      Sono offtopic, sorry

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        #63
        la norma non dice che i concorsi sono banditi ai non residenti, dice solo che a parità di punteggio è preferito un residente che è molto meglio che discriminare per età come è ora, a parità di punteggio mi prendo quello più giovane, ma perché mai!
        Poi se il sistema dei trasferimenti funzionasse come nelle aziende private non credo che ci sarebbero tutti i meridionali che vanno a fare i concorsi al nord. un trasferimento deve seguire una logica economica perchè la pubblima amministrazione non è un ente assistenziale bensì un luogo dove si produce un servizio pubblico pagato dalla collettività, faccio un es.: vinco un concorso a torino, se si libera un posto nella sede di catania chiedo il trasferimento, se non si libera rimango a torino punto. Non come è ora che ho diritto a farmi trasferire se mi sposo, se ho figli se mia suocera sta male , se sono malata e tante motivazioni sociali che alla pubblica amministrazione non debbono interessare, perché è un ente che è finanziato dai cittadini e risponde a loro, non ai dipendenti stessi.
        arriviamo al paradosso che l'agenzia delle entrate di reggio calabria ha 100 impiegati per due imprese e quella della provincia di como 30 impiegati per 150 imprese
        certe leggi nascono perché il sistema concepito correttamente all'inizio poi funziona all'italiana e quindi crolla!

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          #64
          Originariamente inviato da oslo66 Visualizza il messaggio
          Cara Drinn,e' proprio su questo punto che ti sbagli.....il fatto di conoscere i posti meglio di te o di me non c'entra un bel niente!!scommettiamo che,causa una larga e trasversale fetta di parlamentari il federalismo non si fara' MAI?????e ancora,scommettiamo che cosi' come concepito questo mostro giuridico dei residenti si attirera' contro ricorsi,persino a Bruxelles???ma torniamo alla "conoscenza" del posti....e' come dire che il concorso all'AE in Friuli e' roba dei residenti perche'......conoscono piu' di tutti il percorso a piedi per raggiungere l'ufficio,o amenita' del genere.......ma su,ragazzi,il Bossi vi ha conciato cosi' male??e' proprio vero,l'Italia e' fatta,dobbiamo(e sarebbe ora!!)di fare/formare gli italiani



          ibal a tutti(polentoni e terroni compresi)
          .
          A proposito di quest'ultimo punto, è stato pubblicato un interessante articolo in merito, nelle "Lettere al Corriere" (della Sera) a firma di Sergio Romano, dove si partiva proprio da quest'ultima considerazione di Cavour (il "fare gli italiani") per notare come il progetto sabaudo di Unità d'Italia sia oggi logorato e corroso da fiorenti regionalismi e campanilismi, con tanto di velate nostalgie per i "fasti" delle passate dominazioni, straniere e non.

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            #65
            Originariamente inviato da monnezza Visualizza il messaggio
            Premetto che apprezzo moltissimo il linguaggio fiorito di alcuni forumisti ed anzi li invito a scrivere ancor di più, giacchè in alcune culture - nel senso migliore del termine, kultur - si pensa, forse a ragione, che più lungo è il discorso, più è valido.
            Tuttavia mi pare giusto ricordare che il sistema costituzionale si regge sul divieto di mandato imperativo, di talchè, se è vero che il voto dato non è mai "estintivo" dei propri diritti, nel senso che al cittadino rimane sempre un diritto di critica, è pur altrettanto vero che sul piano pratico chi è eletto fa e chi elegge osserva. E' anzi corretto affermare che nel nostro paese gli istituti di democrazia diretta sono sempre stati scarsi e che ora, in nome di un decisionismo di ben nota origine, è difficile anche per chi non è d'accordo in parlamento da parlamentare esprimere il proprio dissenso.
            Ergo: se io voto un partito liberista che dipinge il p.i. come un male necessario da ridurre con opportuni blocchi, non mi debbo rivolgere di preferenza al p.i. come datore di lavoro. Asserire che si può invece farlo è un po' come tenere i piedi in due scarpe oppure desiderare una cosa e chiederne un'altra. Più logico sarebbe fare l'imprenditore, magari creando nuovi posti di lavoro.
            Di contro l'odiatissimo governo prodiano aveva sbloccato le assunzioni; forse a torto, forse no.
            Perciò mi par difficile sostenere che le decisioni in questo forum analizzate siano anomalie di percorso nè è possibile nel sistema parlamentare invocare una sorta di clausola rebus sic stantibus; e in ogni caso, se pacta sunt servanda, bè, il premier, con coraggiosa coerenza, bisogna dirlo, lo sta facendo.
            Se si dice che non è così o si è di fronte all'amore - e allora al cuor non si comanda - oppure alla fede. Ciò che distingue la fede è la completa rinuncia alla razionalità, intesa come metodo incapace di arrivare al vero. E' la tesi di un grande filosofo francese che certamente i sofi di queso forum conoscono.
            Premetto la mia personale gratitudine per il tuo apprezzamento per il linguaggio forbito (più che "fiorito"- mi dà l'idea di un deodorante per ambienti!) fin qui utilizzato. E premetto le mie scuse, per quel che servono, se lo è troppo (ma non posso farci niente, mi viene naturale usare tutto il lessico che conosco quando scrivo qualcosa che non sia un telegramma o un SMS). Premetto che, comunque, non intervengo per fare vetrina o per attirarmi plausi e gratificazioni facili- non è nelle mie corde -ma perché ho il maledetto vizio di dire come la penso, che piaccia o meno non importa, siamo in democrazia e ne sfrutto i vantaggi.
            Tuttavia, tutta questa riconoscenza nei tuoi confronti è viziata in parte da quella sottile, velata ironia riguardo alla lunghezza degli interventi, da me già -non con successo,vedo- giustificata, con cui hai voluto ammantare la tua premessa e che, con un pizzico di rispetto in più per l'altrui pensiero, ti saresti potuto più opportunamente risparmiare.
            Ritengo che un discorso sia valido per i suoi contenuti- se ne ha,è chiaro - e che la sua valutazione prescinda dalla misura in caratteri e righe, usando il metro come dal sarto. Ci sono in giro, del resto, autentici "talenti" capaci di profluvi di parole dove però il senso latita.
            Non penso però che il mio sia il classico "allungare il brodo" per arrotondarne il gusto.
            A parte la tenace persistenza del malinteso, frutto di una tua personalissima interpretazione, relativo ad un uso sfrenato e disinvolto del P.I. come "datore di lavoro" -quasi fosse da solo capace di soddisfare la sterminata richiesta occupazionale -, il tuo linguaggio da fine giurista, impreziosito da un sapiente impiego del "latinorum" e calibrato secondo i precisi standard del "politically correct", è quantomai apprezzabile e degno di rispetto.
            Ciononostante non mi convince. Che ci vuoi fare?...punti di vista!
            Quanto alla parola "fede" -sempre che non sia riferita, con la maiuscola, ad un noto conduttore di telegiornali- per piacere, teniamola di riguardo per cose ben più importanti!!
            Per così futili discorsi, teniamoci pure la tanto inflazionata umana razionalità, e ognuno pensi a sviluppare la propria, senza irriverenti paragoni, come sotto la doccia in palestra!
            P.S. Rimarchevole anche la chiusa del tuo post, con quel gustoso mordace accenno ai "sofi" (o volevi forse dire sofisti?) del forum, spero non una sorta di imbarazzante autocitazione.

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