Sono restio, in genere, ad intervenire troppo spesso sui forum per la tendenza che si ha a scrivervi d'impulso.
Però, leggo queste cose e mi sento usato. Ero sotto la giunta regionale il 3 luglio, per aspettare che i miei "colleghi" venissero ricevuti dall'assessore. Stetti là dalle 9.30 alle 14.00. Fu estenuante.
Ed ora leggo che a maggio già si sapeva di queste cose.
Mi sento davvero amareggiato. Non trovo niente di grave, in sé, nel fatto che a distanza di alcuni mesi dall'uscita delle graduatorie molti di noi ancora debbano essere chiamati.
Ciò che invece è gravissimo è questa mancanza totale di trasparenza, che si traduce in una altrettanto totale mancanza di rispetto, nei confronti delle persone che stanno dietro i nomi contenuti in quelle graduatorie. Non riesco davvero a spiegarmi il perché di questa trafila. Ci vorrebbe tanto poco, basterebbe spiegare con calma, basterebbe trattare le persone da persone, cercando di mettersi nei panni di chi ha studiato con impegno per lunghi mesi (ricordo ancora, ed anche con orgoglio, l'estate del 2006, passata sui libri), di chi ha lasciato per questo i lavoretti precari che aveva. Ecco, forse la nostra colpa è di non essere neanche precari, perché questa è la condizione di molti di coloro che attendono un cenno dalla Regione Lazio.
Scusateci per questo!
E scusate questo mio inutile sfogo!
Però, leggo queste cose e mi sento usato. Ero sotto la giunta regionale il 3 luglio, per aspettare che i miei "colleghi" venissero ricevuti dall'assessore. Stetti là dalle 9.30 alle 14.00. Fu estenuante.
Ed ora leggo che a maggio già si sapeva di queste cose.
Mi sento davvero amareggiato. Non trovo niente di grave, in sé, nel fatto che a distanza di alcuni mesi dall'uscita delle graduatorie molti di noi ancora debbano essere chiamati.
Ciò che invece è gravissimo è questa mancanza totale di trasparenza, che si traduce in una altrettanto totale mancanza di rispetto, nei confronti delle persone che stanno dietro i nomi contenuti in quelle graduatorie. Non riesco davvero a spiegarmi il perché di questa trafila. Ci vorrebbe tanto poco, basterebbe spiegare con calma, basterebbe trattare le persone da persone, cercando di mettersi nei panni di chi ha studiato con impegno per lunghi mesi (ricordo ancora, ed anche con orgoglio, l'estate del 2006, passata sui libri), di chi ha lasciato per questo i lavoretti precari che aveva. Ecco, forse la nostra colpa è di non essere neanche precari, perché questa è la condizione di molti di coloro che attendono un cenno dalla Regione Lazio.
Scusateci per questo!
E scusate questo mio inutile sfogo!
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