Finalmente un po’ di nebbia si dirada attorno alla maxi-inchiesta milanese sui diritti televisivi del calcio. Indagine nata da un filone sul riciclaggio in Svizzera da parte di un nutrito gruppo di italiani attraverso la società Tax & Finance e poi tracimata nel mondo del calcio. Un affare enorme da 1,5 miliardi l’anno, che, secondo gli atti dell’accusa, dal 2009 e fino al 2015 è andato a ingrassare le tasche di un gruppo di persone. Per la procura è un’associazione a delinquere. Non per il gip che ha respinto tre richieste di arresto derubricando il castello messo in piedi dalla Finanza a semplice lobby. Questo deve essere l’imprescindibile punto di partenza.
Di tutt’altro avviso, la procura che nel chiedere l’arresto di Marco Bogarelli, per anni mente di Infront Italy, l’advisor dei diritti in Lega Calcio, del manager Giuseppe Ciocchetti e di Riccardo Silva, il re mida dei diritti sportivi rivenduti all’estero, ha parlato esplicitamente di associazione a delinquere della quale, tra gli altri, fanno parte l’ex ad del Milan Adriano Galliani e il presidente del Genoa Enrico Preziosi. “Si tratta – si legge a pagina 5 della richiesta – di un’associazione a delinquere in grado di interporsi fin dal 2009 tra le squadre di calcio, cui spettano gli ingenti benefici della commercializzazione in Italia e all’estero dei diritti audiovisivi, e il mercato, per appropriarsi illecitamente e clandestinamente di una fetta consistente di questi.
http://www.ilfattoquotidiano.it/prem...ti-del-calcio/
Di tutt’altro avviso, la procura che nel chiedere l’arresto di Marco Bogarelli, per anni mente di Infront Italy, l’advisor dei diritti in Lega Calcio, del manager Giuseppe Ciocchetti e di Riccardo Silva, il re mida dei diritti sportivi rivenduti all’estero, ha parlato esplicitamente di associazione a delinquere della quale, tra gli altri, fanno parte l’ex ad del Milan Adriano Galliani e il presidente del Genoa Enrico Preziosi. “Si tratta – si legge a pagina 5 della richiesta – di un’associazione a delinquere in grado di interporsi fin dal 2009 tra le squadre di calcio, cui spettano gli ingenti benefici della commercializzazione in Italia e all’estero dei diritti audiovisivi, e il mercato, per appropriarsi illecitamente e clandestinamente di una fetta consistente di questi.
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