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L'angolo di ROL

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    [QUOTE=strelizia;1225022]
    Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
    Il jazz, si...[/QUOTE
    Piace Clinton anche a Bill Clinton

    Potresti usare come colonna sonora anche della "real coppia" :-)
    ahahahahahahahahhahahaahahahahahahahha

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      stai riuscendo a studiare?

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        Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
        stai riuscendo a studiare?
        Sì, sto studiando :-)
        (leggendo e ora sto guardando le domande)

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          Il sindaco ombra di Roma - l'Espresso

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            Una maxi inchiesta davanti alla quale il braccio destro di Virginia non fa ua piega. Anzi: all’ex ufficiale della Guardia di Finanza non dispiace nemmeno che le srl italiane proprietarie degli appartamenti siano controllate al cento per cento da società anonime con sede in Lussemburgo. Holding che poi finiranno nel mirino degli inquirenti per un presunto giro di false fatture da 11 milioni di euro.

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              PASSIONE IMMOBILIARE
              Lo ammetta o meno, Marra a destra era assai benvisto. Sarà l’aplomb dell’ex ufficiale della Gdf, il diploma (45 su 60) alla scuola militare Nunziatella di Napoli, ma è un fatto che Raffaele - dopo aver litigato con Alemanno - riesca ad accasarsi nel 2011 alla Regione Lazio con la Polverini e che, nel maggio del 2010 (appena lasciato il Campidoglio) sia riuscito a farsi chiamare in Rai dal berlusconiano ex direttore generale Mauro Masi, che decide di stipendiare Marra come «consulente in materia economica e finanziaria per la realizzazione di un progetto connesso alle tematiche aziendali finalizzato alla implementazione del Piano industriale 2010-2012».

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                Una volta finite le esperienze in Rai e alla Regione, l’ex finanziere (che nel 2006 vinse un concorso da dirigente pubblico al ministero dell’Agricoltura guidato da Alemanno) torna in Campidoglio, ma sia Ignazio Marino sia il prefetto Francesco Paolo Tronca preferiscono tenerlo ai margini del loro progetto amministrativo, affidandogli prima l’«ufficio di scopo» per i rapporti con i consumatori e poi la direzione per le relazioni sindacali. È in questo periodo che Marra conosce Frongia, con cui stringe un’amicizia di ferro che lo catapulterà - dopo la vittoria del M5S e della Raggi - ai vertici della nuova squadra di governo. Scatenando l’ira di un pezzo del direttorio grillino (su tutti la Lombardi e Carla Ruocco) che non vedono di buon occhio il suo percorso politico e l’ascendente sulla sindaca.

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                  ............

                  A cinque mesi dall’acquisto dell’appartamento Enasarco, Marra - che ha già nel suo carniere l’attico preso da Scarpellini, e che mai avrebbe potuto prendere una casa Enasarco con super sconto - decide di trasferire anche lui la residenza nella nuova casa della moglie. Oggi vive lì da solo: la Perico nel 2015 ha infatti spostato la sua residenza all’estero, in un elegante residence della città di St. Julian, a Malta. Un’isola che i Marra conoscono bene: il fratello Catello, anche lui con un passato nella Gdf, bazzica La Valletta da anni, facendo affari e gestendo da “governatore” armato di mostrine, mantello e spadaccino, una fantomatica associazione chiamata International Organization for Diplomatic Relations, che organizza eventi e premiazioni a Malta, Boston e nei soliti salotti romani. Un dubbio alla fine resta inevaso: o la Raggi non conosce bene la storia di Marra o non può, per qualche ragione sconosciuta, fare a meno di lui.

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                    L’altro fedelissimo della sindaca è Raffaele Marra, 44 anni, napoletano, ex capitano della Guardia di Finanza, quattro lauree, dirigente prima al ministero dell’Agricoltura e poi al Comune con Alemanno, poi all’Unire, poi alla Regione con Polverini e Zingaretti, poi di nuovo in Comune con Alemanno e con Marino: è apprezzato dai 5Stelle per le sue molte denunce su varie illegalità in cui si è imbattuto, a destra come a sinistra. In particolare perché nel 2013, da direttore del Dipartimento Partecipazioni, aveva chiesto di non assumere più nessuno in Comune, mentre proprio alla vigilia del ballottaggio con Marino, Alemanno e la sua giunta assunsero 106 persone. Poi era stato allontanato dalla giunta Marino e si era messo in aspettativa per un dottorato di ricerca all’Università di Salerno. Aveva subìto pesanti minacce alla sua famiglia e nel tempo libero aveva aiutato i 5Stelle nei due anni e mezzo di opposizione a Marino. Marra e Romeo controllano il sito della Consob, scoprono che Minenna nel 2015 ha guadagnato fissi 107.767 euro e gli comunicano che gli assessori non possono percepire più di 76 mila euro lordi l’anno, anche se avrà –co – me avrà –tre deleghe: Bilancio, Partecipate e Patrimonio. Minenna minaccia di mollare, ma viene convinto a restare da Ruocco e Di Maio. Però pretende di nominare il capo di gabinetto al posto del sindaco e indica Carla Raineri, giudice della Corte d’appello di Milano, anche lei distaccata fino a poco prima nel pool del commissario Tronca. Raineri vuole mantenere lo stipendio di magistrato: 220 mila euro l’anno. Visto il precedente di Minenna, Romeo le chiede di esibire l’ultimo Cud con la dichiarazione dei suoi redditi. Che però registra, per il 2015, 161 mila euro più 6.700 euro come membro della Commissione Tributaria (ai giornali, dopo le dimissioni, dichiarerà un Cud di 199+7 mila euro). Alla fine, su pressione di Minenna che la giudica indispensabile e minaccia di lasciare, la Raggi riconosce alla Raineri 193 mila euro l’anno, anche in considerazione del suo stabile trasferimento da Milano e Roma. Una cifra che suscita subito feroci critiche dalla stampa e dalla base dei 5Stelle. Così come quella di Romeo, dirigente comunale posto in aspettativa e riassunto come capo-segreteria a 111 mila euro (quasi il triplo dello stipendio precedente). 29 giugno. Il mini-direttorio romano convoca la Raggi per una riunione su un’altra nomina molto controversa: quella di Marra – inviso alla Raineri, a Minenna e soprattutto ai loro sponsor interni nel Direttorio – a vice-capogabinetto. E tenta di convincere la sindaca a liberarsene. Lei però lo difende e lo invita a presentarsi al vertice con tutte le carte delle sue denunce. Marra però viene lasciato a fare una lunga anticamera fuori della porta: il mini-direttorio non vuole dargli la parola. Lui, stufo di aspettare, dopo due ore di attesa bussa alla porta ed entra. Volano parole grosse, c’è chi non vuole farlo parlare, ma lui insiste, racconta la sua vita, mostra i faldoni di tutte le sue denunce e chiede a chi reclama la sua testa di motivare quella richiesta. La risposta è: “Questioni di opportunità politica”. I giornali infatti continuano ad additarlo come uomo nero di Alemanno e anche Beppe Grillo è preoccupato per motivi di immagine. La Raggi comunque non cede e gli conferma la fiducia. 6 luglio. Marra chiede di parlare con Luigi Di Maio, che lo riceve nel suo ufficio alla Camera. L’ex finanziere gli porta il solito valigione di documenti con tutte le sue denunce e per un’ora e mezza gli illustra la sua esperienza nell’amminis trazione regionale e capitolina. “Se non l’avrò convinta – aggiunge –ho qui pronta la lettera di dimissioni”. Poi mostra anche a Raggi e Frongia una dichiarazione della Procura secondo cui non ha procedimenti penali in corso, diversamente da altri 7 dirigenti comunali (indagati o imputati, eppure ai loro posti senz’alcuna polemica). Ma i bombardamenti contro di lui continuano, dal mini-direttorio e da parte del direttorio, nonché dalla grande stampa.

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                      Clan Casalesi: si pente Giuseppe Misso

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