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L'angolo di ROL

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    l Forziere dei toscani
    Ettore Verdini, 68 anni, è accusato di aver nascosto all’estero più di 13 milioni di euro. L’imprenditore e consulente toscano ha un fratello molto in vista: il senatore Denis Verdini, ex capo dei parlamentari berlusconiani, poi diventato leader di Ala, il gruppo di centro-destra che ha sostenuto i governi Monti, Letta e Renzi.

    Gli inquirenti stanno approfondendo il caso per verificare se si tratti solo di redditi personali non dichiarati. Ettore Verdini è azionista di alcune società che non navigano nell’oro: ha un quinto delle azioni ed è amministratore della Watertech, una fabbrica di contatori che nel 2015 gli ha garantito una quota di utili per circa 200 mila euro; inoltre è contitolare di tre immobiliari e di una holding che hanno dichiarato perdite complessive per circa due milioni.

    Ettore Verdini è stato anche controllore dei conti (in gergo, sindaco) di una ventina di aziende, soprattutto edilizie. E ha lavorato spesso al fianco del fratello minore Denis, con cui ha condiviso anche l’indirizzo societario di Campi Bisenzio. Insieme sono stati sindaci di società per azioni come la Ed.In.Uno, incorporata nel 2003 dalla Baldassini-Tognozzi-Pontello (Btp), il gruppo edilizio poi travolto dalle indagini sulla cosiddetta cricca dei lavori pubblici.

    Le verifiche sui 13 milioni e 330 mila euro portati all’estero in modo anonimo sono dovute anche a un problema giudiziario: Ettore Verdini è stato condannato a cinque anni, in primo grado a Firenze, per una bancarotta fraudolenta. Secondo l’accusa avrebbe beneficiato con una sua società di 450 mila euro sottratti ai creditori di un’impresa edile fallita. Annunciando appello, il suo avvocato, Umberto Schiavazzi, ha dichiarato all’agenzia Ansa che «non un centesimo del fallimento è rimasto in tasca al mio cliente». L’accusa era nata dalle indagini sui prestiti clientelari che hanno portato al crac della Bcc di Campi Bisenzio: Denis Verdini è stato per vent’anni presidente di quella banca, commissariata con un buco di oltre 100 milioni e poi venduta al prezzo simbolico di un euro. Per la bancarotta della Bcc, il fratello Ettore è stato prosciolto.

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      i vi i vi.....ahahahah

      Il miliardo degli Aleotti
      Nel 2008-2009 il governo Prodi aveva ricevuto la parte italiana della cosiddetta lista di Vaduz, comprata dai servizi segreti tedeschi: un elenco di 390 nostri connazionali con i conti alla banca Lgt del Liechtenstein. Al primo posto, con 476 milioni, c’era la famiglia Aleotti, titolare del gruppo farmaceutico Menarini. Alle richieste del Fisco, all’epoca, gli industriali di Firenze oppongono due scudi (anonimi) del 2002 e 2009. I pm di Firenze però aprono un’inchiesta per capire come sia stato creato tutto quel nero. E nel 2011 scoprono che il colosso delle medicine ha un «ufficio-ombra» a Lugano, che fin dal 1985 controlla decine di offshore: servono a gonfiare i prezzi delle materie prime e tenersi i profitti all’estero. Una presunta frode fiscale che annulla gli scudi. Al processo che si è svolto nel tribunale fiorentino viene ricostruita anche la scena dei furgoni con i 700 milioni di franchi in viaggio tra Zurigo, Lugano e Vaduz. La procura però accerta che patron Alberto Aleotti aveva “scudato” molto di più: ben 1,2 miliardi.

      Morto il fondatore, il tribunale condanna in primo grado i due figli ed eredi, accusati di riciclaggio del tesoro del padre: dieci anni e mezzo per Lucia Aleotti, sette per il fratello Giovanni. La sentenza del settembre scorso ordina la confisca dei soldi, ma dovrà essere confermata fino in Cassazione. Per recuperare il denaro, però, bisogna trovarlo. Il tribunale indicava solo un’ipotetica cassaforte: Credit Suisse Life & Pension. Dove la Finanza di Milano ha ora rintracciato il secondo tesoro di Aleotti, dopo quello di Vaduz: altri 600 milioni. Nascosti alle Bermuda.

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        http://www.ilsole24ore.com/art/notiz...z-080630.shtml

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          http://espresso.repubblica.it/attual...?ref=HEF_RULLO

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            Concorso per 559 agenti di Polizia, revocate le prove scritte e la commissione d’esame: si ripetono i quiz.

            Come preannunciato nei nostri precedenti articoli, il Capo della Polizia ha ufficialmente annullato la prova scritta (e la commissione d’esame precedentemente nominata), a causa degli evidentissimi brogli che avevano portato quasi 200 candidati ad ottenere il punteggio massimo, pur senza alcuna banca dati pubblica.

            Tutti i candidati dovranno dunque ripetere la prova scritta.

            Il prossimo 24 gennaio 2017 verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale il diario delle nuove prove scritte.

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              ma perchè non la mettete pubblica???? si eviterebbero queste porcate.....

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                schiattate 5000 quiz.....e passa solo chi merita.

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                  http://www.iltempo.it/cronache/2016/...lizia-1012327/

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                    Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
                    schiattate 5000 quiz.....e passa solo chi merita.
                    Rol, non ho capito perché la pubblicazione della banca dati impedirebbe secondo te i brogli. Me lo spiegheresti?

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                      Originariamente inviato da strelizia Visualizza il messaggio

                      Rol, non ho capito perché la pubblicazione della banca dati impedirebbe secondo te i brogli. Me lo spiegheresti?
                      il furbo ha bisogno di conoscere il questionario, quello preparato solo il perimetro di gioco,,,,,,
                      (in caso di fughe di notizie.....)

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                      Sto operando...
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