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L’amicizia col premier e quel favore fiscale
Vincoli fiorentini - L’erede in viaggio dalla Merkel, e il tentativo di sanatoria poi fallito
di Marco Palombi
Il Fatto Quotidiano 10 settembre 2016
Era il 17 marzo 2014 quando Matteo Renzi si presentò a Berlino per il suo primo incontro con la Cancelliera Angela Merkel. Il premier italiano cominciava così la lunga serie di sfibranti trattative per ottenere sconti sugli obiettivi di deficit che proseguono ancora oggi. Quella volta, forse per impressionare l’ospite, volle portarsi dietro un pezzo di potere industriale italiano: il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, quello dell’Enel Fulvio Conti, il manager di Generali Mario Greco e Lucia Aleotti, proprietaria con suo fratello del gruppo farmaceutico fiorentino Menarini, già allora sotto processo per frode fiscale e altri reati e ieri condannata.
La vicinanza al mondo renziano della famiglia Aleotti è, peraltro, un dato di cronaca incontestabile, in cui riverbera quella che potremmo definire la capacità relazionale del gruppo Menarini: ad esempio quando Renzi era presidente, l’azienda firmò un protocollo con la Provincia di Firenze e regalò oltre 600 computer a scuole e associazioni di volontariato; quand’era sindaco, invece, Menarini finanziò il recupero di alcuni appartamenti di edilizia popolare.
Più significativo, forse, il fatto che l’imprenditore renzianissimo Fabrizio Landi – finanziatore della Fondazione Open nominato nel cda di Finmeccanica – abbia trovato posto nel consiglio di tre società del gruppo Aleotti: Menarini Diagnostics, Firma e Silicon Biosystem............
che ve lo dico affare......
Vincoli fiorentini - L’erede in viaggio dalla Merkel, e il tentativo di sanatoria poi fallito
di Marco Palombi
Il Fatto Quotidiano 10 settembre 2016
Era il 17 marzo 2014 quando Matteo Renzi si presentò a Berlino per il suo primo incontro con la Cancelliera Angela Merkel. Il premier italiano cominciava così la lunga serie di sfibranti trattative per ottenere sconti sugli obiettivi di deficit che proseguono ancora oggi. Quella volta, forse per impressionare l’ospite, volle portarsi dietro un pezzo di potere industriale italiano: il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, quello dell’Enel Fulvio Conti, il manager di Generali Mario Greco e Lucia Aleotti, proprietaria con suo fratello del gruppo farmaceutico fiorentino Menarini, già allora sotto processo per frode fiscale e altri reati e ieri condannata.
La vicinanza al mondo renziano della famiglia Aleotti è, peraltro, un dato di cronaca incontestabile, in cui riverbera quella che potremmo definire la capacità relazionale del gruppo Menarini: ad esempio quando Renzi era presidente, l’azienda firmò un protocollo con la Provincia di Firenze e regalò oltre 600 computer a scuole e associazioni di volontariato; quand’era sindaco, invece, Menarini finanziò il recupero di alcuni appartamenti di edilizia popolare.
Più significativo, forse, il fatto che l’imprenditore renzianissimo Fabrizio Landi – finanziatore della Fondazione Open nominato nel cda di Finmeccanica – abbia trovato posto nel consiglio di tre società del gruppo Aleotti: Menarini Diagnostics, Firma e Silicon Biosystem............
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