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concorso agenzia delle entrate 2015 - 892 posti per funzionari amministrativi

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    Bufera Parmacotto, blitz della Gdf: maxisequestro da 11 milioni

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      Parmacotto, concordato doloroso per i dipendenti: 52 a casa - Repubblica.it

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        Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
        L'appalto call center Inps-Inail. C'è anche la gestione dell'appalto del call center unico Inps Inail al centro dell'indagine. Secondo gli inquirenti l'appalto sarebbe stato affidato in maniera regolare ma condotte illecite si sarebbero verificate in un secondo momento, nei rapporti con i subappaltatori. Nella distribuzione di lavori e subappalti il gruppo avrebbe realizzato tutta una serie di false fatturazioni e frodi fiscali per generare denaro extra contabile poi usato per tangenti, riciclaggio e finanziamento illecito ai partiti

        ora capite pechè le pene devono essere "miti" e i termini di decadenza per l'accertamento non raddoppiati.
        Ultima modifica di ROL; 04-07-2016, 12:59.

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          aver aumentato di 1 anno il termine ordinario và in direzione contraria.....sono le operazioni più gravi (e complesse) che hanno bisogno di più tempo.......

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            Antonio Marotta, il deputato Ncd che voleva limitare le intercettazioni. E aumentare le pene per i furti in casa - Il Fatto Quotidiano

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              Il Labirinto della corruzione: politica e affari all

              IL CURRICULUM DEL FACCENDIERE


              Pizza, con il nome in codice «Polifemo» non è nuovo alle cronache giudiziare.

              Dieci anni fa è stato arrestato dal Pm Henry John Woodcock nell'ambito dell'inchiesta su una serie di truffe a imprenditori. In dieci ore di interrogatori, l'uomo ne aveva raccontate di tutti i colori. Che Ilaria Alpi era stata «vittima della sua superficialità al 100 per cento» ed era stata ammazzata dai somali perché «aveva scoperto il passaggio strategico di materiale importantissimo, piccolo ed occultabile», cioè uranio partito forse dalla Basilicata. Che «il Dc9 Itavia l'hanno abbattuto gli italiani» in una sera di guerra fra aerei libici, americani e italiani.

              Che sulla scomparsa di Emanuela Orlandi «non c'è mai stata nessuna attività di indagine seria». E poi ore e ore di «rivelazioni » sulla massoneria, i servizi segreti, i signori della guerra somali... La parte più succosa, però, è la chiusura della notizia d'agenzia Ansa dell’epoca: «Nei due interrogatori, Pizza si definisce rappresentante del governo somalo, "agente provocatore", consulente storico, consulente, bibliografo, "scambiatore di notizie", analista, venditore di informazioni e anche "truffatore ma non musulmano", quando ricorda che è stato vicepresidente dell'Associazione musulmana italiana».

              Prometteva una terra di nessuno dove ogni traffico era possibile, dalla droga ai rifiuti tossici. E grazie ai suoi contatti incassava tangenti milionarie per business mai conclusi. Sfruttando le sue entrature nel Corno d'Africa, vendeva abitualmente informazioni, cercando di infilarsi, secondo la ricostruzione dei magistrati, in un altro affare lucroso: il traffico d'armi.

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                "Maxi evasione fiscale con la birra" Fermate 16 persone - Live Sicilia

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                  “Il complesso delle risultanze istruttorie – hanno spiegato in conferenza stampa questa mattina – ha permesso di individuare l’esistenza e l’operatività, in diversi luoghi d’Italia e d’Europa, di un’articolata e complessa organizzazione criminale a carattere transnazionale che, ha gestito fittizi depositi fiscali di prodotti alcolici, per mezzo dei quali è stata simulata la movimentazione di ingenti quantitativi di bevande alcoliche, verso tali depositi che, in realtà, mai materialmente vi erano giunti”. Sono stati accertati migliaia di falsi trasporti di prodotti alcolici presso i depositi fiscali fittizi italiani, che hanno consentito ai “clienti” dell’organizzazione criminale di determinare le condizioni per la creazione di cospicue “sacche di evasione fiscale” in relazione a prodotti alcolici realmente esistenti che, risultando cartolarmente trasferiti verso i depositi fiscali fittizi, per poi essere totalmente rivenduti “in nero” ( ovvero senza accisa; senza Iva, senza Imposte Dirette) nel Paese produttore d’origine e/o in altri Paesi d’Europa, con guadagni milionari.Considerando le imposte applicate in Italia gli inquirenti hanno parlato di oltre 55 milioni di euro per le accise e 13 milioni di euro per l’Iva evasa.Sono 45 gli indagati sparsi in diversi paesi d’Europa. Sono invece 18 le persone raggiunte da fermo della Procura e di questi 2 non eseguiti in quanto residenti all’estero:

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                    Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
                    Il Labirinto della corruzione: politica e affari all

                    IL CURRICULUM DEL FACCENDIERE


                    Pizza, con il nome in codice «Polifemo» non è nuovo alle cronache giudiziare.

                    Dieci anni fa è stato arrestato dal Pm Henry John Woodcock nell'ambito dell'inchiesta su una serie di truffe a imprenditori. In dieci ore di interrogatori, l'uomo ne aveva raccontate di tutti i colori. Che Ilaria Alpi era stata «vittima della sua superficialità al 100 per cento» ed era stata ammazzata dai somali perché «aveva scoperto il passaggio strategico di materiale importantissimo, piccolo ed occultabile», cioè uranio partito forse dalla Basilicata. Che «il Dc9 Itavia l'hanno abbattuto gli italiani» in una sera di guerra fra aerei libici, americani e italiani.

                    Che sulla scomparsa di Emanuela Orlandi «non c'è mai stata nessuna attività di indagine seria». E poi ore e ore di «rivelazioni » sulla massoneria, i servizi segreti, i signori della guerra somali... La parte più succosa, però, è la chiusura della notizia d'agenzia Ansa dell’epoca: «Nei due interrogatori, Pizza si definisce rappresentante del governo somalo, "agente provocatore", consulente storico, consulente, bibliografo, "scambiatore di notizie", analista, venditore di informazioni e anche "truffatore ma non musulmano", quando ricorda che è stato vicepresidente dell'Associazione musulmana italiana».

                    Prometteva una terra di nessuno dove ogni traffico era possibile, dalla droga ai rifiuti tossici. E grazie ai suoi contatti incassava tangenti milionarie per business mai conclusi. Sfruttando le sue entrature nel Corno d'Africa, vendeva abitualmente informazioni, cercando di infilarsi, secondo la ricostruzione dei magistrati, in un altro affare lucroso: il traffico d'armi.


                    Corriere della Calabria - Articoli filtrati per data: Lunedì, 04 Luglio 2016

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                      https://www.youtube.com/watch?v=TNsK1-fvuhY ahahahahahahahahahah

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                      Sto operando...
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