Lo schema sarebbe regolare, tranne che per un dettaglio: come si legge negli atti della Procura, il sospetto è che l’unica funzione della «Beire» fosse quella «di spostare dalla Svizzera i redditi generati per trasferirli in altro paese non compreso nella black list e che presentasse un’aliquota fiscale agevolata».
L’attività d’indagine è stata compiuta in tempi molto celeri. Talvolta, infatti, questi reati vengono scoperti molto tempo dopo la loro commissione e per questo vanno in prescrizione”. A spiegare l’indagine sono stati anche il colonnello Carlo Ragusa e il maggiore Michele Ciarla. “Negli ultimi anni - ha spiegato il maggiore Ciarla - il gruppo Licata ha avuto circa 25 milioni di euro di contributi pubblici e chi faceva le false fatture necessarie ad incassarli riceveva una mancia del 2 o 3 per cento sull’importo risultante sulla carta“.
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