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      La prima probabile sono io, ma non siete il mio primo pensiero la mattina
      Almeno il 4

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        Originariamente inviato da pierina Visualizza il messaggio
        La prima probabile sono io, ma non siete il mio primo pensiero la mattina
        Almeno il 4
        Quali sono i primi tre?

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          Originariamente inviato da Spin Visualizza il messaggio
          Quali sono i primi tre?
          Indovina!!!!

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            Piercamillo Davigo:In condizioni normali sarebbero superflue queste manifestazioni ma in una realtà come quella italiana dov'è stato stracciato il vero dell'ipocrisia, sono indispensabili.Francois de La Rochefoucaulddiceva che l'ipocrisia è l'omaggio che il vizio rende alla virtù. In questo senso è positiva perché riconosce almeno la supremazia della virtù. E' stracciato il vero dell'ipocrisia da quello che è emerso dall'indagini giudiziarie che ormai vanno avanti da oltre 20 anni la reazione degli appartenenti alla classe dirigente stano sorprendendo. Invece di smettere di rubare hanno smesso di vergognarsi raggiungendo livelli di improntitudine inimmaginabili in altri Paesi. Quindi bisogna ricordare loro che i cittadini non possono tollerare questo per sempre. Una delle regole fondamentali della democrazia è la assunzione delle responsabilità nei provvedimenti. Che non si sappia mai chi scrive le norme è davvero singolare e, quindi, salve poi l'assunzioni di responsabilità, dovrebbe esserci una sorta di tracciabilità e qualunque ufficio pubblico o privato, di solito sono le sigle che indicano chi ha scritto l'atto e, quindi, è davvero sorprendente tutto quello che accade. Di solito, in Italia, si fa l'esatto contrario di quello che sarebbe necessario. Di fronte a comportamenti devianti anziché intervenire per fargli finire, si depenalizzano o pure si riducono le sanzioni, si cambiano le regole processuali in modo da renderli non perseguibili . Il risultato è che continua a peggiorare la posizione dell'Italia negli indici di percezione della corruzione e continua a crollare prestigio dell'Italia nella Comunità internazionale.

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              Grecia, scoperta "Mafia capitale" in salsa ateniese. La mente è ex ministro Difesa - Il Fatto Quotidiano

              Grazie al coraggio di un grande Uomo...FALCIANI GRAZIE.

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                L’ex ministro delle finanze greco, Giorgos Papakonstantinou, è stato accusato in questi giorni di aver rimosso i nomi di tre suoi parenti dalla cosiddetta “lista Lagarde”, un documento che contiene i nomi di centinaia di possibili evasori fiscali greci con depositi in Svizzera. Papakonstantinou aveva ricevuto la lista nel 2010, quando era ministro delle finanze, da Christine Lagarde, all’epoca ministro delle finanze francesi e oggi direttore del Fondo Monetario Internazionale.
                Si tratta di un caso che sta occupando le prime pagine di tutti i giornali greci e che in qualche modo interessa anche l’Italia: la lista Lagarde, infatti, è solo una parte della più ampia “lista Falciani”, un documento rubato dagli archivi della filiale di Ginevra della HSBC (una banca londinese tra le più grandi del mondo) e che riguarda anche l’Italia.
                La lista Falciani
                La “lista Falciani”, di cui fa parte anche la lista Lagarde, ha una storia da film di spionaggio. Il suo nome deriva da Hervé Falciani, un tecnico informatico della HSBC di Ginevra, che tra il 2006 e il 2007 ha sottratto dai computer della banca un elenco di circa 100 mila clienti. Secondo una collega di Falciani, che alcuni giornalisti ritengono la sua ex amante, il suo piano era rubare i dati per rivenderli.

                (Da dove arriva la lista dei conti in Svizzera?)
                Alla fine del 2008 Falciani comincia a collaborare con la polizia francese e la lista finisce nelle mani dell’allora ministro delle finanze, Christine Lagarde.
                La lista Lagarde
                Nell’estate del 2010 i servizi segreti francesi informano quelli greci della presenza di numerosi cittadini greci tra i possessori dei depositi della lista Falciani. Un incontro tra i ministri delle finanze dei due paese viene organizzato nell’ottobre 2010. Per la Grecia c’è Giorgos Papakonstantinou, oggi 51enne, esponente del PASOK al governo. Durante l’incontro, l’allora ministro francese Lagarde consegna a Papaconstantinou un CD-Rom con all’interno un elenco di 2.062 conti svizzeri e dei loro proprietari. Ognuno di quei conti, potenzialmente, appartiene a un cittadino greco che ha esportato illegalmente del denaro in Svizzera. Né la consegna della lista, né il suo contenuto vengono resi pubblici da Papaconstantinou.

                Interrogato dal parlamento nelle ultime settimane, Papaconstantinou ha detto che all’epoca consegnò la lista alla polizia fiscale, chiedendo che venissero svolte indagini complete su quei conti e sui loro proprietari. Le autorità fiscali decisero di non procedere per motivi legali e del CD-Rom si persero le tracce. Quando negli ultimi mesi la storia della lista Lagarde è diventata pubblica, Papaconstantinou ha detto di aver passato la lista al suo successore, ora leader del PASOK – il partito socialista che appoggia l’attuale governo Samaras – Evangelos Venizelos.
                Venizelos ha confermato di aver ricevuto una lista dal suo predecessore e che la passò all’ufficio del primo ministro tramite una pennetta USB, dato che il CD-Rom originale era sparito. Anche lui ha confermato che all’epoca non fece pressione perché si iniziassero subito delle indagini, dato che gli avvocati lo avevano avvertito che il materiale della lista era inutilizzabile in un processo in quanto sottratto illegalmente.
                A questo punto della storia entra in scena un giornalista: Kosta Vaxevanis, direttore della rivista grecaHot Doc. Vaxevanis, alla fine dell’ottobre scorso, riuscì a impossessarsi della lista e la pubblicò sul suo giornale. Vaxevanis venne arrestato per quella pubblicazione, venendo poi rapidamente processato e assolto. Un dettaglio della lista che pubblicò, però, è emerso soltanto in questi giorni e ha dato inizio all’ultimo scandalo: la lista pubblicata da Vaxevanis aveva soltanto 2.059 conti, mentre la lista Lagarde ne conteneva 2.062.
                Il caso Papaconstantinou
                Dopo la pubblicazione della lista sul giornale di Vaxevanis, le autorità greche hanno fatto richiesta per una nuova copia della lista Lagarde, visto che l’originale era andato perduto. La lista è arrivata nei giorni scorsi e conteneva 3 conti in più, 2.062 in totale. Fonti ufficiali riferiscono che i proprietari dei conti mancanti sono alcune cugine di Papaconstantinou e i loro mariti. Su uno dei conti sarebbero depositati 1,2 milioni di dollari, secondo la stampa greca.

                Papaconstantinou è stato accusato negli ultimi giorni di aver eliminato dalla lista i nomi dei suoi parenti prima di consegnarla alla polizia fiscale e passarla al suo successore, Venizelos. Secondo questa ricostruzione, Papaconstantinou avrebbe fatto sparire il CD originale, spostando la lista modificata su una pennetta USB. I dati di quella pennetta sarebbero poi finiti nella mani del giornalista Vaxevanis, che li avrebbe pubblicati.
                Ieri Papaconstantinou ha respinto queste accuse, suggerendo che probabilmente qualcuno, forse lo stesso Venizelos, avrebbe tolto i nomi dei suoi parenti dalla lista e l’avrebbe consegnata alla stampa con il solo scopo di screditarlo. La questione è diventata pubblica proprio mentre il parlamento greco sta decidendo le ultime modifiche da apportare alla legge sull’immunità dei ministri: quasi tutti i partiti hanno chiesto che la legge venga modificata in modo che Papaconstantinou non sia protetto dall’immunità.
                La lista in Italia
                Nel gennaio 2011 i giornali italiani hanno cominciato a pubblicare le prime indiscrezioni sulla parte italiana della lista Falciani. Secondo alcuni la lista conterebbe i nomi di circa 7 mila italiani, tra cui numerosi personaggi famosi. Dopo quasi due anni dal suo ricevimento, però, la lista Falciani non ha prodotto nessun risultato. Varie Commissioni tributarie e altri tribunali hanno stabilito che la lista è inutilizzabile: i dati sono stati rubati e quindi non possono essere utilizzati come prova in tribunale.

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                  Per permettere alle aziende di far transitare profitti attraverso il Granducato, veniva dapprima costituita una società controllata in loco, per poi creare strutture finanziare complesse per godere di drastiche riduzioni nelle imposte sui profitti, anche sotto l’1%, spostando gli utili dai paesi d’origine al Lussemburgo. Alle compagnie venivano fornite assicurazioni scritte (comfort letters) sul fatto che “i piani di risparmio delle imposte sarebbe stati approvati dalle autorità lussemburghesi”, cosa che puntualmente avveniva.

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                    Il Lussemburgo si trovava nell’elenco dei Paesi Black List dal 31 luglio 1929, poichè questo paese adottava un Regime Fiscale particolarmente Favolrevole per molti operatori finanziari, ma la sitauzione in questi anni è cambiata radicalmente fino a giungere all’attuale Situazione che vedrà il Lussemburgo uscire dalla Black List dei Paesi non Collaborativi con la firma del nuovo Decreto che metterà in atto con l’Italia lo scambio di Informazioni dal punto di Vista Economico Finanziario.
                    Cosa cambia dal 2015?

                    Dal 2015 il Lussemburgo non sarà più tra i Paesi in Black List e vi saranno alcuni cambiamenti in materia di Fisco, Finanza ed Economia verso il nostro Paese, infatti con la firma del Decreto tra Italia e Lussemburgo non vi sarà più il segreto bancario, e nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate italiana richieda delle informazioni bancarie o finanziarie di un contribuente sottoposto a controlli, non vi potrà essere nessuna Opposizione da parte delle Autorità Lussemburghesi.
                    Altre novità riguardano gli aspetti puramente economici, infatti per tutti coloro che operano con questo Paese non dovranno più comunicare le operazioni effettuate nei confronti del Lussemburgo, fino ad oggi era necessaria la comunicazione per tutte quelle operazioni che superano i 500 €, grazie alla firma del nuovo Decreto tutto ciò non sarà più Necessario semplificando notevolmente i rapporti commerciali tra gli operatori economici dei due Paesi.
                    - See more at: http://********************/2014/12/....GPBgNRmF.dpuf

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                      Renzi come Juncker, via agli accordi delle imprese col Fisco - Repubblica.it

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