forse mi sono espresso in modo poco chiaro.
innanzitutto non intendevo dire che i galoppini sono solo nel pubblico, e nemmeno che il privato sia un settore che abbia molto, o qualcosa da insegnare al pubblico, così come penso che i dipendenti privati non siano meglio o peggio dei pubblici.
credo che le frasi incriminate siano queste:
[ e mi fanno pure incazzare le norme di legge che riservano una quota dei posti a concorso ai precari della pubblica amministrazione, perchè hai voglia a dire che stanno lì anche "per motivi di efficienza, per parificare la P.A. ai privati" ]
intendevo dire che le norme che riservano i posti, stanno lì, perchè in senso lato fanno parte di una riforma nota anche come "privatizzazione del pubblico impiego", che ha inteso parificare il lavoro nella PA al lavoro presso i privati. vale a dire che c'è chi sostiene che la possibilità di confermare un precario, sia un ulteriore passo veso la parificazione, o meglio, nel senso dell'efficienza del lavoro pubblico.
ebbene io non sono d'accordo. in un futuro imprecisato potrà anche darsi che ciò potrà portare del bene al settore pubblico, ma in una repubblica delle banane quale è la nostra oggi, una norma del genere toglie solo speranze di lavoro ai disoccupati, a vantaggio di chi è già dentro. e se permetti la costituzione ciò non lo ammette. e dei raccomandati del privato non me ne frega niente (si fa per dire) perchè la P.A. è pure mia, e io ho diritto quanto chiunque altro di farne parte, a patto di superare un concorso, senza corsie preferenziali, nè penalizzati. (ed essere penalizzati ti fa ancora più incazzare, che non solamente vedere un altro essere aiutato).
[quando lo si sa benissimo che l'essere precari della pubblica amministrazione, nella gran parte dei casi significa solo esser figlio di qualcuno, o galoppino di qualcosa.
siamo il solito paese di me*da, perchè i precari da "deprecarizzare", sono quelli del settore privato, che con tutto il rispetto, sono gli unici destinatari possibili di una politica del genere, a meno di non voler perpetuare i soliti mecanismi di scambio voto-lavoro.]
sì, credo di aver esagerato nel dire "la gran parte dei casi", e ti prego di scusarmi-capirmi: sono di terni, terni è piccola, e bene o male tutti si conoscono. si sa come funzionano certe cose, e ne puoi avere riscontro guardandoti in giro. ad esempio entri in una struttura pubblica, e vedi che ci lavora il figlio di.., e quell'altro lì noto attivista di quel partito, quell'altro ancora figlio di un ex pesidente della ternana e noto fan*****sta, oltre che ricchissimo possidente, ecc.
insomma, la mia "gran parte dei casi" era riferita a qualcosa di preciso, ma senza beccarmici pure sopra una denuncia, oltre ad essermi beccato la solita ulcera da concorso..
per il resto confermo l'idea che, con tutto il rispetto per i precari del pubblico, allo stadio attuale gli unici possibili destinatari di una lotta alla precarietà del lavoro, siano i dipendenti privati. quando l'italia sarà un paese sufficientemente trasparente, si potrà anche pensare ad una politica del genere senza destare più di qualche perplessità.
con quelle norme, il comune bandirà a breve un concorso per regolarizzare altre assunzioni barbare, e qualcun altro mi "ruberà" il posto di lavoro. com'è successo pochi giorni fa (e senza il beneficio di quelle disposizioni).
innanzitutto non intendevo dire che i galoppini sono solo nel pubblico, e nemmeno che il privato sia un settore che abbia molto, o qualcosa da insegnare al pubblico, così come penso che i dipendenti privati non siano meglio o peggio dei pubblici.
credo che le frasi incriminate siano queste:
[ e mi fanno pure incazzare le norme di legge che riservano una quota dei posti a concorso ai precari della pubblica amministrazione, perchè hai voglia a dire che stanno lì anche "per motivi di efficienza, per parificare la P.A. ai privati" ]
intendevo dire che le norme che riservano i posti, stanno lì, perchè in senso lato fanno parte di una riforma nota anche come "privatizzazione del pubblico impiego", che ha inteso parificare il lavoro nella PA al lavoro presso i privati. vale a dire che c'è chi sostiene che la possibilità di confermare un precario, sia un ulteriore passo veso la parificazione, o meglio, nel senso dell'efficienza del lavoro pubblico.
ebbene io non sono d'accordo. in un futuro imprecisato potrà anche darsi che ciò potrà portare del bene al settore pubblico, ma in una repubblica delle banane quale è la nostra oggi, una norma del genere toglie solo speranze di lavoro ai disoccupati, a vantaggio di chi è già dentro. e se permetti la costituzione ciò non lo ammette. e dei raccomandati del privato non me ne frega niente (si fa per dire) perchè la P.A. è pure mia, e io ho diritto quanto chiunque altro di farne parte, a patto di superare un concorso, senza corsie preferenziali, nè penalizzati. (ed essere penalizzati ti fa ancora più incazzare, che non solamente vedere un altro essere aiutato).
[quando lo si sa benissimo che l'essere precari della pubblica amministrazione, nella gran parte dei casi significa solo esser figlio di qualcuno, o galoppino di qualcosa.
siamo il solito paese di me*da, perchè i precari da "deprecarizzare", sono quelli del settore privato, che con tutto il rispetto, sono gli unici destinatari possibili di una politica del genere, a meno di non voler perpetuare i soliti mecanismi di scambio voto-lavoro.]
sì, credo di aver esagerato nel dire "la gran parte dei casi", e ti prego di scusarmi-capirmi: sono di terni, terni è piccola, e bene o male tutti si conoscono. si sa come funzionano certe cose, e ne puoi avere riscontro guardandoti in giro. ad esempio entri in una struttura pubblica, e vedi che ci lavora il figlio di.., e quell'altro lì noto attivista di quel partito, quell'altro ancora figlio di un ex pesidente della ternana e noto fan*****sta, oltre che ricchissimo possidente, ecc.
insomma, la mia "gran parte dei casi" era riferita a qualcosa di preciso, ma senza beccarmici pure sopra una denuncia, oltre ad essermi beccato la solita ulcera da concorso..
per il resto confermo l'idea che, con tutto il rispetto per i precari del pubblico, allo stadio attuale gli unici possibili destinatari di una lotta alla precarietà del lavoro, siano i dipendenti privati. quando l'italia sarà un paese sufficientemente trasparente, si potrà anche pensare ad una politica del genere senza destare più di qualche perplessità.
con quelle norme, il comune bandirà a breve un concorso per regolarizzare altre assunzioni barbare, e qualcun altro mi "ruberà" il posto di lavoro. com'è successo pochi giorni fa (e senza il beneficio di quelle disposizioni).
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