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D&r utili per pubblici concorsi

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    D&r utili per pubblici concorsi

    Certificato di lodevole servizio e valutazione senza demerito nei concorsi pubblici

    Domanda

    La valutazione senza demerito è equiparabile al certificato di lodevole servizio nei concorsi pubblici?

    Risposta

    Il certificato di lodevole servizio, richiesto in alcuni concorsi pubblici, è spesso sostituito da un attestato di servizio senza demerito che qualche volta crea discriminazioni tra i candidati.
    In genere, i bandi delle amministrazioni prevedono come titolo preferenziale, a parità di titoli e merito, l'aver prestato "lodevole servizio" nelle amministrazioni pubbliche.
    Alcune amministrazioni, tuttavia, non prevedono nel loro Regolamento del personale, il rilascio di certificati al personale con questa dicitura, conseguendone che l'unico elemento che può essere attestato è che il servizio sia stato prestato con osservanza dei doveri imposti al pubblico dipendente, ovvero che non siano stati attivati procedimenti disciplinari o irrogate le relative sanzioni.
    Il Dipartimento della Funzione Pubblica, con un parere del 1999, aveva reso pressoché equivalenti i due tipi di attestazione: "l'aver prestato servizio senza demerito può essere considerato alla stessa stregua del lodevole servizio in sede di valutazione dei titoli di preferenza (...)".
    Spesso nei bandi di concorso si richiede solo un'autocertificazione dell'aver prestato "lodevole servizio". Tale disomogeneità di comportamento deriva dall'autonomia organizzativa di cui, in particolare gli enti locali, sono ampiamente dotati.
    Pertanto, se un Regolamento del personale dell'Ente, o lo stesso bando, fanno esplicito riferimento a questa dicitura, l'Amministrazione potrebbe valutare solo come titolo preferenziale, a parità di titoli e merito, una certificazione del lodevole servizio e non quella del "senza demerito".

    #2
    Titoli di preferenza nell'ambito di concorsi pubblici

    Domanda

    Ho superato un concorso pubblico con lo stesso punteggio di un collega sposato e con figli non fiscalmente a carico. Il punto 18 dell'art. 5 DPR 487/94 prevede la preferenza per i coniugati e non coniugati con riguardo al numero dei figli a carico. Vorrei sapere: 1) essere semplicemente coniugati costituisce titolo di preferenza; 2) per figli a carico, significa fiscalmente a carico?

    Risposta

    Gentile Utente, in merito al quesito posto, La informiamo che essere semplicemente coniugati non costituisce titolo preferenziale, in quanto ciò che rileva in ordine alla preferenza a parità di merito e a parità di titoli dal comma 4 punto 18) dell’art. 5 DPR 487/94 è l’esistenza di figli a carico . Con quest’ultima espressione si intende far riferimento ai figli fiscalmente a carico dell’interessato.

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      #3
      Decorrenza del permesso per lutto

      Domanda

      Quando è deceduta mia sorella ho chiesto al mio datore di lavoro di poter usufruire dei tre giorni per lutto (ex art. 19 del CCNL), ma mi sono stati negati perché io in quel periodo ero stato posto in “malattia post operazione”. In mancanza di indicazioni chiare da parte del CCNL sul tema, chiedo di sapere da quando il permesso per lutto si può far decorrere.



      Risposta

      Effettivamente, il CCNL del 6.7.1995 riconosce ai lavoratori, in caso di “lutti per coniuge, parenti entro il secondo grado ed affini entro il primo grado” il diritto ad usufruire di tre giorni consecutivi di congedo, ma non ne specifica la decorrenza.

      In mancanza quindi di una specifica previsione contrattuale, si deve far riferimento al Decreto interministeriale 21 luglio 2000 n. 278 ("Regolamento recante disposizioni di attuazione dell'articolo 4 della legge 8 marzo 2000, n. 53, concernente congedi per eventi e cause particolari.").

      Il Decreto, all'articolo 1, nel ribadire il diritto dei lavoratori, pubblici e privati, ad usufruire del permesso di tre giorni per lutto, specifica al comma 2 che “I giorni di permesso devono essere utilizzati entro sette giorni dal decesso o dall'accertamento dell'insorgenza della grave infermità o della necessità di provvedere a conseguenti specifici interventi terapeutici”.

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        #4
        Obbligo di risposta delle Pubbliche Amministrazioni

        Domanda

        Le Pubbliche Amministrazioni hanno l'obbligo di rispondere alle istanze dei privati?

        Risposta

        Nel nostro ordinamento non è rintracciabile una norma che imponga un obbligo generalizzato a carico delle Pubbliche Amministrazioni di rispondere a qualsiasi istanza, segnalazione, comunicazione dei cittadini. Al contrario sussiste il dovere di rispondere, ogni qual volta l’istanza è finalizzata all’adozione di un preciso provvedimento amministrativo. Tale obbligo è sancito formalmente dall'articolo 2 della Legge 241/1990. La Pubblica Amministrazione, quindi, deve valutare le singole istanze ed è obbligata a rispondere solamente nei casi in cui è tenuta, come conseguenza dell’istanza, ad adottare un provvedimento formale (autorizzazione, concessione, denuncia etc..). La Legge 241/90 prevede che le pubbliche amministrazioni determinano per ciascun tipo di procedimento il termine entro cui esso deve concludersi, con apposita disciplina, e laddove non abbiano provveduto in tal senso, che il termine è di 90 giorni (Legge 15/2005).Quindi il termine di 90 giorni è solo indicativo, in quanto l'amministrazione stessa può aver emanato un regolamento che stabilisca termini diversi.

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          #5
          Titoli di preferenza nell'ambito di concorsi pubblici

          Domanda

          Ho superato un concorso pubblico con lo stesso punteggio di un collega sposato e con figli non fiscalmente a carico. Il punto 18 dell'art. 5 DPR 487/94 prevede la preferenza per i coniugati e non coniugati con riguardo al numero dei figli a carico. Vorrei sapere: 1) essere semplicemente coniugati costituisce titolo di preferenza; 2) per figli a carico, significa fiscalmente a carico?

          Risposta

          Gentile Utente, in merito al quesito posto, La informiamo che essere semplicemente coniugati non costituisce titolo preferenziale, in quanto ciò che rileva in ordine alla preferenza a parità di merito e a parità di titoli dal comma 4 punto 18) dell’art. 5 DPR 487/94 è l’esistenza di figli a carico . Con quest’ultima espressione si intende far riferimento ai figli fiscalmente a carico dell’interessato.

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            #6
            Concorso pubblico in presenza di graduatoria idonei ancora valida

            Domanda

            Ho fatto un pubblico concorso e sono rientrata tra gli idonei. La stessa amministrazione ha bandito un altro concorso nonostante sia ancora valida la graduatoria di quello precedente. E’ corretto?

            Risposta

            Con sentenza 24 agosto 2006, n. 7425, il TAR Lazio si è espresso in merito all’utilizzo delle graduatorie valide.

            Nell’affermare la non obbligatorietà dell’utilizzo delle graduatorie da parte dell’Ente, il TAR stabilisce che nel caso in cui, a seguito dell’espletamento di un concorso e dell’approvazione della graduatoria, si siano resi disponibili alcuni posti per rinuncia, dimissioni o decadenza di alcuni concorrenti risultati vincitori, non sussiste l’obbligo della P.A. di procedere allo scorrimento della graduatoria ancora valida per la copertura dei posti stessi, in quanto, gli idonei - al pari dei vincitori del concorso - non sono titolari di un diritto all’assunzione.

            Sul fatto che le graduatorie dei vincitori rimangano efficaci per un termine di diciotto mesi si limita esclusivamente ad individuare un arco temporale di vigenza - e, quindi, di astratta idoneità alla produzione di effetti giuridicamente rilevanti - delle gradutorie concorsuali, ma non prevede espressamente alcun obbligo per l'Amministrazione di procedere allo "scorrimento" della graduatoria, nè alcuna preclusione all'indizione di un nuovo concorso.

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