http://www.repubblica.it/2007/08/sez...-evasione.html
campione risiede dal 2000 in Gran Bretagna, e ha costituito varie società alle quali vengono intestate le entrate
per le sponsorizzazioni. Ma per l'Agenzia delle Entrate ha ancora in Italia la sede principale di affari e interessi
Valentino Rossi nel mirino del fisco
"Evasione per 25 milioni di euro"
In base alla normativa, rischia una multa fino a 100 milioni, e sanzioni penali
Il padre del motociclista: "Io di questa storia non so nulla, e non so neppure dove sia mio figlio"
ROMA - Valentino Rossi ha evaso il fisco per 25 milioni di euro, dovuti per gli anni 2000-2004. Infatti il centauro, del quale in questi giorni si parla in particolare per la love story con Elisabetta Canalis, ha ricevuto un accertamento milionario dall'ufficio di Pesaro dell'Agenzia delle Entrate, in base al quale risulta tra il 2000 e il 2004 un imponibile non dichiarato di 60 milioni. E dato l'importo molto elevato scatterà, con tutta probabilità, una denuncia alla magistratura per il reato di omessa dichiarazione.
Rossi ha comunicato al fisco di aver trasferito la propria residenza in Gran Bretagna il 15 marzo del 2000. La ricostruzione effettuata sulla base delle indagini condotte dall'ufficio di Pesaro dell'Agenzia, in collaborazione con la direzione regionale delle Marche e la Direzione centrale accertamento, avrebbe certificato che Rossi in questi anni, e più precisamente dal 6 aprile 2000, ha presentato le dichiarazioni tributarie in Inghilterra, ma per cifre irrisorie, attestando di essere residente ma non domiciliato. Per esempio, nel modello '730' del 2002 avrebbe dichiarato, attesta l'agenzia Ansa, solo 500 euro da fabbricati. Eppure secondo la classifica annuale di Forbes Rossi è tra gli sportivi più pagati: nel 2006 'valeva' 12 milioni di euro di ingaggio e 25 milioni di euro per attività di sponsorizzazione e merchandising.
Il trasferimento fittizio per l'Agenzia delle Entrate in Gran Bretagna gli ha permesso di usufruire del regime dei 'resident but not domicilied' che consente al contribuente di dichiarare solo i redditi prodotti in Inghilterra. In questi anni, quindi, Rossi avrebbe dichiarato in Italia i soli redditi di fabbricati e in Inghilterra i redditi prodotti nell'isola, cioè quasi nulla. Scomparse, invece, le ricche sponsorizzazioni e il contratto con la Yamaha, la società per cui corre.
In effetti Rossi si era premunito, i suoi consulenti fiscali avevano costituito una seria di società estere alle quali sono stati intestati i vari contratti delle sponsorizzazioni. Tuttavia l'Agenzia delle entrate, secondo l'AdnKronos, è riuscita a ricostruire tutti i passaggi che hanno portato alla nascita di società a cui sono intestati i vari contratti degli sponsor con sedi di volta in volta a Dublino, Londra o altri paesi. E la lista degli sponsor è molto lunga: si va dalla Telecom Italia alla birra Peroni, dalla Atladis alla Dainese.
Dalla ricostruzione dell'Agenzia delle entrate sarebbe emerso che, oltre ad avere in Italia la sede principale degli affari e interessi economici, Rossi ha mantenuto un solido legame "di natura sociale e familiare" con il suo Paese, e quindi deve pagare le tasse. La mattina dello scorso 3 agosto i funzionari dell'Agenzia delle entrate hanno notificato a Rossi, nei pressi della sua abitazione di Tavullia (Pesaro Urbino) l'accertamento per il quinquennio, suddiviso per anno d'imposta.
Al momento nessun commento dal campione, mentre il padre Graziano, contattato dal sito della Gazzetta dello Sport, ha replicato: "Non so niente, un mio amico mi ha letto qualcosa poco fa, da un sito web, ma io di questa storia non so nulla, e non so neppure dove sia Valentino".
L'evasione per 25 milioni, in base alla normativa fiscale, può tradursi in una multa che può variare da due a quattro volte l'imposta evasa, quindi fino a 100 milioni. Tuttavia se invece Rossi decidesse di pagare entro 30 giorni, potrebbe ottenere sostanziose riduzioni. Ha naturalmente anche la possibilità di fare ricorso. Ma può incorrere anche in sanzioni di tipo penale, previste in tutti i casi nei quali la somma evasa ecceda i 75.000 euro.
Il sito Contribuenti.it, che fa capo a un'associazione non profit che si occupa dei diritti dei contribuenti, ricorda che Valentino Rossi si aggiunge a una lunga lista di sportivi accusati di aver evaso il fisco: tra questi Diego Armando Maradona, con oltre 30 milioni di euro, Loris Capirossi con 9 milioni, Alberto Tomba, Max Biaggi, il tennista Andrea Gaudenzi, il pilota Nicola Larini, Pierfrancesco Chili (moto) e il ciclista Mario Cipollini.
(8 agosto 2007)
campione risiede dal 2000 in Gran Bretagna, e ha costituito varie società alle quali vengono intestate le entrate
per le sponsorizzazioni. Ma per l'Agenzia delle Entrate ha ancora in Italia la sede principale di affari e interessi
Valentino Rossi nel mirino del fisco
"Evasione per 25 milioni di euro"
In base alla normativa, rischia una multa fino a 100 milioni, e sanzioni penali
Il padre del motociclista: "Io di questa storia non so nulla, e non so neppure dove sia mio figlio"
ROMA - Valentino Rossi ha evaso il fisco per 25 milioni di euro, dovuti per gli anni 2000-2004. Infatti il centauro, del quale in questi giorni si parla in particolare per la love story con Elisabetta Canalis, ha ricevuto un accertamento milionario dall'ufficio di Pesaro dell'Agenzia delle Entrate, in base al quale risulta tra il 2000 e il 2004 un imponibile non dichiarato di 60 milioni. E dato l'importo molto elevato scatterà, con tutta probabilità, una denuncia alla magistratura per il reato di omessa dichiarazione.
Rossi ha comunicato al fisco di aver trasferito la propria residenza in Gran Bretagna il 15 marzo del 2000. La ricostruzione effettuata sulla base delle indagini condotte dall'ufficio di Pesaro dell'Agenzia, in collaborazione con la direzione regionale delle Marche e la Direzione centrale accertamento, avrebbe certificato che Rossi in questi anni, e più precisamente dal 6 aprile 2000, ha presentato le dichiarazioni tributarie in Inghilterra, ma per cifre irrisorie, attestando di essere residente ma non domiciliato. Per esempio, nel modello '730' del 2002 avrebbe dichiarato, attesta l'agenzia Ansa, solo 500 euro da fabbricati. Eppure secondo la classifica annuale di Forbes Rossi è tra gli sportivi più pagati: nel 2006 'valeva' 12 milioni di euro di ingaggio e 25 milioni di euro per attività di sponsorizzazione e merchandising.
Il trasferimento fittizio per l'Agenzia delle Entrate in Gran Bretagna gli ha permesso di usufruire del regime dei 'resident but not domicilied' che consente al contribuente di dichiarare solo i redditi prodotti in Inghilterra. In questi anni, quindi, Rossi avrebbe dichiarato in Italia i soli redditi di fabbricati e in Inghilterra i redditi prodotti nell'isola, cioè quasi nulla. Scomparse, invece, le ricche sponsorizzazioni e il contratto con la Yamaha, la società per cui corre.
In effetti Rossi si era premunito, i suoi consulenti fiscali avevano costituito una seria di società estere alle quali sono stati intestati i vari contratti delle sponsorizzazioni. Tuttavia l'Agenzia delle entrate, secondo l'AdnKronos, è riuscita a ricostruire tutti i passaggi che hanno portato alla nascita di società a cui sono intestati i vari contratti degli sponsor con sedi di volta in volta a Dublino, Londra o altri paesi. E la lista degli sponsor è molto lunga: si va dalla Telecom Italia alla birra Peroni, dalla Atladis alla Dainese.
Dalla ricostruzione dell'Agenzia delle entrate sarebbe emerso che, oltre ad avere in Italia la sede principale degli affari e interessi economici, Rossi ha mantenuto un solido legame "di natura sociale e familiare" con il suo Paese, e quindi deve pagare le tasse. La mattina dello scorso 3 agosto i funzionari dell'Agenzia delle entrate hanno notificato a Rossi, nei pressi della sua abitazione di Tavullia (Pesaro Urbino) l'accertamento per il quinquennio, suddiviso per anno d'imposta.
Al momento nessun commento dal campione, mentre il padre Graziano, contattato dal sito della Gazzetta dello Sport, ha replicato: "Non so niente, un mio amico mi ha letto qualcosa poco fa, da un sito web, ma io di questa storia non so nulla, e non so neppure dove sia Valentino".
L'evasione per 25 milioni, in base alla normativa fiscale, può tradursi in una multa che può variare da due a quattro volte l'imposta evasa, quindi fino a 100 milioni. Tuttavia se invece Rossi decidesse di pagare entro 30 giorni, potrebbe ottenere sostanziose riduzioni. Ha naturalmente anche la possibilità di fare ricorso. Ma può incorrere anche in sanzioni di tipo penale, previste in tutti i casi nei quali la somma evasa ecceda i 75.000 euro.
Il sito Contribuenti.it, che fa capo a un'associazione non profit che si occupa dei diritti dei contribuenti, ricorda che Valentino Rossi si aggiunge a una lunga lista di sportivi accusati di aver evaso il fisco: tra questi Diego Armando Maradona, con oltre 30 milioni di euro, Loris Capirossi con 9 milioni, Alberto Tomba, Max Biaggi, il tennista Andrea Gaudenzi, il pilota Nicola Larini, Pierfrancesco Chili (moto) e il ciclista Mario Cipollini.
(8 agosto 2007)
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