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L'angolo di ROL
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http://www.gdf.gov.it/stampa/ultime-...ilioni-di-euro
Il primo meccanismo consisteva nella predisposizione di una serie di modelli F24, deleghe per il pagamento di debiti fiscali, previdenziali e assistenziali, rivelatisi inesistenti, utilizzando crediti della stessa natura parimenti inesistenti, di cui gli indagati richiedevano il rimborso a Camere di Commercio, Enti locali o Enti bilaterali, adducendo di aver effettuato il pagamento per errore, al fine di “monetizzare” i predetti falsi crediti tributari e contributivi. Gli Enti bilaterali sono costituiti a iniziativa di una o più associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro per la programmazione di attività formative, la gestione mutualistica di fondi per la formazione e l'integrazione del reddito ovvero ogni altra attività o funzione assegnata loro dalla legge o dai contratti collettivi di riferimento. Tali organismi, destinatari di contributi versati sulla base di accordi contrattuali, non potendo verificare la legittimità delle richieste di rimborso presentate dai prestanome dei due professionisti, predisponevano, in buona fede, bonifici per svariate decine di migliaia di euro in favore delle società di volta in volta utilizzate. Se i rimborsi tardavano ad arrivare, i soggetti implicati non avevano remore nel chiamare e/o scrivere all’Ente interessato, minacciando azioni legali tese a sollecitare il pagamento delle somme indebitamente richieste.
Un ulteriore meccanismo accertato rientrava pienamente nella fattispecie delle indebite compensazioni di crediti erariali fittizi con imposte realmente dovute.
Una terza modalità fraudolenta si manifestava con la creazione di falsi crediti Iva in dichiarazione tramite l’utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, cui seguiva l’indebita istanza di rimborso all’ufficio finanziario competente.
L’ex commercialista, inoltre, conoscendo approfonditamente i criteri e le modalità di controllo adottati dell’Agenzia delle Entrate, ha reclutato diversi soggetti compiacenti, che si sono prestati a presentare, sotto la sua regia, molteplici modelli 730, artatamente predisposti, per richiedere rimborsi di crediti inesistenti di poco inferiori all’importo di 4.000 euro, soglia fissata per i controlli da parte degli uffici finanziari, riuscendo, in questo modo, a sottrarre diverse centinaia di migliaia di euro all’erario.
Al fine di allontanare l’attenzione dalla propria persona per continuare a perpetrare indisturbato frodi in danno dello Stato, il citato consulente fiscale ha anche richiesto la cancellazione dall’albo dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Padova.
Gli indagati, una volta “monetizzato il tesoretto”, lo destinavano su svariati conti correnti, per poi prelevare il denaro in contanti o inviarlo all’estero, in particolare su conti croati.
I proventi illeciti usciti dai confini nazionali rientravano in Italia attraverso una serie di trasferimenti volti a ostacolarne l’identificazione della provenienza illecita, transitando su conti correnti di società gestite da soggetti compiacenti.
Parte dei profitti illeciti sono stati reinvestiti anche in Italia tramite l’intestazione formale dei beni a prestanome.
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