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L'angolo di ROL

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    https://www.baritoday.it/cronaca/tan...715.1491388580

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      https://www.youtube.com/watch?v=EDCHk6JhFzQ

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        Tangenti per appalti alla Regione Puglia: indagato Elio Sannicandro e funzionari
        „Secondo quanto riporta il quotidiano, sono indagati due funzionari della Regione, il legale rappresentante e il progettista della società che ha vinto alcune gare, e il commissario delegato al dissesto idrogeologico, Elio Sannicandro, che ricopre l'incarico di direttore generale della Agenzia regionale strategica per la sviluppo ecosostenibile del territorio (Asset Puglia). La posizione di Sannicandro - precisa il giornale - sarebbe tuttavia "decisamente sfumata" in quanto - si legge nell'articolo a firma di Massimiliano Scagliarini - "nella sua veste di commissario ha firmato i provvedimenti definitivi di aggiudicazione degli appalti finiti nel mirino, ma le procedure di gara erano già terminate prima della sua nomina e non ha mai avuto contatti di nessun genere con l’imprenditore sospettato di aver pagato tangenti".“

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          https://www.milanotoday.it/attualita...-ecobonus.html

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            Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
            «È facile osservare che la riduzione delle perdite di bilancio attuata tramite il ricorso alle plusvalenze fittizie non viola solo le norme del codice civile sui bilanci, ma produce anche un immediato vantaggio materiale per gli azionisti di maggioranza, i quali devono ripianare le perdite per un importo minore rispetto a quello che risulterebbe senza gli artifici contabili dell’ultimo minuto».

            Con questa breve notazione (S.Napolitano, Il Manifesto, 7 luglio 2004) viene illustrato in poche parole il vantaggio che si ottiene tramite il sistema delle cosiddette “plusvalenze fittizie”.
            Le plusvalenze nel calcio, così come in ogni altro ambito contabile, sono sempre esistite. Ma è solo in tempi recenti e grazie soprattutto all’ingegno di Sergio Cragnotti, che sono state elevate a “sistema”, al punto da diventare l’unica ancora di salvezza del calcio in crisi. Come è noto, l’aumento dei ricavi è stato accompagnato da un corrispondente incremento delle valutazioni dei calciatori e da una lievitazione inarrestabile degli ingaggi loro corrisposti.

            Negli ultimi anni i bilanci di molte società (in special modo Lazio e Inter) hanno fatto registrare valori del
            costo del lavoro addirittura superiori al fatturato. Se alle spese per gli ingaggi si aggiungono i normali costi di gestione e le elevatissime quote di ammortamento si arriva ad una situazione in cui le perdite superano abbondantemente i ricavi. E i conti in rosso determinano una sola conseguenza: il loro ripianamento, ovvero un versamento di denaro fresco che riporti il bilancio in parità.

            Ovviamente non tutti i proprietari delle società di calcio si sentono, o sono in grado, di sborsare annualmente milioni di euro per coprire le perdite. In altri tempi, quando i passivi si limitavano a pochi miliardi di lire, molti benestanti presidenti (pensiamo agli anni ’80 con gli Agnelli, i Pontello, i Pellegrini) erano ben disposti a scucire qualche soldo per mantenere il loro giocattolo sportivo.

            Oggi, invece, i bilanci fanno segnare
            perdite mostruose e nessuno, anche il più ricco del pianeta, tratta a cuor leggero di cifre composte da sei numeri. Figuriamoci chi i soldi non li ha.
            Come fare allora per sistemare i bilanci ed essere in regola con i parametri richiesti per l’iscrizione al campionato? Semplice, adottando il sistema delle plusvalenze.
            La logica impone che se si desidera ottenere una plusvalenza redditizia è necessario cedere un calciatore importante, con un’elevata quotazione di mercato. Ma è altrettanto ovvio che se in rosa viene a mancare un pezzo pregiato, è necessario rimpiazzarlo con un elemento dal valore equivalente, a meno di non rassegnarsi a perdere in competitività. Un circolo vizioso, quindi.

            Fino ai primi anni Novanta il calcio funzionava proprio così. Chi aveva i soldi (le grandi) li investiva in calciatori, chi non li aveva (le piccole) si arrangiava cercando di rivendere giovani talenti cresciuti in casa. Ma tutto è cambiato con l’aggiunta dell’aggettivo “fittizia” alla parola plusvalenza. Perché “
            fittizia”? Un esempio può venire in aiuto: la mia società di calcio sta per chiudere il bilancio con una perdita di 20 milioni di euro e io non ho nessuna intenzione di versare quei soldi (probabilmente non li ho nemmeno), né tantomeno intendo privarmi dei miei calciatori migliori. Ricorro così alla plusvalenza fittizia: prendo un giocatore della mia primavera (o un rincalzo che non rientra nei progetti futuri) e lo cedo ad un’altra società, non per il suo reale valore (supponiamo 1 milione) ma per un valore arbitrariamente “gonfiato” (poniamo 20 milioni).

            Per fare un paragone, sarebbe come vendere una pizza per 200 euro. In questo modo, il mio bilancio va a posto: quando un giocatore viene venduto, il guadagno derivante dalla sua cessione si iscrive, tutto ed una volta sola, nel bilancio dell’esercizio in cui l’operazione è stata contabilizzata. Quindi, se vendo Tizio a 20 milioni, quei 20 milioni entrano direttamente nel mio bilancio, sistemandolo.


            Ma c’è un problema: la squadra che ha comprato il mio calciatore deve affrontare un esborso di 20 milioni. E oltretutto per un calciatore sconosciuto. Come fa, quella squadra, a sistemarsi a sua volta? Semplice, la società in questione mi gira un suo calciatore, altrettanto anonimo, per la stessa cifra. Quindi, io ottengo 20 milioni e ripiano i miei conti, l’altra società ne ottiene sempre 20 ed è a posto con i suoi. Ecco realizzarsi unaplusvalenza “fittizia incrociata”. Ma, a questo punto, sorge spontanea una domanda: la cessione “gonfiata” ha ripianato l’iniziale “rosso” ma se poi ne acquisto un altro per lo stesso valore, il mio bilancio torna in perdita? La risposta è “no”. O, per lo meno, non del tutto. E qui sta la chiave di volta sulla quale si regge tutto il sistema: al contrario dei guadagni, i costi sostenuti non incidono direttamente sull’esercizio in corso, ma vengono ammortizzati, ovvero ripartiti, in più esercizi. Il costo dei calciatori, nello specifico, viene ammortizzato per un periodo pari alla durata del contratto stipulato. Nel nostro esempio, se concedo cinque anni di contratto al nuovo acquisto, ogni anno per cinque anni, iscriverò 4 milioni di costo (20:5=4).
            Quindi, se cedendo un mio calciatore realizzo 20, acquistandone un altro perdo solo 4, almeno in relazione alla stagione in corso. In questo modo, per chiudere il bilancio ed essere in regola devo sborsare di tasca mia solo quei 4 milioni. In alternativa posso cercare di ottenere una fidejussione che mi garantisca il pagamento futuro di quella somma (vedremo più avanti anche il sistema delle fidejussioni).

            da pag 1....




            https://www.ilfattoquotidiano.it/202...lenze/5892121/

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              La Serie A fa il record di debiti: 4 miliardi nel 2018/19. Il pallone si regge sui soliti diritti tv e sul “trucchetto” delle plusvalenze

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                https://www.trasportoeuropa.it/notiz...nte-a-pescara/

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                  “Diversamente, il provvedimento si presta bene a quelle grandi organizzazioni che promettono al cliente il ‘pacchetto completo’: si occupano di tutto, dalla fase di progettazione a quella di esecuzione, anticipano le spese e riscuotono il credito d’imposta dell’utente finale. In questo pacchetto ‘chiavi in mano’ è però incluso anche il lavoro del professionista che, assunto da questa società per un tozzo di pane, si occuperà di valutare che i costi siano congrui e che gli interventi soddisfino tutti i requisiti necessari per accedere al bonus. Sarà difficile per quel tecnico essere imparziale”.

                  https://it.businessinsider.com/ecobo...o-progettista/

                  ueeeee ahahahahahaah

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                    Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
                    “Diversamente, il provvedimento si presta bene a quelle grandi organizzazioni che promettono al cliente il ‘pacchetto completo’: si occupano di tutto, dalla fase di progettazione a quella di esecuzione, anticipano le spese e riscuotono il credito d’imposta dell’utente finale. In questo pacchetto ‘chiavi in mano’ è però incluso anche il lavoro del professionista che, assunto da questa società per un tozzo di pane, si occuperà di valutare che i costi siano congrui e che gli interventi soddisfino tutti i requisiti necessari per accedere al bonus. Sarà difficile per quel tecnico essere imparziale”.

                    https://it.businessinsider.com/ecobo...o-progettista/

                    ueeeee ahahahahahaah
                    Inoltre, come fa notare l’Ordine degli ingegneri della Provincia di Milano, i nuovi incentivi potrebbero essere una ghiotta occasione per alcuni grandi operatori del settore, come utilities e fornitori di tecnologie, che possono assumere i tecnici che dovranno effettuare l’asseverazione dell’intervento di riqualificazione. Questi grandi operatori infatti formano delle ESCo, Energy Service Company (società che si occupano di tutte le operazioni tecniche e finanziarie necessarie per realizzare un intervento), le quali controllano, dispongono dei mezzi finanziari e organizzativi per intermediare il credito d’imposta. “

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                      per un tozzo di pane

                      https://www.ilfattoquotidiano.it/202...nnita/5895428/

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