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INCHIESTA Napoli, la borghesia al servizio dei re della camorra
Notabili, costruttori e imprenditori, commercialisti e medici, servitori dello Stato infedeli e avvocati avvezzi al doppio gioco. All’ombra del conflitto fra le paranze cresce il Sistema. E prolifera tra i professionisti
http://espresso.repubblica.it/inchie...?ref=HEF_RULLO
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Notabili, costruttori e imprenditori, commercialisti e medici, servitori dello Stato infedeli e avvocati avvezzi al doppio gioco. All’ombra del conflitto fra le paranze cresce il Sistema. E prolifera tra i professionisti
http://espresso.repubblica.it/inchie...?ref=HEF_RULLO
Eppure il professionista assume il ruolo strategico di cerniera tra due mondi». Chi ha indagato su questa contaminazione tra camorra e borghesia a partire dagli anni ’80 è l’ex magistrato Aldo De Chiara. Da pretore ha messo sotto accusa il periodo in cui la camorra aveva messo le mani sui grandi appalti della città, delle periferie, della provincia. «Nel fenomeno dell’abusivismo non c’era solo la camorra. I clan erano appoggiati da esperti professionisti che suggerivano ai boss come aggirare le regole sull’edilizia.
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Cosa è cambiato da allora? Sicuramente i meccanismi, ma il Sistema gode sempre di ottime entrature nella pubblica amministrazione e nella politica. Perché la camorra è un cliente affidabile. In alcuni rapporti della Direzione investigativa antimafia si citano episodi in cui non è il Sistema a cercare i professionisti, ma questi ultimi a bussare a casa dei boss.
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Un pianeta sommerso attraversato anche da consulenti finanziari, che offrono la loro merce migliore: società estere, holding maltesi e londinesi, scatole vuote da utilizzare per far perdere le tracce del denaro sporco. Le prove dello stretto rapporto dei padrini con la borghesia cittadina sono cristallizzate in tre indagini non ancora concluse, firmate da diversi pm coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli.
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La convinzione è che esista una strategia più ampia, con una regia criminale di altissimo profilo. Alcune delle società coinvolte utilizzate per la triangolazione della merce hanno sede a Malta, altre nell’Est Europa. L’isola del Mediterraneo è il ponte per l’Europa del petrolio libico di contrabbando. La giornalista maltese assassinata, Daphne Caruana Galizia, ne aveva intuito la portata. Le società create a Est invece servono per importare l’oro nero da Iraq e Siria. Una volta che la merce raggiunge l’Italia, una buona parte finisce in depositi del napoletano, la cui proprietà è riconducibile a uomini del cartello camorristico. Il traffico riguarda tutta Italia. Sulle tracce dell’oro nero illegale c’è la Guardia di finanza che indaga senza sosta. Anche perché l’evasione delle accise ammonta a centinaia di milioni di euro. Il giro d’affari per i clan che tengono i fili di questo business è da capogiro. E comporta meno rischi del traffico di droga.
Insomma, l’ultima frontiera della camorra. Con un ruolo rilevante ricoperto dai professionisti. Di nuovo loro, gli insospettabili uomini cerniera. Ingranaggi vitali del Sistema governato dai re di Napoli.
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Crac Ferrovie Sud Est, a processo l’ex amministratore Fiorillo e altre 14 persone
https://www.ilfattoquotidiano.it/201...rsone/4519023/
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