Originariamente inviato da SpadoneTributario
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ciao fabio.... spero che li da te vada tutto bene!! qui da me tutto ok!
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Originariamente inviato da The Witcher Visualizza il messaggioOttima analisi.
Forse è per quello che nel mio ufficio i tirocinanti sono tutti (eccetto il sottoscritto) su 35 anni, con fior fiore di titoli (commercialiti, dottorati, master tributari etc. etc.).
Si capisce che quando operavano come liberi professionisti i soldini erano di più, ma consequenzialmente anche lo stress e la mancanza di tempo libero.
Insomma, a mio modesto avviso occorre prima aver ben chiaro cosa si cerca....
Rispondendo invece a verbavolant: caro collega, io ho studiato contemporaneamente per l'abilitazione e per questo concorso, quindi immaginati lo stress e il tempo che ho dedicato ai quiz. Ma visto che di civile penale e amministrativo avevo una buona infarinatura essendo al secondo tentativo di abilitazione (per fortuna l'ultimo!), ho aggiunto una rispolverata agli appunti di tributario, contabilità di stato e finanza pubblica e mi sono ficcato in testa nozioni sparse di contabiltà aziendale e statistica. Imprescindibile l'Annuario del contribuente, appena esce, perchè a molti quiz ho risposto grazie a lui. Comunque, molto a macchia di leopardo, cercando di recuperare da dove capitava le nozioni che mi mancavano. Mi ha aiutato anche il libro di quiz della Simone, ma mi hanno parlato molto bene dei manuali multimateria sia Simone che Maggioli. Insomma, basta dare una chance a se stessi... provare con impegno. Se son rose...
Se poi ti volevi riferire a raccomandati vari e scene simili, dopo quello che è successo a magistratura, per me è rimasto il concorso più trasparente! Anche se se ne sono sentite pure da noi... Se però consideri che non è un dottorato per 3 posti con 3 borse, ma un concorso per 830 posti...lo spazio di manovra non manca.
Ancora lì? Avanti, corri a imbustare la domanda! A fare l'avvocato c'è sempre tempo ;p
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Ragazzi sono un giovane avvocato che non vuole fare l'avvocato. Vorrei concentrarmi su questo concorso per cambiare vita e rimettermi in gioco...ma basta davvero e soltanto studiare? Si superano davvero così i concorsi?
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Originariamente inviato da SpadoneTributario Visualizza il messaggioLo spazio per i giovani non manca mai...quando entrerete (ve lo auguro), vi accorgerete di una realtà ben diversa rispetto agli stereotipi del lavoro alle dipendenze dello Stato.
Gli unici che continuano a trattare le Entrate (e le Dogane) alla stregua di un ministero, di una ASL o di un museo sono i governanti ed i sindacati.
I primi perché così possono tacciarci per fannualloni, ridurci i premi legittimamente conquistati (c'è qualcosa di più immediato, concreto e misurabile delle maggiori entrate da accertamento?) e darci aumenti da fame.
I secondi perché così continuano ad esercitare una certa influenza, anche nei confronti di personale altamente professionalizzato.
Il nostro prestigio dovrebbe essere all'altezza di quello delle Authority (Antistrust, Consob, Garante Privacy, ecc.) proprio in considerazione dell'alta professionalità...ed invece ci tarpano costantemente le ali.
Senza contare che lo spettro della Corte dei Conti aleggia dietro ogni nostro atto...
Vabbé...il domani sarà senz'altro migliore!
Quoto... speriamo sempre in un domani migliore....
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Lo spazio per i giovani non manca mai...quando entrerete (ve lo auguro), vi accorgerete di una realtà ben diversa rispetto agli stereotipi del lavoro alle dipendenze dello Stato.
Gli unici che continuano a trattare le Entrate (e le Dogane) alla stregua di un ministero, di una ASL o di un museo sono i governanti ed i sindacati.
I primi perché così possono tacciarci per fannualloni, ridurci i premi legittimamente conquistati (c'è qualcosa di più immediato, concreto e misurabile delle maggiori entrate da accertamento?) e darci aumenti da fame.
I secondi perché così continuano ad esercitare una certa influenza, anche nei confronti di personale altamente professionalizzato.
Il nostro prestigio dovrebbe essere all'altezza di quello delle Authority (Antistrust, Consob, Garante Privacy, ecc.) proprio in considerazione dell'alta professionalità...ed invece ci tarpano costantemente le ali.
Senza contare che lo spettro della Corte dei Conti aleggia dietro ogni nostro atto...
Vabbé...il domani sarà senz'altro migliore!
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Beh Spadone spero non voglia significare che per i giovani e per i meno esperti ci sono minori possibilità di assunzione. In fondo è un tirocinio, si partecipa anche per apprendere.
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Originariamente inviato da fabrigu Visualizza il messaggioForse so io perché ci sono tanti over 30... in fondo sono del 79. Mettiamola così: quando sei appena laureato (figuriamoci poi se esci da una triennale) pensi che il mondo del lavoro aspetti te, che gli studi legali o di commercialista facciano a pugni per averti dietro una loro scrivania. In realtà non sai molto del mondo del lavoro e di cosa succeda nelle aule di tribunale o commissione tributaria o dietro le targhe d'ottone che ammiccano dalle facciate di molti palazzi. Poi ti accorgi di quanto sia dura, di quanto piccoli siano i passaggi per il vero successo, di quanto densa la melma in cui arrancano i cosìddetti meritevoli. Cominci a vedere quanto marciume ci sia dietro certi blasonati concorsi, ma nonostante tutto continui ad andare avanti. Poi un giorno ti svegli: sei avvocato, commercialista, praticante all'ennesimo tentativo di abilitazione e ti chiedi se ne valga davvero la pena, se sia quella la strada che hai scelto, se sia giusto insistere. Ti guardi intorno e vedi che al di sotto della luce che hai sempre seguito come una stella polare, si agitano decine di altri concorsi, carriere che avevi snobbato, percorsi di cui non conoscevi nemmeno l'esistenza. E improvvisamente la luce in alto sembra offuscarsi e queste nuove opportunità prendono a brillare più intensamente, sono nuove promesse di stabilità, di possibilità. Così, ti trovi a imbustare domande, ad aspettare ricevute di ritorno, a consultare la Gazzetta, a girare per l'Italia per sostenere una ad una tutte le prove previste dai bandi; un quiz preselettivo qua, uno scritto di tre giorni là, un altro scritto dall'altra parte. E un giorno succede: il tuo nome compare nella graduatoria di ammessi ad uno dei concorsi, forse non ricordi nemmeno quale. Hai 35, 40, 55, 60 anni e finalmente, forse, stai cominciando a lavorare sul serio. Potrai programmare il tuo futuro, cominciare una vita tutta tua o riscrivere il tuo copione come avresti voluto fosse sempre stato scritto.
E poi ti svegli... no, cacchio, lasciatemi sognare un altro po'! ;p
Drammatizzazioni a parte, certi concorsi vengono affrontati non soltanto da giovani laureati, ma anche da tante altre persone che hanno provato a stare nel mondo del lavoro e hanno toccato con mano quanto sia dura e quanto poco, in alcuni casi, ne valga la pena. Si tratta di persone più preparate, di gente che ha conosciuto sul campo molte cose che i più giovani hanno letto solo nei libri. Hanno per forza una marcia in più.
Comunque l'età non è decisa dalla commissione, abbiamo passato due prove a quiz con correzione automatica. Evidentemente molti giovani stanno ancora tentando la libera professione. A loro vanno i miei migliori auguri. A chi sta tentando la strada del pubblico impiego dico solo: teniamo duro e andiamo avanti, c'è una poltrona che ci aspetta!
Forse è per quello che nel mio ufficio i tirocinanti sono tutti (eccetto il sottoscritto) su 35 anni, con fior fiore di titoli (commercialiti, dottorati, master tributari etc. etc.).
Si capisce che quando operavano come liberi professionisti i soldini erano di più, ma consequenzialmente anche lo stress e la mancanza di tempo libero.
Insomma, a mio modesto avviso occorre prima aver ben chiaro cosa si cerca....
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Originariamente inviato da fabrigu Visualizza il messaggioForse so io perché ci sono tanti over 30... in fondo sono del 79. Mettiamola così: quando sei appena laureato (figuriamoci poi se esci da una triennale) pensi che il mondo del lavoro aspetti te, che gli studi legali o di commercialista facciano a pugni per averti dietro una loro scrivania. In realtà non sai molto del mondo del lavoro e di cosa succeda nelle aule di tribunale o commissione tributaria o dietro le targhe d'ottone che ammiccano dalle facciate di molti palazzi. Poi ti accorgi di quanto sia dura, di quanto piccoli siano i passaggi per il vero successo, di quanto densa la melma in cui arrancano i cosìddetti meritevoli. Cominci a vedere quanto marciume ci sia dietro certi blasonati concorsi, ma nonostante tutto continui ad andare avanti. Poi un giorno ti svegli: sei avvocato, commercialista, praticante all'ennesimo tentativo di abilitazione e ti chiedi se ne valga davvero la pena, se sia quella la strada che hai scelto, se sia giusto insistere. Ti guardi intorno e vedi che al di sotto della luce che hai sempre seguito come una stella polare, si agitano decine di altri concorsi, carriere che avevi snobbato, percorsi di cui non conoscevi nemmeno l'esistenza. E improvvisamente la luce in alto sembra offuscarsi e queste nuove opportunità prendono a brillare più intensamente, sono nuove promesse di stabilità, di possibilità. Così, ti trovi a imbustare domande, ad aspettare ricevute di ritorno, a consultare la Gazzetta, a girare per l'Italia per sostenere una ad una tutte le prove previste dai bandi; un quiz preselettivo qua, uno scritto di tre giorni là, un altro scritto dall'altra parte. E un giorno succede: il tuo nome compare nella graduatoria di ammessi ad uno dei concorsi, forse non ricordi nemmeno quale. Hai 35, 40, 55, 60 anni e finalmente, forse, stai cominciando a lavorare sul serio. Potrai programmare il tuo futuro, cominciare una vita tutta tua o riscrivere il tuo copione come avresti voluto fosse sempre stato scritto.
E poi ti svegli... no, cacchio, lasciatemi sognare un altro po'! ;p
Drammatizzazioni a parte, certi concorsi vengono affrontati non soltanto da giovani laureati, ma anche da tante altre persone che hanno provato a stare nel mondo del lavoro e hanno toccato con mano quanto sia dura e quanto poco, in alcuni casi, ne valga la pena. Si tratta di persone più preparate, di gente che ha conosciuto sul campo molte cose che i più giovani hanno letto solo nei libri. Hanno per forza una marcia in più.
Comunque l'età non è decisa dalla commissione, abbiamo passato due prove a quiz con correzione automatica. Evidentemente molti giovani stanno ancora tentando la libera professione. A loro vanno i miei migliori auguri. A chi sta tentando la strada del pubblico impiego dico solo: teniamo duro e andiamo avanti, c'è una poltrona che ci aspetta!
Speriamo che qualcuno lassù le ascolti e che stavolta sia quella giusta!!!
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Forse so io perché ci sono tanti over 30... in fondo sono del 79. Mettiamola così: quando sei appena laureato (figuriamoci poi se esci da una triennale) pensi che il mondo del lavoro aspetti te, che gli studi legali o di commercialista facciano a pugni per averti dietro una loro scrivania. In realtà non sai molto del mondo del lavoro e di cosa succeda nelle aule di tribunale o commissione tributaria o dietro le targhe d'ottone che ammiccano dalle facciate di molti palazzi. Poi ti accorgi di quanto sia dura, di quanto piccoli siano i passaggi per il vero successo, di quanto densa la melma in cui arrancano i cosìddetti meritevoli. Cominci a vedere quanto marciume ci sia dietro certi blasonati concorsi, ma nonostante tutto continui ad andare avanti. Poi un giorno ti svegli: sei avvocato, commercialista, praticante all'ennesimo tentativo di abilitazione e ti chiedi se ne valga davvero la pena, se sia quella la strada che hai scelto, se sia giusto insistere. Ti guardi intorno e vedi che al di sotto della luce che hai sempre seguito come una stella polare, si agitano decine di altri concorsi, carriere che avevi snobbato, percorsi di cui non conoscevi nemmeno l'esistenza. E improvvisamente la luce in alto sembra offuscarsi e queste nuove opportunità prendono a brillare più intensamente, sono nuove promesse di stabilità, di possibilità. Così, ti trovi a imbustare domande, ad aspettare ricevute di ritorno, a consultare la Gazzetta, a girare per l'Italia per sostenere una ad una tutte le prove previste dai bandi; un quiz preselettivo qua, uno scritto di tre giorni là, un altro scritto dall'altra parte. E un giorno succede: il tuo nome compare nella graduatoria di ammessi ad uno dei concorsi, forse non ricordi nemmeno quale. Hai 35, 40, 55, 60 anni e finalmente, forse, stai cominciando a lavorare sul serio. Potrai programmare il tuo futuro, cominciare una vita tutta tua o riscrivere il tuo copione come avresti voluto fosse sempre stato scritto.
E poi ti svegli... no, cacchio, lasciatemi sognare un altro po'! ;p
Drammatizzazioni a parte, certi concorsi vengono affrontati non soltanto da giovani laureati, ma anche da tante altre persone che hanno provato a stare nel mondo del lavoro e hanno toccato con mano quanto sia dura e quanto poco, in alcuni casi, ne valga la pena. Si tratta di persone più preparate, di gente che ha conosciuto sul campo molte cose che i più giovani hanno letto solo nei libri. Hanno per forza una marcia in più.
Comunque l'età non è decisa dalla commissione, abbiamo passato due prove a quiz con correzione automatica. Evidentemente molti giovani stanno ancora tentando la libera professione. A loro vanno i miei migliori auguri. A chi sta tentando la strada del pubblico impiego dico solo: teniamo duro e andiamo avanti, c'è una poltrona che ci aspetta!
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