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    #51
    Immagino che le file agli sportelli della popolosa ed attivissima milano saranno paurose...
    Gabriele

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      #52
      Garantisco che a Varese, che è direzione provinciale, l'apertura al pubblico va dalle 8.30 alle 12.50 con obbligo ufficiale di finire l'ultima operazione alle 13.00,ma di fatto si deve accettare il pubblico ben oltre l'orario perchè secondo i capi non si deve guardare il minuto e non bisogna mai alzarsi col pubblico in coda. Non c'è proporzione, a parità di indennità tra chi fa sportello a Varese e chi lo fa in un ufficietto di provincia.All'interno della stessa provincia Varese è l'unica o quasi che apre alle 8.30 mentre gli altri uffici aprono alle 9.00 e finiscono alla stessa ora.L'indennità giornaliera è la stessa e i sindacati che si sono già attivati a difendere qualche collega di Milano che ha intrigato per 120.000 euro non dicono nulla.Non solo:Varese è l'unico ufficio in cui si deve rispondere al telefono,ossia ci sorbiamo tutte le telefonate provinciali più l'apertura al pubblico più lunga.In stanza,non potendo dimostrare la continuatività del pubblico,non ti becchi alcuna indennità nè di frontoffice nè di call center,perchè l'ufficio locale non avrebbe l'obbligo di rispondere al telefono.Subentra sempre l'ordine dei capi e talvolta sono proprio i capi sindacalisti a importelo.Diffidate dai sindacati e non aspettatevi alcuna tutela da loro,sono i primi a chiedere la gavetta per i precari.Il fua di Varese sarà sicuramente più alto di un ufficio di provincia o del centrosud,ma anche la vita costa di più e non c'è proporzione col lavoro suppletivo.Io preferirei guadagnare qualcosa meno,avere la vita un po' meno cara ma un lavoro più tranquillo.Nel cuore della Lombardia il terrore di un precario non è la mole di lavoro ma il pubblico,che sia sportello o attività esterna.Il backoffice,per quanto demansionante o meccanico,qui è il paradiso per eccellenza.

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        #53
        lo stress lombardo:il pubblico,non la mole di lavoro 'tranquilla'in back

        Garantisco che a Varese, che è direzione provinciale, l'apertura al pubblico va dalle 8.30 alle 12.50 con obbligo ufficiale di finire l'ultima operazione alle 13.00,ma di fatto si deve accettare il pubblico ben oltre l'orario perchè secondo i capi non si deve guardare il minuto e non bisogna mai alzarsi col pubblico in coda. Non c'è proporzione, a parità di indennità tra chi fa sportello a Varese e chi lo fa in un ufficietto di provincia.All'interno della stessa provincia Varese è l'unica o quasi che apre alle 8.30 mentre gli altri uffici aprono alle 9.00 e finiscono alla stessa ora.L'indennità giornaliera è la stessa e i sindacati che si sono già attivati a difendere qualche collega di Milano che ha intrigato per 120.000 euro non dicono nulla.Non solo:Varese è l'unico ufficio in cui si deve rispondere al telefono,ossia ci sorbiamo tutte le telefonate provinciali più l'apertura al pubblico più lunga.In stanza,non potendo dimostrare la continuatività del pubblico,non ti becchi alcuna indennità nè di frontoffice nè di call center,perchè l'ufficio locale non avrebbe l'obbligo di rispondere al telefono.Subentra sempre l'ordine dei capi e talvolta sono proprio i capi sindacalisti a importelo.Diffidate dai sindacati e non aspettatevi alcuna tutela da loro,sono i primi a chiedere la gavetta per i precari.Il fua di Varese sarà sicuramente più alto di un ufficio di provincia o del centrosud,ma anche la vita costa di più e non c'è proporzione col lavoro suppletivo.Io preferirei guadagnare qualcosa meno,avere la vita un po' meno cara ma un lavoro più tranquillo.Nel cuore della Lombardia il terrore di un precario non è la mole di lavoro ma il pubblico,che sia sportello o attività esterna.Il backoffice,per quanto demansionante o meccanico,qui è il paradiso per eccellenza.

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          #54
          per ul.varese. Hai il mio appoggio morale, ma vorrei se possibile farti riflettere bene prima di prendere la tua decisione definitiva. Questo é il mio terzo anno nella p.a. ho lavorato in 3 enti locali diversi. Ti posso assicurare che la tua descrizione del posto di lavoro, per quanto sia sicuramente difficile (non lo metto in dubbio), ti posso assicurare che se potessi verrei SUBITO a lavorare al posto tuo.

          NON STO SCHERZANDO, NON PRENDERMI PER UN PAZZO. Ti posso assicurare che dove ho lavorato io ho visto e ho affrontato situazioni molto peggiori delle tue che hai descritto. Ti posso assicurare che io se potessi farei volentieri cambio con il tuo lavoro.

          E con questo ti saluto, e ti auguro ogni bene

          Un abbraccio

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            #55
            AMGSPA, non sei affatto un pazzo e apprezzo la tua considerazione.Non so sei hai letto i miei messaggi nei forum paralleli come 'ae che vergogna' o 'lasciate perdere' dove ho descritto molto più chiaramente la mia situazione di mobbing.Non ripeto per evitare di intasare i forum di questo sito dove ho già scritto parecchio in questi giorni.Sono la prima a dire che il lavoro pubblico è ancora il migliore,nelle ditte non mi sono neanche cimentata.Vengo da brutte esperienze di lavoro autonomo,ho voluto tentare con la soluzione più tranquilla e per quanti vantaggi possa avere certe ingiustizie parlano comunque da sole.Chi opta per la tranquillità accettando di lavorare invece di comandare con uno stipendio sicuro,più che decente ma non da dirigente non deve essere sbattuto a fare figure di fronte al pubblico o,peggio,come detto negli altri forum del sito,a firmare verbali con orari 'ritoccati'all'insaputa dei contribuenti,a dare multe spesso ingiuste,a fare lavoro non curato che causa cartelle pazze,a sanzionare cavilli per la riscossione,a stare abbandonato su una strada senza sapere se il collega che ti ha accompagnato rimettendoci l'auto è disposto a riportarti in ufficio o stazione senza un ordine scritto del capo che creato la situazione.So che ci sono situazioni peggiori ed è proprio per questo che a differenza di altri compagni di forum non dico lasciate perdere agli speranzosi di entrare,anzi consiglio il lavoro pubblico prima di ogni altro,sia privato che autonomo.Ma ancha qui le ingiustizie vanno affrontate e,ripeto,i colleghi fanno la loro parte perchè se in massa reclamassero con dignità il lavoro sarebbe altrettanto dignitoso,invece se dici qualcosa ti isolano al pari dei capi.Insisto:il livello culturale di un ufficio pubblico è bassissimo.

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              #56
              x ul.varese

              Quindi tu dici che la situazione nel piccolo paese e quindi nel piccolo ufficio Ae di provincia sia meglio rispetto al grande centro tipo Milano dove si è sottoposti a grandi pressioni? O la situazione cambia poco? Nel piccolo paese l'ambiente di lavoro è migliore e sono più collaborativi e quindi disposti ad aiutarti e seguirti rispetto al grande?

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                #57
                ciao UL.VARESE. Su queste tematiche io ho scritto una tesi di laurea. In realtà bisognerebbe scrivere un'enciclopedia. E una volta scritta un'enciclopedia, bisognerebbe scrivere ancora e ancora. In questi 3 anni di enti locali ho visto di tutto e chissà quante altre cose vedrò negli anni a venire....sempre se continuerò a lavorare nella. p.a....molte volte infatti mi chiedo davvero "ma che senso ha tutto questo? che senso ha timbrare il cartellino? che senso ha prendere uno stipendio?" dopo che vedi delle nafendezze che farebbero rabbrividire chiunque. Io penso che, nel momento in cui un lavoratore "prende coscienza" del suo lavoro, allora lì...bisogna stare attenti perché io dico sempre "si valica la soglia" oltre la quale pochissimi (te lo assicuro) hanno il coraggio di andare. Io ho avuto il coraggio di varcare la soglia anche se ho solo 28 anni. Ti assicuro che sono una mosca bianca, più unica che rara. Conosco gente ormai pensionata che non ha avuto le palle come possiedo io. Ciò é molto significativo, dal momento che ho SOLO 3 anni di lavoro alle spalle. Io accetto sempre le sfide, l'illegalità non mi fa nessuna paura, non ho paura di ritorsioni. Il mobbing mi fa ridere. Io ho avuto il coraggio di dire a una persona che aveva provato in tutti i modi di fare mobbing, gli ho detto davanti a tutti sorridendo e denigrandolo: "devi rinnovare un pò il repertorio campione...l'unico vero modo per farmi mobbing é la tortura FISICA....tu hai il coraggio di torturarmi fisicamente? Credo proprio di no, sei un uomo senza palle". Dopo le mie parole i miei colleghi mi guardano da quel giorno come se fossi un alieno, nel senso che sono riuscito a far cagare sotto una persona potente, e sono rimasto impunito...non solo, ho ottenuto il rispetto anche dei miei peggiori nemici...le parole feriscono molto di più di un colpo di pistola alla testa, e questo é solo un piccolo esempio banale per farti capire che, nel nostro piccolo, possiamo sempre fare qualcosa per "smuovere le acque" anche se....ogni volta che leggiamo un libro sulla storia della p.a. sentiamo sopra di noi il peso della nostra impotenza

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                  #58
                  uffici piccoli e grandi

                  Federico,io parlo come cfl che a giugno compie 2 anni in un ufficio medio-grande come Varese che è direzione provinciale.Come prima sede avevo scelto Saronno ed ho conosciuto le cfl che ivi sono state assunte e probabilmente sono già funzionarie di ruolo non rimandate come me.In un ufficio piccolo gli obiettivi si fanno sentire di meno,si fa 'relativamente' più formazione,i capi sono meno in alto e si ergono meno sul piedistallo.A Saronno,dove l'area controllo è più ridotta e prevale l'area servizi,i cfl hanno fatto meno sportello che altrove perchè,essendo gli obiettivi meno forti,manca il coordinatore di sala,ossia l'unico capo team previsto in area servizi che,proprio perchè unico,antepone i propri obiettivi agli altri della stessa area.A Varese l'area controllo prevale nettamente sui servizi,ma essendo forti gli obiettivi l'area servizi è identificata con lo sportello.Se non si raggiungono 10 sportelli sparisce il coordinatore di sala e sia mai che una poltrona rimanga vuota e il relativo coordinamento vada al capo area che sta sopra.In nessun ufficio però si mostra ai cfl la direzione e segreteria,miraggio degli anziani che,fuori dalla logica di produttività, meritano un lavoro tranquillo lontano dal pubblico.Se vuoi fare il 'poliziotto in caserma',caro Federico,allora ti consiglio l'ufficio granderendi +fua,lavori meno,ma rischi di rimetterci l'auto e il rapporto col capo è + intenso.Se vuoi il quieto vivere l'ufficio piccolo.
                  Per AMGSPA:in ufficio si rischiano anche le torture fisiche,parlo come ragazza che in ufficio si è già presa un sacco di mani addosso, carezze imposte dai capi e una valanga di manatine dalle dolcissime colleghe.FOrse per te è diverso perchè sei un ragazzo,comunque le torture psicologiche hanno il loro peso perchè capi che ti blindano in stanza senza permetterti di parlare o fare pause e ti minacciano pesantemente alla fine ti torturano.Autorità e confidenze vanno di pari passoer sentito dire è impossibile entrare in un ambiente di lavoro senza palpatine varie.Il mio primo tutor il primo giorno mi chiese il bacino in viso,tutte le volte mi si appiccicava a un millimetro dalla sedia.Almeno me lo chiese perchè diversi altri capi mi imposero carezze senza chiedermelo,qualcuno dopo avermi appena minacciato.Le colleghe fanno la loro parte non da meno degli uomini:siccome'potrebbero essere tua madre' e'si è tra donne'cominciano a palparti le gambe per andare oltre.Mi sono presa un rimprovero dal direttore perchè mi sono allontanata da una collega che,di sua assoluta iniziativa,mi toccò il fondoschiena.Se i colleghi imparano a tenere le distanze lo fanno dopo averti messo alla prova per un bel po' con approcci vari.Non so se è il lavoro che rende così e questo è un modo per sfogare repressioni sopite e creare rapporti di forza...cambiamo discorso perchè in ufficio questo tasto è un tabù che non si può toccare(sono un'asociale per chi non ha capito).Stando a altri maltrattamenti ho già dovuto minacciare il 112 ma la punizione alla fine è di chi osa difendersi.

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                    #59
                    uffa a me nessuno mi tocca!!!!!!!!!!
                    Guarda che sul discorso grandi piccoli uffici ci sono diverse teoria , vi è che sostiene si lavori di pià nei piccoli essendovi meno personale che nei grandi . In ogni caso a me il lavoro non ha mai spaventato anzi e il quadro che fornisci non mi sembra per nulla veritiero

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                      #60
                      Originariamente inviato da ul.varese Visualizza il messaggio
                      Federico,io parlo come cfl che a giugno compie 2 anni in un ufficio medio-grande come Varese che è direzione provinciale.Come prima sede avevo scelto Saronno ed ho conosciuto le cfl che ivi sono state assunte e probabilmente sono già funzionarie di ruolo non rimandate come me.In un ufficio piccolo gli obiettivi si fanno sentire di meno,si fa 'relativamente' più formazione,i capi sono meno in alto e si ergono meno sul piedistallo.A Saronno,dove l'area controllo è più ridotta e prevale l'area servizi,i cfl hanno fatto meno sportello che altrove perchè,essendo gli obiettivi meno forti,manca il coordinatore di sala,ossia l'unico capo team previsto in area servizi che,proprio perchè unico,antepone i propri obiettivi agli altri della stessa area.A Varese l'area controllo prevale nettamente sui servizi,ma essendo forti gli obiettivi l'area servizi è identificata con lo sportello.Se non si raggiungono 10 sportelli sparisce il coordinatore di sala e sia mai che una poltrona rimanga vuota e il relativo coordinamento vada al capo area che sta sopra.In nessun ufficio però si mostra ai cfl la direzione e segreteria,miraggio degli anziani che,fuori dalla logica di produttività, meritano un lavoro tranquillo lontano dal pubblico.Se vuoi fare il 'poliziotto in caserma',caro Federico,allora ti consiglio l'ufficio granderendi +fua,lavori meno,ma rischi di rimetterci l'auto e il rapporto col capo è + intenso.Se vuoi il quieto vivere l'ufficio piccolo.
                      Per AMGSPA:in ufficio si rischiano anche le torture fisiche,parlo come ragazza che in ufficio si è già presa un sacco di mani addosso, carezze imposte dai capi e una valanga di manatine dalle dolcissime colleghe.FOrse per te è diverso perchè sei un ragazzo,comunque le torture psicologiche hanno il loro peso perchè capi che ti blindano in stanza senza permetterti di parlare o fare pause e ti minacciano pesantemente alla fine ti torturano.Autorità e confidenze vanno di pari passoer sentito dire è impossibile entrare in un ambiente di lavoro senza palpatine varie.Il mio primo tutor il primo giorno mi chiese il bacino in viso,tutte le volte mi si appiccicava a un millimetro dalla sedia.Almeno me lo chiese perchè diversi altri capi mi imposero carezze senza chiedermelo,qualcuno dopo avermi appena minacciato.Le colleghe fanno la loro parte non da meno degli uomini:siccome'potrebbero essere tua madre' e'si è tra donne'cominciano a palparti le gambe per andare oltre.Mi sono presa un rimprovero dal direttore perchè mi sono allontanata da una collega che,di sua assoluta iniziativa,mi toccò il fondoschiena.Se i colleghi imparano a tenere le distanze lo fanno dopo averti messo alla prova per un bel po' con approcci vari.Non so se è il lavoro che rende così e questo è un modo per sfogare repressioni sopite e creare rapporti di forza...cambiamo discorso perchè in ufficio questo tasto è un tabù che non si può toccare(sono un'asociale per chi non ha capito).Stando a altri maltrattamenti ho già dovuto minacciare il 112 ma la punizione alla fine è di chi osa difendersi.
                      elamadonna!
                      Se è vero quello che dici ci sono tutti gli estremi per una denuncia penale.
                      Cmq non è così dappertutto.
                      Certo, sono il primo a dire che l'agenzia delle entrate (come tutti gli enti pubblici del resto) non è l'ambiente ideale per la crescita professionale, senza contare poi tutti i contro (tipo l'uso della macchina privata, ecc.).
                      Ma tra il "bordello" che ci hai descritto tu e l'ambiente ideale con capi preparati gentili ecc. che ci ha descritto qualcun'altro con gli occhi evidentemente foderati di prosciutto, credo che la media stia nel mezzo, ovvero un ambiente di lavoro normalissimo come tanti se ne trovano.

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