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    In generale sole nero ha centrato il discorso. Entrando nello specifico, sperando di non essere troppo lungo, (sugli IAS e gli ISFR sono state scritte decine di manuali), si possono evidenziare tre cambiamenti principali introdotti dagli IAS:
    1) Fair value accounting. Mentre i principi contabili italiani sono fondati sull'iscrizione delle attività in base al costo di acquisizione, salvo specifiche deroghe, gli IAS propendono invece per la valutazione al fair value, ovvero ancorata al valore corrente o di mercato. Questa innovazione è in grado di produrre un impatto rilevante sul bilancio. Ad esempio, la voce "Avviamento" e, più in generale, le attività immateriali: entrambe le poste di bilancio non dovranno essere più ammortizzate in quote costanti su più periodi ma dovranno essere valutate alla fine di ogni esercizio con metodi prevalemtemente di natura finanziaria in relazione al loro valore effettivo.
    2) Prevalenza della sostanza sulla forma. Si tratta di un criterio già adottato in Italia ai fini fiscali, ancorché senza criteri specifici e uniformi. L'esempio emblematico è il leasing immobiliare, contratto per il quale i rischi della proprietà sono a carico del locatario il quae di norma procede a riscattare l'immobile. Con i principi contabili nazionale si procede semplicemente a registrare in conto economico i canoni maturati; viceversa, in base agli IAS, occorre iscrivere l'immobile all'attivo, e al passivo il debito residuo verso le società di leasing.
    3) Materialità dell'informazione. Gli IAS sono investor oriented e quindi prevedono che debbano essere fornite correttamente tutte le informazioni utili ai terzi investitori. Eventuali errori ed omissioni devono dunque essere "immateriali", cioè tali da non influenzare la decisione degli investitori stessi.

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      Grazie Gianl!

      Sei stato molto gentile. Che bello questo spazio del forum, permette davvero di confrontarsi. Raga, che dire, se non augurarvi ogni bene?? Noto che avete un bel livello di preparazione! Non vedo l'ora di arrivare al 9.10, ormai son uno zombie che cammina...e meno male che il mio è solo un lavoro part time!
      Giogiò

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        plafond IVA

        Originariamente inviato da FabioT Visualizza il messaggio
        Ragazzi qualcuno che gentilmente mi spiega cos'è il PLAFOND IVA?
        E le conseguenze fiscali del lavoro nero ( senza rimandarmi alle domande/risposte postate da Lisa, perchè li non ho capito nulla )

        GRAZIE GENTILISSIMI
        Gli esportatori abituali, per la natura stessa della loro attività, si trovano in costante credito IVA nei confronti del fisco.Pagano l'IVA ai loro fornitori, ma non possono scaricarla sui loro clienti (che, semmai, pagano l'IVA nel loro paese quando le merci arrivano alla dogana).
        Per evitare questa situazione che penalizza l'esportatore abituale, è previsto che egli possa acquistare dai propri fornitori in regime di non imponibiltà, entro un limite che costituisce il cosiddetto "plafond".Tale limite è dato dal volume di esportazioni dell'anno precedente (pari almeno al 10% del volume di affari, altrimenti il soggetto IVA non è considerato esportatore abituale dunque niente Plafond)che però siano state registrate.

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          Bravo bandecoro, non l'avevo capito nemmeno io sto plafond dalle domande di lisa (veramente astruse, ma la sottocapitalizzazione e le agevolazioni prima casa sono spiegate abbastanza bene).
          Quindi il plafond sarebbe semplicemente "un limite", che permette agli esportatori abituali, quindi coloro che trattano merci non imponibili, di acquistare dai loro fornitori in un regime di non imponibilità, in modo da evitare gli immensi crediti d'imposta. E questo limite è costituito dal volume d'affari dell'anno precedente, grazie!

          Ma lo stato non ci rimette in questo modo con i crediti d'imposta? Cioè, sono cessioni non imponibili, d'accordo, quindi al fornitore viene pagata un'iva non dovuta, ma questo sistema è per agevolare le esportazioni o cosa?
          Gabriele

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            plafond

            Il plafond non è costituito dal volume d'affari delle operazioni non imponibili ma dall'ammontare dell'IVA per la quale non si è potuta operare la rivalsa a causa della non imponibilità dell'operazione.
            Facciamo un esempio:
            su un volume d'affari totale di 100 abbiamo 60 di operazioni non imponibili. Nel momento stesso in cui non operiamo la rivalsa sul soggetto estero acquirente, ci troviamo a credito della relativa IVA pagata sugli acquisti che invece possiamo detrarre. Se l'IVA su 60 era del 20% avremo un credito d'imposta poniamo di 12. Quest'ultimo valore costituisce il plafond entro il quale possiamo effettuare operazioni non soggette ad IVA previo accordo con il fornitore attraverso le cosiddette LETTERE DI INTENTO.

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              Originariamente inviato da november77rain Visualizza il messaggio
              Il plafond non è costituito dal volume d'affari delle operazioni non imponibili ma dall'ammontare dell'IVA per la quale non si è potuta operare la rivalsa a causa della non imponibilità dell'operazione.
              Facciamo un esempio:
              su un volume d'affari totale di 100 abbiamo 60 di operazioni non imponibili. Nel momento stesso in cui non operiamo la rivalsa sul soggetto estero acquirente, ci troviamo a credito della relativa IVA pagata sugli acquisti che invece possiamo detrarre. Se l'IVA su 60 era del 20% avremo un credito d'imposta poniamo di 12. Quest'ultimo valore costituisce il plafond entro il quale possiamo effettuare operazioni non soggette ad IVA previo accordo con il fornitore attraverso le cosiddette LETTERE DI INTENTO.
              Mica l'ho capito sai.
              Chiariamo sto plafond, e le operazioni intracomunitarie invece di perderci in un bicchier d'acqua sulla discrezionalità.
              Gabriele

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                La qualifica di esportatore abituale si acquista quando almeno il 10% del volume di affari è costituito da esportazioni.Questo limite serve a sapere se uno è esportatore o meno, non a determinare il plafond.
                Se si è esportatori abituali, si può acquistare in regime di non imponibilità nei limiti del plafond,altrimenti no.
                Il plafond è dato dall'importo delle operazioni registrate (tramite fattura, anche a titolo di acconto)nel periodo di riferimento. Se durante lo scorso esercizio ho esportato per 100, potrò acquistare per 100 in regime di non imponibilità.Si fa riferimento alle scritture contabili e alla dichiuarazione IVA.
                L'acquisto in regime di non imponibilità avviene tramite lettera di intento in cui dico al fornitore:io sono esportatore abituale, non mi applicare l'IVA.

                Comuque,viste le domande, magari mi uscisse il plafond...per dire, io sono praticante commercialista, ma qui non ce la può nemmeno il Frizzera!'Ste cose le sapevo, ma ad un livello molto molto generale....

                Qua finisco come Lino Banfi che va a fare il concorso...porca puttena maledetta!!!

                P.S.:Lo scopo del plafond è quello di impedire che gli esportatori abituali si trovino, in quanto tali, in una condizione di svantaggio competitivo nei confronti di coloro che esportatori non sono.
                Ultima modifica di bandecoro; 04-09-2007, 22:58.

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                  Sto impazzendo: quali sono i metodi di ponderazione? Sul mio libro di statistica non ve ne è traccia...

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                    Io ho fatto quattro cagate di statistica, me le farò bastare, non je la guanto più.
                    Gabriele

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                      Originariamente inviato da Gabriele Visualizza il messaggio
                      Io ho fatto quattro cagate di statistica, me le farò bastare, non je la guanto più.
                      Gabri tu sai sempre come tirarmi su di morale...

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                      Sto operando...
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