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Pessima esperienza con Progetto Lavoro di Milano

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    Pessima esperienza con Progetto Lavoro di Milano

    Vi racconto i FATTI.


    Vengo contattato da un addetto alla selezione del personale di Progetto Lavoro.Ci accordiamo per vederci il giorno dopo alle11,00 per un colloquio.
    La persona mi dice che mi manderà una mail come memorandum.Torno a casa e leggo che nella mail inviatami da Progetto Lavoro c'è scritto "come da accordi telefonici Le rammento l'appuntamento di domani delle ore 12.00" Come ore 12.00? Ma non avevamo detto le 11.00?


    Avrà sbagliato nello digitare oppure sta cambiando l'ora del colloquio?Gli telefono e lui sembra sorpreso dalla mia chiamata. "Chissà cosa vorrà...eppure sono stato molto chiaro..." avrà pensato.
    Gli spiego il motivo della mia telefonata e lui dice "No, mi sono reso conto che alle 11.00 mi viene male e ho spostato l'appuntamento per le 12.00..."


    Forse non ha capito che per fissare un appuntamento bisogna essere in due...e tutti e due dobbiamo concordare sulla data, l'orario e il luogo dell'incontro.Lui invece lo sposta a suo piacimento unilateralmente mettendomi di fronte al fatto compiuto.Non gli viene in mente minimamente l'idea di chiamarmi, di spiegarmi la situazione e di verificare la mia disponibilità per le 12.00.E se io non fossi disponibile alle 12.00? Ma soprattutto mi spieghi perchè alimenti la confusione scivendo nella mail "come da accordi telefonici" quando sai benissimo che gli accordi telefonici erano tutt'altra cosa?


    Mi reco all'appuntamento.All'ingresso c'è una signora/signorina che senza alzare gli occhi dal suo pc (chissà che pratiche di enorme importanza aveva fra le mani...) mi ricolge uno svogliato "dicaaaa..." Le dico chi sono e per che cosa sono venuto.Mi dice di accomodarmi.Poi evidentemente si dimentica di me.Infatti passano i minuti e non mi annuncia al selezionatore del personale.Il quale quindi non sa che io sono già là, nella sala attesa. E infatti lo sento dire "ora ti mando un tipo che ci era piaciuto".Allude al fatto che mesi prima avevo fatto un colloquio (di due ore e mezza con 3 persone diverse più test psicologico e test al pc).Alla fine non ero stato scelto per quella posizione lavorativa ma evidentemente avevo fatto una buona impressione.Dopo aver detto "ora ti mando un tipo che ci era piaciuto" aggiunge con qualche risolino infantile " non so se ti piacerà anche in quel senso..." (in effetti con lui ci avevo parlato solo al telefono e quindi non poteva conoscere il mio aspetto fisico).Dopo questa felice battuta (esempio di indiscussa professionalità) il prestigioso selezionatore si gira e diventa rosso in viso: mi ha visto lì e ha capito che avevo sentito tutto e aveva fatto una gaffe...


    Sorvolo su altri fatti (che pure mi hanno lasciato non poco perplesso) e vado subito al nocciolo: la (pseudo) formazione.
    Ho fatto tanti lavori e sempre mi sono trovato di fronte a una situazione come questa: il corso di formazione si svolge in un aula apposita, con uno schermo sul quale vengono proiettate slides o lo schermo del pc del formatore.Chi deve essere formato sta su un banco (dove può prendere appunti) e ha di regola un pc (a testa) a sua disposizione dove può prendere confidenza con gli applicativi, svolgere esercizi per impratichirsi, ecc.
    Noi invece siamo in mezzo agli operatori call center! Questi ultimi ovviamente stanno lavorando e quindi potete immaginarvi un'ottantina di persone in una sala tutte che parlano allo stesso momento....Quindi non c'è alcuna sala chiusa e riservata per la formazione.Difficile concentrarsi con questo baccano.Non solo...Nello scegliere la posizione dove stabilirci ci viene detto espressamente "andate lì, così date meno fastidio a chi lavora..."Già, peccato che lo scopo della nostra presenza sia quello di imparare e non quello di dare il minor fastidio possibile a chi lavora.Ma la formatrice non è d'accordo e parla con un filo di voce per non disturbare i colleghi che ci circondano davanti, dietro, a sinistra e a destra.C'è un unico computer per cinque persone (la formatrice e i 4 neo-assunti).La visuale non è il massimo poichè ci sono di mezzo le sedie di ognuno di noi che si scontrano fra di loro non è possibile avvicinarsi più di tanto allo schermo del pc.Ma soprattutto i software utilizzati contengono una miriade di piccolissime icone che è impossibile distinguere l'una dall'altra a quella distanza.Lo stare in posizione innaturale per ore fa sorgere in noi dolori a schiena e gambe e crea difficoltà nel prendere appunti (anche perchè la formatrice parla con un ritmo vertiginoso che ricorda il Mentana dei vecchi tempi).Non c'è modo di farle capire che nello scrivere siamo necessariamente più lenti rispetto a lei che parla e che quindi, se vuole che noi prendiamo appunti deve rallentare.In realtà si interrompe spessissimo ma non nei momenti giusti per darci modo di prender appunti ma perchè viene chiamata in continuazione da colleghi più anziani: dalla collega che a tutti i costi le vuol far provare il nuovo succo di frutta al Kiwi (e alla quale lei risponde che dubita che sia Kiwi visto il colore) alle numerose altre colleghe che le chiedono aiuto nel gestire casi ai quali stanno lavorando.Così spesso si deve alzare e torna dopo qualche minuto.
    La formazione non può non risentire di queste continue interruzioni.Le rivolgiamo numerose domande (come è naturale) per capire meglio e chiarire dei dubbi ma lei, pur essendo esteriormente educata, interiormente è distaccata o con la mente altrove.O ti risponde non capendo che le hai chiesto un'altra cosa, o ti guarda come a dire "ma davvero non hai capito? Sei ritardato?" e ti dà una risposta ancor più rapida e succinta della spiegazione che non avevi capito.In generale è ovvio che la sua forma mentis non è "io sono quà in veste di formatrice.Devo parlare con persone non hanno mai svolto questo lavoro, partono da zero.Devo fare in modo che, lentamente, capiscano qual'è il nostro lavoro, di cosa ci occupiamo, cosa ci si aspetta da loro, qual'è il gergo che utlizziamo, il significato di alcuni termini tecnici, ecc".No, la sua forma mentis è questa "che palle! Non ho nessuna voglia di fare la formazione a questi estranei...voglio tornare a parlare con le mie vecchie colleghe con le quali mi trovo bene.Ora ripeto la pappardella in fretta e furia e se non capiscono affaracci loro..." (continua...)

    #2
    (continua...) All'inizio io cerco comunque di interromperla e chiederle delle sacrosante delucidazioni su aspetti che le dà per scontato. Ad es. "pdr","evp" "clt" e "Ft" non è così ovvio che siano abbreviazioni per piano di rientro, evidenza di pagamento, cliente e fattura. Nè è ovvio che "br" e "F2" stiano rispettivamente per bolletta residenziale e bolletta interessi.Eppure queste informazioni dobbiamo strappargliele con le pinze perchè a lei non viene in mente che sia opportuno darcene spiegazione...Oppure ci viene detto che noi non ci occupiamo del "mercato vincolato"senza fare nemmeno un cenno su cosa sia il mercato vincolato...Lo stesso vale per termini come PDR, POD ecc.Sono termini dei quali si può avere anche una certa conoscenza generica. Ma se tu sei l'esperto al quale si rivolge un cliente, non puoi limitarti ad avere una conoscenza superficiale.Devi saperne di più dell'uomo della strada.Altrimenti perchè il cliente si prende la briga di chiamarti?Non solo devi strappare le informazioni vergognandoti quasi come se fossi un ladro ma sicuramente non vieni spronato a fare altre domande.Anche gli altri "formandi"all'inizio chiedono chiarimenti ma poi il numero delle domande dimuisce fino a cessare del tutto.Ciò è dovuto al non voler dare l'impressione di essere dei cretini e anche perchè ci si accorge che le domande da fare sono talmente tante che in pratica si dovrebbe ammettere di non aver capito praticamente niente della "mitragliata verbale" alla quale la formatrice ci ha sottoposti.
    Quanto alla velocità con la quale la formatrice si muove fra i vari applicativi, penso che anche colleghi "anziani" avrebbero difficoltà a seguirla.


    In generale la formazione sembra improvvisata.Uno dovrebbe dare prima delle indicazioni generali sul committente (nel nostro caso una nota azienda nel settore energetico) poi spiegare a grandi linee di cosa ci occupiamo (per dare una visione di insieme) e poi andare sempre più nel dettaglio.Invece non ci è stato nemmeno detto qual'è il commitente!Solo indirettamente abbiamo capito che si trattava di Edison...Ha poca utilità dire "vado lì, clicco quì, scrivo così..." se poi non sai COSA stai facendo.Lo scopo della formazione dovrebbe essere quello di rendere i formandi autonomi.Ma perchè ciò avvenga è necessario che venga loro trasmessa la ratio che sta dietro a una procedura.Altrimenti, se si elencano una serie interminabile di procedure senza che se ne comprenda il senso, una volta formati non si diventerà mai autonomi.Infatti ogniqualvolta ci si trovi di fronte a un caso diverso da quelli memorizzati, ci si vedrà costretti a chiedere aiuto a un supervisore.
    La gestione delle pause è di difficile comprensione: dopo una tirata dalle 9.00 alle 12.00 facciamo un quarto d'ora di intervallo tra le 12.00 e le 12.15 per poi fare 1 ora di pausa dalle 13.00 alle 14.00. Mah!
    Durante una delle numerose interruzioni, vista l'assenza momentanea della formatrice, smanettando sul pc, vediamo una possibile soluzione alle nostre perplessità. Esiste qualcosa di scritto: un manuale della varie procedure.Evidentemente qualcuno ha capito la necessità di un tale manuale che ci consentirebbe tra l'altro di ripassare una volta a casa, di far luce su alcuni appunti presi di fretta e furia e che ora ci sembrano oscuri, ecc.Ne chiediamo più volte una copia ma invano.Pensando che il dover effettuare 4 stampe di un manuale di 120 pagine circa sia l'ostacolo che si frappone fra il manuale e noi, suggerisco la possibilità di inviarcelo via mail.La formatrice risponde esaustivamente alla mia richiesta: "No." In questo modo lei ha liquidato la faccenda e il pensiero che con questa risposta il nostro problema rimane tale e quale non la sfiora minimamente (probabilmente mentre le facevo la domanda stava pensando ai prossimi saldi da H&M...)


    Il primo giorno si conclude così.Le perplessità di noi formandi sono alleviate dalla constatazione che è solo il primo giorno, che nei giorni successivi la grande mole di cose viste in fretta e furia sarà oggetto di un ripasso e approfondimento, ecc.D'altronde ci è stato detto che la formazione durerà 5 giorni o almeno 4.Ma il giorno dopo ci aspetta un doccia gelida! All'inizio con avidità approfittiamo della disponibilità di una formatrice diversa da quella del giorno precedente che subito si dimostra disponibile a chiarire i nostri dubbi e ci fa fare degli esercizi al pc.Sembra tutto perfetto ma dura solo mezz'ora: poi torniamo nelle mani della formatrice del giorno precedente.Uno sguardo tra il terrore e lo scoraggiato compare nei volti dei miei colleghi (e probabilmente anche nel mio!).Con enorme velocità andiamo avanti nel programma con la stessa metodologia e gli stessi (pessimi) risultati di ieri.Poi l'inaspettato: "Alle 14.00 prendete le telefonate..." Come???? Ho capito bene? Sì ho capito bene purtroppo.Il concetto viene ribadito più volte dal responsabile e dalla formatrice.Ma la formazione non doveva durare 5 o almeno 4 giorni? Sino a lunedì mattina alle 8.59 non ho mai sentito parlare di questo lavoro e il martedì alle 14.00 sono un esperto in grado di rispondere con competenza al cliente che è attaccato a una macchina salvavita e che teme di venire disalimentato o al datore di lavoro che teme che venga staccata la luce mettendo in ginocchio i suoi dipendenti e l'azienda stessa, questo giusto per fare due esempi...Non penso che Edison sarebbe contenta che la commessa viene gestita così da Progetto Lavoro...
    In pausa pranzo ne discuto coi 3 colleghi che seguono con me il pesudo-corso di formazione.Siamo allibiti.Due di loro, per loro fortuna hanno già svolto lo stesso identico lavoro presso un altro call center e quindi, sebbene non si sentano per niente pronti, comunque sono riusciuti a seguire la formatrice in misura maggiore rispetto alla mia.Io e un'altra collega invece siamo completamente all'inizio rispetto a questo lavoro e non abbiamo mai avuto a che fare con questi applicativi.Io decido di andarmene.La collega rimane, turandosi il naso, sulla base della condivisibile argomentazione "in questo momento non c'è niente di meglio sul mercato del lavoro".
    Io ho già lavorato per anni come operatore call center (in realtà più serie per fortuna).Non sono abituato a chiudere il telefono in faccia al cliente perchè non so cosa rispondergli o a inventarmi una risposta che lo faccia felice (anche se non è quella corretta) pur di levarmelo di torno o a dargli una risposta che non gli è comunque d'aiuto e non gli risolve il problema.La prospettiva di dover lavorare così per 8 ore al giorno mi ripugna. (continua...)

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      #3
      (continua...) Fin qui tutto sommato, niente di eclatante.Mi reco nella sede di Progetto Lavoro e con grande serenità comunico che ho deciso di dare le dimissioni.Dico con "grande serenità" perchè ho provato un nuovo lavoro e non mi sono trovato bene.Perciò essendo ancora in periodo di prova ho deciso di non proseguire questa esperienza.E' un mio diritto.Ma non ce l'ho con nessuno.Il responsabile e una delle due formatrici (quella che purtroppo ci ha seguito solo per la mezz'ora iniziale) mi hanno fatto una buona impressione e sono sicuramente persone serie.Anche dell'altra formatrice non mi sento di dire niente di negativo.Non posso sapere cosa le passa per la mente.Magari è svogliata o è ostile nei confronti dei nuovi (una collega ci ha detto che i "vecchi" fanno branco e rendono la vita difficile ai nuovi arrivati).Ma può essere benissimo che non sia portata per la formazione.Ci sono molti virtuosi del violino che sono dei pessimi didatti.
      Quindi senza alcuna vena polemica comunico la mia decisione a due addetti alla selezione (uno dei quali è la persona che mi aveva fissato e poi spostato l'appuntamento per il colloquio).Mi guardano come se mi avessero visto in diretta mentre dò una coltellata al papa.Mi chiedono spiegazioni e io inizialmente mi tengo sul vago.Come ho detto non voglio polemizare nè voglio che la formatrice si prenda una strigliata.Voglio solo dare le dimissioni.Dico che non mi sono trovato bene, che forse questo lavoro non fa per me.Ma a loro non basta e vogliono altre spiegazioni.Ma le loro domande non sono rivolte a scoprire eventuali carenze della formazione o a evidenziare altre lacune nella loro organizzazione in modo tale da porre rimedio per il futuro.No, sono domande con le quali, a priori hanno deciso che sono uno svitato e vogliono condurmi alla conclusione che sono io quello strano e che la mia decisione è immotivata.Allora spiego brevemente che ci era stato detto che la formazione sarebbe durata 4/5 giorni e non un giorno e mezzo; che la formazione si è svolta in una location inadeguata e che la formatrice andava troppo in fretta e dava troppe cose per scontato.Mentre parlo a uno dei due (quello che mi aveva scritto la mail priva di senso e che aveva fatto la gaffe) scappano dei risolini e delle occhiate di intesa con la collega che ovviamente ritiene che io non abbia colto.Cosa ci fosse da ridere non è facile capirlo...Comunque, visto che la riforma Fornero prevede che le dimissioni debbano essere convalidate dall'Ufficio per l'Impiego rimaniamo d'accordo che sarei ripassato oggi con la lettera di dimissioni convalidata.
      Oggi torno in via Lario.Il selezionatore gaffeur dai sorrisini isterici non c'è.C'è solo l'altra selezionatrice.E' agitata.Molto probabilmente dall'alto deve esserle arrivata una *****ata.E' evidente che se uno rinuncia a un lavoro full time, vicino a casa sua, dopo un giorno e mezzo e preferisce tornare disoccupato, vuol dire che nell'azienda c'è qualcosa che non và.E questo è ancor più vero se la persona in questione non è un pazzo (come hanno cercato di farmi passare) o uno scarto della società ma è quantomeno una persona normale come il sottoscritto: laureato in legge a pieni voti, che in passato ha svolto lavori più prestigiosi di quello di operatore call center offertomi da Progetto Lavoro e ha anche lavorato in call center (ma per una Banca e con il ben più conveniente contratto del credito...).Quindi la selezionatrice è agitata.Vuole condurre una specie di monologo nella quale mi porta dove vuole lei ma ovviamente non glielo consento.Cerca di indurmi a non dare le dimissioni dicendomi che la formatrice è stata rimproverata ("il supervisore l'ha ribaltata").Dovrei essere contento? Così se torno dovrò avere anche a che fare con una formatrice che mi odia perchè è stata *****ata "per colpa mia" (così lei penserebbe).Le spiego che sono varie le motivazioni che mi hanno spinto a questa decisione (le dimissioni).Ma lei mi interrompe infastidita. "mi sta parlando di una serie di cose non collegate fra loro..." ??? Certo che ti sto parlando di una serie di cose.Non si danno le dimissioni per un' unica cosa che non ti va giù.In tutti i lavori ci sono una o più cose che non ci piacciono ciononostante uno si tiene ben stretto il suo posto di lavoro.Se do le dimisisoni è perchè c'è un'infinità di cose che non vanno bene e che cercavo di elencarle.Ma a lei questo feedback non le interessa.Le è stato detto solo che deve convincermi a ripensarci e se la formazione fa schifo, se si viene lasciati allo sbaraglio, ecc. a lei non gliene frega niente...Per lei le cose possono rimanere benissimo così.Capisco che è inutile continuare quindi le ribadisco che dò le dimissioni, le lascio sul tavolo la lettera di dimissioni e il badge,Mi volto e, mentre mi rimetto il giubbotto, mi direziono verso l'uscita.Allora accade qualcosa di tragicomico: mentre me ne sto andando mi grida "quella è la porta"...Incredibile, sta cercando di convincermi che non son io che ho dato le dimissioni e che non seguito il suo consiglio di ripensarci, ma è lei che mi caccia!Non ci crede nemmeno lei...Mi ricorda un pò "La volpe e l'uva" la celebre favola di Esopo...Brutta cosa l'orgoglio femminile ferito...


      Ma non finisce quì.Ormai completamente nel pallone mi urla "lei non lavorerà più!".Al che verrebbe da risponderle citando Totò: "ma mi faccia il piacere...".A questa esaltata bisognerebbe spiegare che per sua sfortuna, Progetto Lavoro gestirà lo 0,01% dell'offerta di lavoro a Milano.Quindi la sua previsione sul mio futuro lavorativo è piuttosto azzardata.Dopo questa sua ultima uscita infelice ho chiuso la porta e quindi non ho più sentito la sia voce melodiosa.Non mi stupirei se avesse fatto seguire le sue esternazioni dal più classico "lei non sa chi sono io..."


      Concludendo, non mi piace fare di tutta l'erba un fascio e quindi non mi sento di condannare in toto Progetto Lavoro.Forse sono stato sfortunato e altre commesse vengono gestite meglio.Il responsabile della commessa Edison è persona seria.Purtroppo è occupatissimo e in due giorni ci avremo parlato massimo per 20 secondi.La formatrice che purtroppo ci ha seguito solo per mezz'ora entrambi i giorni era disponibile e attenta alle esigenze di noi formandi.L'altra formatrice nella migliore delle ipotesi non è adatta al ruolo.Le note più negative vengono dai due selezionatori che operano in sede.Un misto di mancanza di professionalità, presunzione, arroganza e maleducazione.Queste sono manchevolezze davvero difficili da perdonare specie in un periondo nel quale si trova a spasso parecchia gente in gamba che potrebbe svolgere il loro ruolo con maggiore professionalità.

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