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laurea in giurisprudenza. che serve?
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Anni di studio per la laurea affascinante, e poi crisi e malumori perchè non riesci a farci nulla.
1) Notaio?
2)Avvocato?
3)Magistrato?
4)Pubblici concorsi?
5)Imprenditoria?
Ma sono davvero tanti questi sbocchi, peccato che se li dovessimo analizzare uno per uno, non ci portano da nessuna parte.
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Porsi questa domanda, per chi ha finito, non ha più molto senso.
L'università italiana negli ultimi 10 anni è stata investita da profonde trasformazioni che, da sistema di élite quale era l'hanno trasformata in università di massa. Il numero chiuso si è rivelato una buffonata buona solo per scippare altri denari agli studenti (ovvero ai loro genitori) giacchè in diverse facoltà il numero degli iscritti è inferiore alla soglia programmata.
La facoltà di giurisprudenza ne è venuta fuori completamente travisata. Oggi funge da ottimo parcheggio per nullafacenti cronici (decisamente in maggioranza rispetto alla parte buona) che con un po' di buona volontà arriveranno comunque alla laurea, spesso senza sapere nulla né saper fare nulla. Il "naturale sbocco", ovvero la c.d. pratica forense è una giungla senza regole dove ci si spoglia di 200 anni di diritti, e talvolta pure della dignità, per arrivare a un esame farsa.
Sicuramente oggi, non consiglierei a nessun giovane (a meno che non voglia già continuare quanto fatto dai genitori o possa permettersi di vivere di rendite) questo tipo di percorso. Al pari di quanto avviene già con i corsi umanistici. Il settore è super-ultra-saturo e chi è veramente capace solo difficielmente emerge da tutte quella montagna di ... che lo ricopre.
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