Il pro rata patrimoniale è un nuovo strumento introdotto con la riforma fiscale per limitare la possibilità da parte del socio di finanziare direttamente la proprià società e incentivare,invece, la capitalizzazione diretta; infatti, a certe condizioni, gli interessi che la società paga ai soci, se oltrepassano certi limiti, non sono più deducibili.
<table border="0" align="center" width="90%" cellpadding="3" cellspacing="1"><tr><td class="SmallText">professore ha scritto ven, 24 marzo 2006 20:51</td></tr><tr><td class="quote">
Il pro rata patrimoniale è un nuovo strumento introdotto con la riforma fiscale per limitare la possibilità da parte del socio di finanziare direttamente la proprià società e incentivare,invece, la capitalizzazione diretta; infatti, a certe condizioni, gli interessi che la società paga ai soci, se oltrepassano certi limiti, non sono più deducibili.
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scusa ma...quello di cui tu parli è la c.d Thin capitalization (art. 98 TUIR)
Il pro rata ordinario, esisteva già prima della neo-riforma fiscale; esso non consente la dedcibilità piena degli interessi passivi in presenza di ricavi esenti; se controlli l'articolo 96 c'è scritto come calcolare questa quota.
Questo, in linea generale, il significato di questi due strumenti.
Ricordo inoltre che tali 2 articoli devono essere coordinati, nell'applicazione concreta della norma (prima l'art.97,dopo l'art.98 e infine l'art.96).
Se una società si ritrova con un valore di partecipazioni (con la caratteristica di essere esenti) pari a 1.300 e il patrimonio netto contabile della stessa società è pari a 800,allora dovrà applicare l'art.97 in questo modo:
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