I numeri dopo la riunione tra la Pubblica Istruzione e i sindacati
Pronto il piano-cattedre, i tecnici di via XX settembre resistono
Scuola, in arrivo 32.000 assunzioni
Ma è ancora duello con il Tesoro
di SALVO INTRAVAIA
ROMA - Trentaduemila assunzioni in ruolo nella scuola: 25 mila insegnanti e 7 mila Ata. Il dato è emerso dalla riunione, appena conclusa, fra governo e sindacati presso il ministero della Pubblica istruzione. In queste ore, sono in febbrile attesa della "lieta novella", o della "ferale notizia" oltre 350 mila precari iscritti nelle liste provinciali. Nella guerra di numeri fra viale Trastevere e via XX settembre (sede del ministero dell'Economia che deve autorizzare le assunzioni) il ministero della Pubblica istruzione conta di avvicinarsi il più possibile al contingente che fino a pochi mesi fa sembrava scontato. Poco più di 30 mila assunzioni a tempo indeterminato per il 2008/2009 costituiscono, infatti, metà dei 60 mila posti previsti per quest'anno dalla Finanziaria 2007 (50 mila docenti e 10 mila amministrativi, tecnici e ausiliari). Eventualità, ventilata anche dai tecnici di Palazzo della Minerva, che ha già scatenato mille polemiche politiche e tantissimi mugugni.
Paradossalmente, a mettere nei guai il ministro Fioroni è stata la buona, a giudicare dalle reazioni dei lavoratori, riforma delle pensioni varata dal governo Prodi a fine 2007. Che, rasserenando il clima infuocato innescato dalla precedente riforma (Maroni), ha convinto molti docenti già in possesso dei requisiti per passare la mano a restare ancora in cattedra per qualche anno. Lo scorso mese di gennaio, il numero di insegnanti che ha presentato istanza per andare in pensione si è fermato a 18 mila unità. L'anno precedente, per paura del cosiddetto gradone che proprio dal primo gennaio 2008 avrebbe innalzato di botto l'età pensionabile da 57 a 60 anni, hanno preferito "fare spazio ai più giovani" in 42 mila. Nel 2007 le 50 mila assunzioni furono, così, agevolate dall'esodo dei docenti. Nel 2008 i posti vacanti su cui il ministero della Pubblica istruzione può effettuare le immissioni in ruolo si sono assottigliati.
Alle 24 mila cattedre vacanti occorre sommare i 18 mila pensionamenti e i 5 mila posti in più previsti dalla stabilizzazione del sostegno approvata dalla Finanziaria 2008. Ma occorre anche decurtare il taglio di 11 mila cattedre previsto dalla stesse legge di bilancio: 6 mila cattedre in organico di diritto e 5 mila a settembre. I posti realmente disponibili per le immissioni in ruolo degli insegnanti sarebbero, dunque, circa 36 mila. Per i non docenti (collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e assistenti di laboratorio) non ci sarebbero problemi visto che attualmente i posti vacanti sono oltre 60 mila. Il ministero della Pubblica istruzione ha predisposto un piano di assunzioni più ampio possibile che deve ottenere il benestare del ministero dell'Economia.
E sono proprio i tecnici di via XX settembre che, al momento, non intendono aprire i cordoni della borsa. I sindacati dopo la riunione di questa mattina si sono rivolti direttamente al presidente del Consiglio, Romano Prodi, e al governo per uscire dall'impasse. Nei giorni scorsi la Flc Cgil e parte della Sinistra si sono scagliati contro Padoa-Schioppa e lo stesso Fioroni, che da indiscrezioni di fonte sindacale non considera affatto chiusa la partita.
(da "la Repubblica" 8 aprile 2008)
Pronto il piano-cattedre, i tecnici di via XX settembre resistono
Scuola, in arrivo 32.000 assunzioni
Ma è ancora duello con il Tesoro
di SALVO INTRAVAIA
ROMA - Trentaduemila assunzioni in ruolo nella scuola: 25 mila insegnanti e 7 mila Ata. Il dato è emerso dalla riunione, appena conclusa, fra governo e sindacati presso il ministero della Pubblica istruzione. In queste ore, sono in febbrile attesa della "lieta novella", o della "ferale notizia" oltre 350 mila precari iscritti nelle liste provinciali. Nella guerra di numeri fra viale Trastevere e via XX settembre (sede del ministero dell'Economia che deve autorizzare le assunzioni) il ministero della Pubblica istruzione conta di avvicinarsi il più possibile al contingente che fino a pochi mesi fa sembrava scontato. Poco più di 30 mila assunzioni a tempo indeterminato per il 2008/2009 costituiscono, infatti, metà dei 60 mila posti previsti per quest'anno dalla Finanziaria 2007 (50 mila docenti e 10 mila amministrativi, tecnici e ausiliari). Eventualità, ventilata anche dai tecnici di Palazzo della Minerva, che ha già scatenato mille polemiche politiche e tantissimi mugugni.
Paradossalmente, a mettere nei guai il ministro Fioroni è stata la buona, a giudicare dalle reazioni dei lavoratori, riforma delle pensioni varata dal governo Prodi a fine 2007. Che, rasserenando il clima infuocato innescato dalla precedente riforma (Maroni), ha convinto molti docenti già in possesso dei requisiti per passare la mano a restare ancora in cattedra per qualche anno. Lo scorso mese di gennaio, il numero di insegnanti che ha presentato istanza per andare in pensione si è fermato a 18 mila unità. L'anno precedente, per paura del cosiddetto gradone che proprio dal primo gennaio 2008 avrebbe innalzato di botto l'età pensionabile da 57 a 60 anni, hanno preferito "fare spazio ai più giovani" in 42 mila. Nel 2007 le 50 mila assunzioni furono, così, agevolate dall'esodo dei docenti. Nel 2008 i posti vacanti su cui il ministero della Pubblica istruzione può effettuare le immissioni in ruolo si sono assottigliati.
Alle 24 mila cattedre vacanti occorre sommare i 18 mila pensionamenti e i 5 mila posti in più previsti dalla stabilizzazione del sostegno approvata dalla Finanziaria 2008. Ma occorre anche decurtare il taglio di 11 mila cattedre previsto dalla stesse legge di bilancio: 6 mila cattedre in organico di diritto e 5 mila a settembre. I posti realmente disponibili per le immissioni in ruolo degli insegnanti sarebbero, dunque, circa 36 mila. Per i non docenti (collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e assistenti di laboratorio) non ci sarebbero problemi visto che attualmente i posti vacanti sono oltre 60 mila. Il ministero della Pubblica istruzione ha predisposto un piano di assunzioni più ampio possibile che deve ottenere il benestare del ministero dell'Economia.
E sono proprio i tecnici di via XX settembre che, al momento, non intendono aprire i cordoni della borsa. I sindacati dopo la riunione di questa mattina si sono rivolti direttamente al presidente del Consiglio, Romano Prodi, e al governo per uscire dall'impasse. Nei giorni scorsi la Flc Cgil e parte della Sinistra si sono scagliati contro Padoa-Schioppa e lo stesso Fioroni, che da indiscrezioni di fonte sindacale non considera affatto chiusa la partita.
(da "la Repubblica" 8 aprile 2008)
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