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Manifestazione Nazionale Vincitori non assunti

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    Manifestazione Nazionale Vincitori non assunti

    Comitato - XXVII Ottobre
    Mercoledì 27 ottobre 2010 alle ore 11.00
    Roma, Piazza di Montecitorio

    Comitato di coordinamento per gli aderenti alla manifestazione nazionale di tutti i vincitori ed idonei di concorso
    NON ASSUNTI!!!


    Chi sono i vincitori\idonei di concorso “NON ASSUNTI”?

    Senza falsa modestia possiamo definirli la più assurda forma di disoccupati che un Paese sia mai riuscito a partorire.
    Sono ragazzi e ragazze che hanno VINTO un concorso pubblico ed attendono da un tempo assurdamente lungo di essere assunti.

    Perché non li assumono ?

    La motivazione è il cd. “Blocco del turn over”, o “limitazione del turn over”, che in Italia, oramai, viene reiterato a varie riprese da quasi 15 anni e che è stato riconfermato, ed esteso temporalmente, con la recente manovra finanziaria.

    Quanti sono ?

    Secondo l’ultima stima, pubblicata nel 2007 dal quotidiano il Sole24ore e ripresa dal quotidiano L’Unità, sono circa 70.000 le persone che hanno vinto in Italia un concorso pubblico e sono ancora in attesa di essere assunti.
    Una waterloo sociale che copre tutte le amministrazioni – ministeri, sanità, enti locali, scuola, enti previdenziali, amministrazioni provinciali e comunali, forze armate, enti di ricerca….

    I vincitori di concorso hanno acquisito un Diritto a lavorare nella Pubblica Amministrazione sancito dall’Articolo 97 della Nostra Costituzione e devono avere il riconoscimento di quanto ottenuto a fronte di enormi sacrifici, sia personali che economici. Devono ottenere quanto meritato sul campo.


    Per questi motivi abbiamo deciso di indire una manifestazione nazionale di tutti i vincitori ed idonei di concorso non assunti. La manifestazione si svolgerà il giorno 27 ottobre p.v. alle ore 11, in Piazza di Montecitorio a Roma.

    L’invito che Vi rivolgiamo è quello di avere una Vs presenza in piazza il giorno dell’evento. Riteniamo che sia un’ottima opportunità per aprire un confronto franco e diretto con tutte le persone che, purtroppo, vivono quotidianamente questa assurda realtà.



    Per contatti:
    manifestazione2010@libero.it
    comitatoXXVIIottobre@gmail.com
    Cell. 347-3902858

    Gruppo Facebook: Comitato - XXVII Ottobre - (Manifestazione Nazionale 2010)

    http://www.facebook.com/group.php?gid=144793375560298

    #2
    ma secondo voi: dopo tutti i precari nella scuola che sono stati letteralmente SBATTUTI fuori, e che stanno lottando ancora oggi per RIAVERE il loro meritato posto, pensate davvero di risolvere qualcosa???
    La vedo dura...però dai tentar non nuoce!!!

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      #3
      ... c'è chi dice che i vincitori di concorso non abbiano nessun diritto all'assunzione, bensì una mera aspettativa legittima...
      Cons. Stato, sez. V, 19/03/2001, n.1632
      TAR Lazio sent. n. 7029/2005

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        #4
        Riportiamo l'articolo apparso oggi sul quotidiano Terra a firma del Capogruppo PD della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, On. Cesare Damiano:

        Quello scandalo dei vincitori senza lavoro

        Dopo il concorso, nulla. Tra le anomalie del nostro paese, quella che riguarda i cosiddetti “vincitori di concorsi pubblici non assunti”, supera i limiti dell’assurdo. A oltre 70mila persone è negato il posto di lavoro cui hanno diritto, senza che il governo muova un dito. E’ un’offesa alla Costituzione, che prevede che agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si acceda mediante concorso, e al buonsenso, specie in tempi come questi di gravissima crisi occupazionale.
        La vicenda è tanto semplice quanto incredibile. Decine di migliaia di persone, per lo più giovani, pur avendo vinto un concorso, non possono accedere al posto. Le istituzioni che hanno emesso il bando (ministeri, comuni, province, regioni, etc…), dopo aver pubblicato le graduatorie, continuano a rimandare la loro immissione in ruolo. Con buona pace per i sacrifici, anche economici, sostenuti.
        L’attesa, che riguarda tutti i comparti della Pubblica amministrazione, è di diversi mesi. Spesso, addirittura, di anni. Per molti al danno si aggiunge anche la beffa. Come è il caso di 404 vincitori di concorso dell’Inail. Il loro decreto di assunzione, atteso da anni e pubblicato sulla G.U. 148 del 28.06.2010, ha autorizzato l’Ente ad assumere solamente 25 unità - un misero 6% -. Non solo. Gli ex precari che, partecipando da esterni, hanno vinto il concorso - oltre a non essere immessi in ruolo – si vedono negare dall’amministrazione di provenienza anche l’assunzione con contratto a termine, proprio perché ormai virtualmente titolari di un posto fisso. E intanto restano concretamente disoccupati.
        All’origine di questa situazione, l’applicazione delle diverse norme sul blocco delle assunzioni finalizzate al contenimento della spesa pubblica, introdotte in questi ultimi anni dal governo. Norme sempre più restrittive che non tengono conto dei diritti acquisiti dalle persone e dei sempre maggiori compiti attribuiti – è il caso dell’Inail – agli enti pubblici. E che finiscono col creare uno stato di paralisi dalle conseguenze sconcertanti.
        In base alla legge, le amministrazioni pubbliche per far fronte alle carenze d’organico possono infatti bandire concorsi e reclutare nuovo personale rispettando precise tabelle fissate dalla legge. Quella legge però deve sottostare a un’altra norma, introdotta da Tremonti nel luglio 2009, che ha previsto un ulteriore blocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni dopo che già una norma del 2008, aveva inserito il divieto di procedere ad assunzioni in mancanza di riduzioni degli assetti organizzativi. Il blocco, in verità, è stato rimosso nel dicembre 2009. Alle amministrazioni che hanno provveduto a riorganizzare i propri uffici attraverso un ridimensionamento degli organici, è stata data la possibilità di riprendere ad assumere. A condizione, però, che tutto avvenisse entro il 30 giugno 2010.
        In altri termini, scarsissime possibilità di manovra. Così chi non è stato assunto entro il 30 giugno, a breve non avrà prospettive. E in attesa di tempi migliori resta senza lavoro. Intanto però si continuano a bandire concorsi. E la pubblicazione delle graduatorie crea nuovi disoccupati. Come se non bastassero le decine di migliaia di precari, dipendenti dei diversi enti pubblici e della scuola, che con le ultime manovre economiche vedono le possibilità di rinnovo del loro contratto appeso a un filo.
        E’ una situazione intollerabile che va risolta al più presto, nell’interesse dei singoli e della stessa pubblica amministrazione. Per questo, alcuni parlamentari del Partito democratico, oltre a chi scrive, hanno da tempo presentato un’interrogazione ai ministri della Funzione pubblica e del Lavoro. Sarà inoltre importante aderire alla manifestazione organizzata per il 27 ottobre in piazza di Monte Citorio, dal Comitato XXVII ottobre che difende i “vincitori di concorsi pubblici non assunti”. Non si possono ledere i diritti individuali. Non si può, in nome del pur necessario rigore finanziario, continuare ad andare contro il buonsenso e contro i diritti dei lavoratori.



        Link: http://cesaredamiano.files.wordpress.com/2010/09/terra_15sett2010.pdf

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          #5
          Da L'Unità, 21 maggio 2010:

          L’esercito dei «cancellati»: hanno vinto il concorso ma non hanno il lavoro

          di Roberto Rossi

          Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge». Il terzo comma dell’articolo 97 della Costituzione italiana Floriane Messana ce l’ha stampato in testa. Per lei, che si è laureata in giurisprudenza a Palermo con il massimo dei voti a 23 anni, ricordarlo è un gioco da ragazzi. Vederlo applicato, invece, un muro invalicabile. Oggi Floriane ha 28 anni. Di concorsi ne ha già vinti due. Il primo, nel 2007, per un posto di funzionario amministrativo all’Inail. Il secondo, l’anno scorso, come collaboratore amministrativo presso il ministero dell’Interno. Quattordicesima in graduatoria, su ottanta posti disponibili, dopo aver superato quattro selezioni e battuto qualche migliaio di aspiranti statali.

          Due concorsi vinti, dunque, ma nessun posto di lavoro. Deve aspettare. Non solo lei. Come Floriane, in Italia ce ne sono parecchi. Tra province, regioni, enti di ricerca, enti pubblici non economici, comuni, ministeri e Asl, la conta è quasi impossibile. Una stima del 2007, uscita nelle pagine del Sole 24 Ore , parlava di 70mila. Oggi qualche cosa in più, come conferma anche il ministero della Funzione pubblica. Una piccola città. Per i cui abitanti non c’è posto. O, meglio, non c'è “il” posto. Che pure avrebbero vinto. Il blocco Per capire il perché ci si deve addentrare nella giungla normativa italiana. Fino al 2008 il reclutamento di personale nella pubblica amministrazione, almeno per i ministeri e gli enti non economici, era regolato dalle diverse Finanziarie che destinavano alle assunzioni un fondo globale (di solito 75 milioni di euro). Con quel denaro, visto che un lavoratore costa in media 35mila euro, era possibile fare oltre duemila assunzioni l’anno.

          Il fondo veniva calcolato considerando un turn over al 7%. Quindi se venivano assunte duemila unità significava che ne erano cessate quasi 30mila. La distribuzione delle assunzioni veniva fatta, però, in base al peso politico di ogni singolo ministero. La legge finanziaria 2007, confermata dal decreto 112 del 2008 (il “decreto Brunetta”), ha modificato le regole. Ha previsto, a decorrere dal 2008, un turn over più razionale per i ministeri e gli enti pubblici non economici. Anziché la costituzione di un fondo unico, ogni amministrazione si può calcolare un budget sul quale fare le assunzioni. Il calcolo è questo: nel 2008 si poteva assumere il 20% del personale cessato nel 2007, nel 2009 si poteva assumere il 10% del personale cessato nel 2008, nel 2010 e 2011 il 20% di quello cessato rispettivamente nel 2009 e 2010, mentre nel 2012 il 50% di quello cessato nel 2011, per arrivare, infine, al 100% del turn over nel 2013.

          Dunque, in base alla legge, le amministrazioni pubbliche centrali per coprire le carenze d’organico possono bandire concorsi e reclutare altro personale. In base a una tabella precisa, un turn over fissato per legge. E perché non si assume allora? Perché quella legge deve sottostare a un’altra norma. Voluta dal ministro Tremonti. E cioè quella (contenuta nel decreto n. 78 del 1 luglio 2009, convertito nella legge 102 il 3 agosto dello stesso anno) dove si dice, all’articolo 17, che le assunzioni sono subordinate «al conseguimento degli obiettivi di contenimento della spesa derivanti dall’adozione di piani di razionalizzazione degli Enti vigilati dalle pubbliche amministrazioni». Tradotto significa che, visto che mancano i soldi e lo Stato deve risparmiare, nonostante le leggi di riordino, non si fanno nuove assunzioni. A meno che i ministeri non razionalizzano riducendo le strutture dirigenziali e le dotazioni organiche del personale. Non basta il turn over, si deve tagliare di più.

          Finito qui? No. A complicare le cose una nuova norma: il “mille proroghe” del marzo del 2010. Si è in piena campagna elettorale e il Parlamento decide per che per i vincitori di concorsi si deve aprire una “finestra”. I ministeri e gli enti, si dice, possono di nuovo assumere, ma entro il 30 giugno 2010. Oltre quella data scatta di nuovo il blocco a meno che non si attui una nuova razionalizzazione di spesa che prevede il taglio del 10% del numero dei posti di dirigenti di seconda fascia e la riduzione dei non dirigenti del 10% “della relativa spesa”. Questa condizione, poi, è valida per tutti tranne che per tre ministeri: Lavoro, Salute e Giustizia. Per questi il blocco permane perché non hanno tagliato abbastanza nel corso degli anni precedenti. A partire dal 30 giugno, quindi, i ministeri virtuosi e previo un congruo numero di tagli, potranno fare nuove assunzioni. Ma è proprio così? No. Perché nel frattempo c’è la crisi e la manovra correttiva da 28 miliardi. Bloccheranno gli stipendi degli statali ed è difficile che si assuma se non con il contagocce.

          Eppure si continuano a fare i concorsi. Nell’arco del 2009, per quanto riguarda gli enti pubblici non economici e ministeri, sono stati autorizzati tre concorsi che copriranno i prossimi tre anni per altri 7.800 posti, di cui circa due quinti riservati agli interni. Questo senza contare quelli banditi dalle amministrazioni locali. Che andranno ad allungare la lista. Floriane e gli altri 70.000 dovranno ancora aspettare.


          L’esercito dei «cancellati»: hanno vinto il concorso ma non hanno il lavoro - Italia - l'Unità.it

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            #6
            Originariamente inviato da Concorsman Visualizza il messaggio
            ... c'è chi dice che i vincitori di concorso non abbiano nessun diritto all'assunzione, bensì una mera aspettativa legittima...
            Cons. Stato, sez. V, 19/03/2001, n.1632
            TAR Lazio sent. n. 7029/2005
            La giurisprudenza non è univoca. Anzi, alquanto controversa.
            Bisogna comunque distinguere la situazione di vincitori da quella degli idonei.
            I vincitori secondo Cass. n°3252/2003 se trattasi di concorso relativo a posto di pubblico impiego oggetto di privatizzazione, sono titolari di un diritto soggettivo, per i posti ancora in regime di pubblico impiego invece sono titolari di mero interesse legittimo.
            Gli idonei sono invece titolari di una mera aspettativa allo scorrimento della graduatoria essendo facoltà discrezionale dell'Amministrazione di scorrerla vedi CdS n° 5320/2006, ripresa ma in senso molto più restrittivo per la facoltà discrezionale della pa, da TAR Lazio n. 8743/2009 la quale prevede:

            Riassumendo, pertanto, in base alle disposizioni legislative vigenti, l’amministrazione, nel caso in cui il posto originariamente assegnato si fosse successivamente reso disponibile entro il periodo di validità della graduatoria, può assumere le seguenti decisioni:
            1. secondo la propria valutazione discrezionale, può decidere di non procedere alla copertura di tale posto;
            2. di procedere alla copertura del posto resosi disponibile, ma in questo caso attingendo obbligatoriamente il candidato dalla graduatoria in vigore.
            L’amministrazione non può, invece, indire un nuovo concorso, a meno che ritenga indispensabile un accertamento professionale o scientifico – anche in parte – diverso da quello svolto con il concorso concluso.
            tratto da nota a sentenza di Altalex
            Concorso pubblico, posti vacanti ed obbligo di scorrere la graduatoria

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              #7
              Originariamente inviato da bernardbear Visualizza il messaggio
              La giurisprudenza non è univoca. Anzi, alquanto controversa.
              Bisogna comunque distinguere la situazione di vincitori da quella degli idonei.
              I vincitori secondo Cass. n°3252/2003 se trattasi di concorso relativo a posto di pubblico impiego oggetto di privatizzazione, sono titolari di un diritto soggettivo, per i posti ancora in regime di pubblico impiego invece sono titolari di mero interesse legittimo.
              Gli idonei sono invece titolari di una mera aspettativa allo scorrimento della graduatoria essendo facoltà discrezionale dell'Amministrazione di scorrerla vedi CdS n° 5320/2006, ripresa ma in senso molto più restrittivo per la facoltà discrezionale della pa, da TAR Lazio n. 8743/2009 la quale prevede:
              tratto da nota a sentenza di Altalex
              Concorso pubblico, posti vacanti ed obbligo di scorrere la graduatoria
              Non arrendetevi!!!!

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                #8
                Comitato - XXVII Ottobre


                Piattaforma rivendicativa dei Vincitori ed Idonei di concorso non assunti


                in vista della manifestazione nazionale del 27 ottobre 2010



                Il blocco del turn over impedisce il ricambio generazionale

                La manovra Tremonti ha prorogato fino al 2013 un turn over limitato al 20%, un meccanismo che consente alla Pubblica Amministrazione di assumere solo il 20% del personale cessato, impedendo fino al 2014 un ricambio nel comparto pubblico.


                Chi svolgerà le funzioni della PA

                Non assumere persone competenti e qualificate impedisce alla PA di svolgere efficacemente le funzioni che è chiamata ad assolvere. L’assenza delle competenze necessarie favorisce il ricorso all’outsourcing del personale, oppure porta ad un assolvimento delle funzioni parziale e inefficace.


                Assumere personale qualificato significa ridurre i costi della PA

                Non trovare le risorse umane competenti all’interno della PA significa un aggravio dei costi della PA a carico del cittadino e una contemporanea riduzione dei servizi di cui può usufruire ognuno di noi.


                Si bloccano le assunzioni ma non i concorsi

                L’esigenza di contenere la spesa del comparto pubblico continua a dar vita paradossalmente al solo blocco delle assunzioni, mentre la costosa macchina dei concorsi (con le società esterne di consulenza, le commissioni, gli affitti delle sale ecc…) non conosce sosta.


                Si bandiscono nuovi concorsi a dispetto delle graduatorie vigenti

                Nonostante l'esistenza di graduatorie valide, stilate a seguito di regolari concorsi pubblici, le pubbliche amministrazioni spesso indicono nuovi concorsi senza ricorrere allo scorrimento delle stesse. Un evidente dispendio di risorse economiche e umane che non valorizza il ruolo delle graduatorie dei concorsi pubblici in contrasto con l'attuale tendenza della giurisprudenza.


                I pensionati d’oro della P.A.

                La Pubblica Amministrazione privilegia da tempo la riassunzione dei propri grands commis in pensione cui vengono attribuiti lauti contratti di “consulenza”, riducendo di fatto le risorse finanziarie da destinare ai vincitori dei concorsi. Una pratica che nasconde alcune contraddizioni costituzionali:

                - art. 97, c.1 “I pubblici uffici sono organizzati…. in modo che siano assicurati il buon andamento
                e l’imparzialità dell’amministrazione”;

                - art. 97, c.3 “Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante
                concorso…” (ma poi, come si è detto, vi si riaccede “ad personam”).


                Il concorso è diventato uno strumento elettorale

                L’iter farraginoso dei concorsi pubblici, che prevede un atto di autorizzazione a bandire e, a procedure concluse, un atto di autorizzazione ad assumere (che sempre più non viene dato), ha di fatto trasformato i concorsi pubblici in uno strumento elettorale. Sempre più l’autorizzazione a bandire viene rilasciata alle porte di una nuova tornata elettorale per poi trasferire l’onere delle assunzioni al governo che verrà.


                Non si scommette più sui giovani

                Il blocco delle assunzioni sta aggravando un problema già esistente da tempo nel comparto pubblico: l’età dei dipendenti. Con 47 anni di media, la Pubblica Amministrazione italiana è la più “vecchia” d’Europa, a dimostrazione di politiche che ormai da anni hanno smesso di dare spazio alle nuove generazioni, ipotecandone il futuro e con esso quello dell’intero Paese. I dati ISTAT sulla disoccupazione giovanile sono sempre più allarmanti, ma alle dichiarazioni di facciata dei politici non fa seguito alcuna iniziativa per contrastare tale fenomeno anzi, con misure come il blocco del turn over si aggrava la condizione economica e sociale delle nuove generazioni.


                Verso la prima manifestazione nazionale dei vincitori ed idonei di concorso non assunti

                Il 27 ottobre per la prima volta i vincitori ed idonei di concorso non assunti scenderanno in piazza per protestare contro le misure contenute nella Manovra Tremonti in materia di assunzione nella PA. Misure che compromettono le legittime aspettative di chi ha superato con merito complesse e lunghe selezioni pubbliche. Una manifestazione che mira anche a rivendicare il ruolo delle nuove generazioni in questo Paese.



                Le questioni prioritarie che rivendichiamo con la manifestazione del 27 ottobre sono:
                1. la modifica del blocco del turn over;
                2. l’immediata assunzione dei vincitori di concorsi pubblici;
                3. il giusto riconoscimento del merito e delle competenze dei vincitori di concorso;
                4. l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di coprire i propri fabbisogni di personale attingendo alle graduatorie dei concorsi pubblici ancora vigenti;
                5. la definizione all’interno degli stessi bandi dei tempi di assunzione dei vincitori all’interno della PA che bandisce il concorso;
                6. le future manovre finanziarie volte a ridurre la spesa pubblica attraverso il blocco delle assunzioni non potranno incidere sui concorsi già banditi (c.d. “diritto acquisito”), ma dovranno contenere eventuali limitazioni solo sul numero dei posti da mettere a concorso nella PA in relazione alle disponibilità organiche del momento.

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                  #9
                  mah leggendo le idee di base direi che non sono per nulla strambe anzi molto interessanti...ma mi chiedo: cui prodest? servirà a qualcosa??? qualcuno darà concretezza a questo???

                  non posso fare altro che augurarvelo!

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                    #10
                    Originariamente inviato da hinder Visualizza il messaggio
                    mah leggendo le idee di base direi che non sono per nulla strambe anzi molto interessanti...ma mi chiedo: cui prodest? servirà a qualcosa??? qualcuno darà concretezza a questo???

                    non posso fare altro che augurarvelo!
                    Cose concrete se ne possono fare.
                    Per esempio per obbligare la pa ad utilizzare le graduatorie dei concorsi, scorrendole in caso di bisogno di personale, in quel profilo, è già stato presentato un ddl al Senato, il ddl 2036 da parte del sen. D'Ambrosio Lettieri. http://www.senato.it/service/PDF/PDF...T/00472063.pdf
                    Si tratta di fare in modo che venga approvato. E' un piccolo passo, ma è pur sempre qualcosa.

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