FONTE:PoliziaMunicipale.it - Il portale di riferimento per la polizia locale
L'INCHESTAL'INCHESTAL'INCHESTAL'INCHESTAL'INCHESTA L'INCHESTA
Bufera sui vigili, dubbi su quattro ufficiali
Chiesti 30mila euro agli assunti. Il Comune scrive al pm:
«Dateci gli atti, incarichi extralavorativi da autorizzare»
BARI - Sarebbero quattro gli ufficiali della polizia municipale implicati nell’indagine della procura sui corsi di formazione per diventare vigile urbano. Dopo un esposto firmato, è partita l’inchiesta della magistratura su presunte lezioni che alcuni componenti del corpo della polizia municipale stanno impartendo in tutta la provincia di Bari, in vista del prossimo concorso per vigili urbani che potrebbe essere bandito per i primi mesi del nuovo anno.
Un giro d’affari che tocca punte di 30mila euro a persona: solo per iscriversi viene richiesta una cifra di 1.500 euro, ai quali poi si aggiungerebbero cifre fino appunto ai 30mila euro in caso di assunzione. Un mercato che però era già conosciuto alle forze dell’ordine. Tre anni fa infatti la magistratura ha aperto un’inchiesta nei confronti di un ufficiale della polizia municipale di Bari, ma residente in un comune limitrofo, che impartiva queste lezioni. L’inchiesta si concluse con un nulla di fatto perché tutti i componenti di quel corso di formazione dichiararono agli agenti che non avevano dato alcun soldo per seguire le lezioni. A distanza di tre anni, e proprio nel momento in cui si vocifera di un nuovo concorso per poter coprire gli agenti in pensione, si sarebbe riaperto il mercato dei corsi di formazione.
Il direttore generale del Comune, Vito Leccese, ha inviato una lettera al comandante della polizia municipale Stefano Donati e alla Procura della Repubblica. A Donati, Leccese ha chiesto di avviare un’indagine interna per verificare l’effettivo svolgimento di questi falsi corsi di formazione e di «rammentare ai suoi uomini che lo svolgimento di incarichi extralavorativi da parte di dipendenti di una pubblica amministrazione è vietato se non espressamente autorizzato dall’amministrazione di appartenenza». Alla Procura invece il direttore generale ha chiesto, laddove possibile, se non coperte da segreto istruttorio, informazioni in merito alla vicenda, al fine di valutare possibili azioni disciplinari da intraprendere nei confronti degli ufficiali e dei dipendenti dell’amministrazione coinvolti. Non si esclude il diretto licenziamento delle persone coinvolte. Sulla questione ieri sono intervenuti anche i sindacati. «Siamo davvero dispiaciuti del fatto che ancora una volta - spiegano Pino Gesmundo della Cgil e Pino De Laurentis della Cisl - si speculi sul bisogno di lavoro, soprattutto dei giovani. Speriamo che la magistratura faccia chiarezza su quanto sta accadendo, per garantire una maggiore trasparenza anche negli stessi concorsi».
L’inchiesta della magistratura non si ferma solamente ad accertare la presenza di questi corsi di formazione, che sarebbero quindi pagati a nero ed organizzati in casa degli ufficiali della polizia municipale coinvolti. Gli inquirenti stanno cercando di accertare eventuali collegamenti tra i corsi e l’effettiva assunzione dei ragazzi. Si sospetta infatti che gli ufficiali (alcuni sarebbero persino iscritti a sindacati autonomi o avrebbero creato associazioni ad hoc) possano in qualche maniera aver interferito sui risultati dei concorsi (avvantaggiando i loro "protetti") o sullo scorrimento della graduatoria.
27 agosto 2010
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Bufera sui vigili, dubbi su quattro ufficiali
Chiesti 30mila euro agli assunti. Il Comune scrive al pm:
«Dateci gli atti, incarichi extralavorativi da autorizzare»
BARI - Sarebbero quattro gli ufficiali della polizia municipale implicati nell’indagine della procura sui corsi di formazione per diventare vigile urbano. Dopo un esposto firmato, è partita l’inchiesta della magistratura su presunte lezioni che alcuni componenti del corpo della polizia municipale stanno impartendo in tutta la provincia di Bari, in vista del prossimo concorso per vigili urbani che potrebbe essere bandito per i primi mesi del nuovo anno.
Un giro d’affari che tocca punte di 30mila euro a persona: solo per iscriversi viene richiesta una cifra di 1.500 euro, ai quali poi si aggiungerebbero cifre fino appunto ai 30mila euro in caso di assunzione. Un mercato che però era già conosciuto alle forze dell’ordine. Tre anni fa infatti la magistratura ha aperto un’inchiesta nei confronti di un ufficiale della polizia municipale di Bari, ma residente in un comune limitrofo, che impartiva queste lezioni. L’inchiesta si concluse con un nulla di fatto perché tutti i componenti di quel corso di formazione dichiararono agli agenti che non avevano dato alcun soldo per seguire le lezioni. A distanza di tre anni, e proprio nel momento in cui si vocifera di un nuovo concorso per poter coprire gli agenti in pensione, si sarebbe riaperto il mercato dei corsi di formazione.
Il direttore generale del Comune, Vito Leccese, ha inviato una lettera al comandante della polizia municipale Stefano Donati e alla Procura della Repubblica. A Donati, Leccese ha chiesto di avviare un’indagine interna per verificare l’effettivo svolgimento di questi falsi corsi di formazione e di «rammentare ai suoi uomini che lo svolgimento di incarichi extralavorativi da parte di dipendenti di una pubblica amministrazione è vietato se non espressamente autorizzato dall’amministrazione di appartenenza». Alla Procura invece il direttore generale ha chiesto, laddove possibile, se non coperte da segreto istruttorio, informazioni in merito alla vicenda, al fine di valutare possibili azioni disciplinari da intraprendere nei confronti degli ufficiali e dei dipendenti dell’amministrazione coinvolti. Non si esclude il diretto licenziamento delle persone coinvolte. Sulla questione ieri sono intervenuti anche i sindacati. «Siamo davvero dispiaciuti del fatto che ancora una volta - spiegano Pino Gesmundo della Cgil e Pino De Laurentis della Cisl - si speculi sul bisogno di lavoro, soprattutto dei giovani. Speriamo che la magistratura faccia chiarezza su quanto sta accadendo, per garantire una maggiore trasparenza anche negli stessi concorsi».
L’inchiesta della magistratura non si ferma solamente ad accertare la presenza di questi corsi di formazione, che sarebbero quindi pagati a nero ed organizzati in casa degli ufficiali della polizia municipale coinvolti. Gli inquirenti stanno cercando di accertare eventuali collegamenti tra i corsi e l’effettiva assunzione dei ragazzi. Si sospetta infatti che gli ufficiali (alcuni sarebbero persino iscritti a sindacati autonomi o avrebbero creato associazioni ad hoc) possano in qualche maniera aver interferito sui risultati dei concorsi (avvantaggiando i loro "protetti") o sullo scorrimento della graduatoria.
27 agosto 2010
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