...potenti mezzi della prevenzione
fatti e misfatti della Finanziaria
Milano – giovedì, 09 marzo 2006
da Il Sole24Ore
Mercoledí 08 Marzo 2006
Lavoro, ispezioni low cost
MILANO - Contrastare il lavoro nero? Prevenire gli infortuni sul lavoro? La politica ne ha fatto una bandiera, ma a giudicare dai fatti forse più a colpi di slogan che con misure concrete.
Sotto la scure dei tagli alla spesa pubblica sono finite le risorse per le ispezioni e i controlli. Riduzioni pesanti che stanno pregiudicando l'attività delle direzioni regionali del lavoro e riducendo drasticamente gli interventi.
A Rieti l'ufficio provinciale si è visto staccare la luce perché non aveva i soldi per pagare la bolletta. Una vicenda analoga è accaduta a Frosinone, in questo caso però in extremis la bolletta è stata pagata seppur con dieci mesi di ritardo. Fino ad arrivare all'episodio paradossale (si veda il documento a fianco) in cui il responsabile dell'area conflitti di lavoro di una direzione provinciale ha scritto alle organizzazioni sindacali chiedendone la collaborazione. La circostanza riguarda le procedure legate «al tentativo obbligatorio di conciliazione» fissato dalle legge nel caso di controversie tra un'impresa e i suoi dipendenti. Questo tentativo deve essere appunto svolto dalle direzioni provinciali del lavoro. «Dal momento che - chiede il funzionario - dobbiamo ridurre al massimo ogni voce di spesa» tra cui anche quelle postali, potrebbe il sindacato «farsi carico di avvisare» i lavoratori «della data e dell'ora di convocazione»?
Passi il principio di collaborazione tra le istituzioni, ma perché il sindacato dovrebbe far fronte alle mancanze dell'amministrazione statale? E poi con quale autorità le organizzazioni sindacali possono notificare un atto pubblico? Tutta colpa dei tagli introdotti dalla legge finanziaria che ha eliminato l'indennità di trasferta per gli ispettori del lavoro, ha ridimensionato del 40% le spesa per la funzionalità degli uffici pubblici e ha introdotto un meccanismo che in termini tecnici viene definito «irrigimento di un dodicesimo».
Ovvero:fatto cento il budget destinato a una singola amministrazione, questa non può spendere più di un dodicesimo di questa cifra. Il primo passaggio è più un segnale politico che di sostanza, dato che l'indennità di trasferta degli ispettori dipendenti dal Welfare ammontava a 86 centesimi all'ora. Mentre sono le riduzioni alla spesa, le misure che invece stanno avendo i contraccolpi maggiori.
Provvedimenti denunciati dal sindacato ma soprattutto messi nero su bianco dallo stesso ministero del Welfare nel documento di programmazione dell'attività ispettiva per il 2006. Se mancano cioè i soldi per l'indennità di uscita e mancano anche quelli per coprire le spese di trasferta, dalla benzina fino al biglietto della metropolitana, allora sarà meglio «privilegiare gli accertamenti nell'ambito di ciascun capoluogo di provincia». E ancora: «si sottolinea l'esigenza di intensificare, sempre nell'ambito cittadino, l'attività di vigilanza nel settore edile».
Come a dire: lavorate pure in centro a Milano o a Roma, ma guai ad avventurarsi fino a Sesto San Giovanni o fino ad Ostia. Soprattutto guai ad improvvisare: perché non solo le ispezioni devono svolgersi entro un certo perimetro ma nel settore edile devono avere anche un calendario prestabilito.
«Gli interventi mirati - spiega sempre il documento del Welfare - si vilupperanno in quattro periodi di due settimane, ciascuno per ogni trimestre, che verranno individuati dalla direzione regionale del lavoro, e comunicati entro il mese di febbraio del 2006».
Un paradosso che sa si beffa se si considera che la stessa legge, che ha indicato i tagli, trecento commi dopo chiarisce che per i prossimi due anni gli ispettori alle dipendenze del ministero, ma anche dell'Inps e dell'Inail dovranno incrementare l'attività di contrasto al lavoro sommerso e irregolare in media del 20 per cento.E se i sindacati lanciano allarmi e si preparano a una mobilitazione nazionale per il 24 marzo, il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi dice che «questo è un esempio di come una norma generale può avere, in situazioni particolari, effetti negativi. Proprio nel momento in cui molto era stato fatto per rilanciare i servizi ispettivi». Il riferimento è al riordino del settore, avviato negli ultimi anni, ma anche all'assunzione di 860 nuovi ispettori, su un organico di 2.300, in deroga al blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione. «Siamo contenti - spiega Giuseppe Palumbo della Cgil - di questi nuovi ingressi, il problema è che non abbiamo le attrezzature da fornire loro: in molti uffici mancano addirittura le scrivanie».
SERENA UCCELLO
- Quattromila uomini per 4 milioni di imprese. Gli organici e i risultati dell'attività degli ispettori del lavoro.
Gli ispettori: complessivamente sono 4.635, di questi 2.300 dipendono dal ministero del Welfare, 1.900 dall'Inps e 435 dall'Inail. Se si calcola che il numero complessivo di imprese in Italia è di circa quattro milioni, sulla carta ogni ispettore dovrebbe controllare 900 aziende circa.
I risultati del 2005. L'Inps ha effettuato 134mila ispezioni, rilevato 104mila aziende irregolari, per un ammontare di un miliardo di euro di mancati contributi. L'Inail ha svolto 28.155 ispezioni, denunciato 21.005 aziende e registrato 98 milioni di "premi evasi", mentre tocca i 40 milioni la media delle sanzioni comminate dagli ispettori del Welfare.
La stime sul sommerso. L'Istat stima in più di 4 milioni i lavoratori in nero: da 16 a 18 miliardi le risorse sottratte ogni anno alle casse di Inps e Inail.
...............VIVA L'ITALIA!
fatti e misfatti della Finanziaria
Milano – giovedì, 09 marzo 2006
da Il Sole24Ore
Mercoledí 08 Marzo 2006
Lavoro, ispezioni low cost
MILANO - Contrastare il lavoro nero? Prevenire gli infortuni sul lavoro? La politica ne ha fatto una bandiera, ma a giudicare dai fatti forse più a colpi di slogan che con misure concrete.
Sotto la scure dei tagli alla spesa pubblica sono finite le risorse per le ispezioni e i controlli. Riduzioni pesanti che stanno pregiudicando l'attività delle direzioni regionali del lavoro e riducendo drasticamente gli interventi.
A Rieti l'ufficio provinciale si è visto staccare la luce perché non aveva i soldi per pagare la bolletta. Una vicenda analoga è accaduta a Frosinone, in questo caso però in extremis la bolletta è stata pagata seppur con dieci mesi di ritardo. Fino ad arrivare all'episodio paradossale (si veda il documento a fianco) in cui il responsabile dell'area conflitti di lavoro di una direzione provinciale ha scritto alle organizzazioni sindacali chiedendone la collaborazione. La circostanza riguarda le procedure legate «al tentativo obbligatorio di conciliazione» fissato dalle legge nel caso di controversie tra un'impresa e i suoi dipendenti. Questo tentativo deve essere appunto svolto dalle direzioni provinciali del lavoro. «Dal momento che - chiede il funzionario - dobbiamo ridurre al massimo ogni voce di spesa» tra cui anche quelle postali, potrebbe il sindacato «farsi carico di avvisare» i lavoratori «della data e dell'ora di convocazione»?
Passi il principio di collaborazione tra le istituzioni, ma perché il sindacato dovrebbe far fronte alle mancanze dell'amministrazione statale? E poi con quale autorità le organizzazioni sindacali possono notificare un atto pubblico? Tutta colpa dei tagli introdotti dalla legge finanziaria che ha eliminato l'indennità di trasferta per gli ispettori del lavoro, ha ridimensionato del 40% le spesa per la funzionalità degli uffici pubblici e ha introdotto un meccanismo che in termini tecnici viene definito «irrigimento di un dodicesimo».
Ovvero:fatto cento il budget destinato a una singola amministrazione, questa non può spendere più di un dodicesimo di questa cifra. Il primo passaggio è più un segnale politico che di sostanza, dato che l'indennità di trasferta degli ispettori dipendenti dal Welfare ammontava a 86 centesimi all'ora. Mentre sono le riduzioni alla spesa, le misure che invece stanno avendo i contraccolpi maggiori.
Provvedimenti denunciati dal sindacato ma soprattutto messi nero su bianco dallo stesso ministero del Welfare nel documento di programmazione dell'attività ispettiva per il 2006. Se mancano cioè i soldi per l'indennità di uscita e mancano anche quelli per coprire le spese di trasferta, dalla benzina fino al biglietto della metropolitana, allora sarà meglio «privilegiare gli accertamenti nell'ambito di ciascun capoluogo di provincia». E ancora: «si sottolinea l'esigenza di intensificare, sempre nell'ambito cittadino, l'attività di vigilanza nel settore edile».
Come a dire: lavorate pure in centro a Milano o a Roma, ma guai ad avventurarsi fino a Sesto San Giovanni o fino ad Ostia. Soprattutto guai ad improvvisare: perché non solo le ispezioni devono svolgersi entro un certo perimetro ma nel settore edile devono avere anche un calendario prestabilito.
«Gli interventi mirati - spiega sempre il documento del Welfare - si vilupperanno in quattro periodi di due settimane, ciascuno per ogni trimestre, che verranno individuati dalla direzione regionale del lavoro, e comunicati entro il mese di febbraio del 2006».
Un paradosso che sa si beffa se si considera che la stessa legge, che ha indicato i tagli, trecento commi dopo chiarisce che per i prossimi due anni gli ispettori alle dipendenze del ministero, ma anche dell'Inps e dell'Inail dovranno incrementare l'attività di contrasto al lavoro sommerso e irregolare in media del 20 per cento.E se i sindacati lanciano allarmi e si preparano a una mobilitazione nazionale per il 24 marzo, il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi dice che «questo è un esempio di come una norma generale può avere, in situazioni particolari, effetti negativi. Proprio nel momento in cui molto era stato fatto per rilanciare i servizi ispettivi». Il riferimento è al riordino del settore, avviato negli ultimi anni, ma anche all'assunzione di 860 nuovi ispettori, su un organico di 2.300, in deroga al blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione. «Siamo contenti - spiega Giuseppe Palumbo della Cgil - di questi nuovi ingressi, il problema è che non abbiamo le attrezzature da fornire loro: in molti uffici mancano addirittura le scrivanie».
SERENA UCCELLO
- Quattromila uomini per 4 milioni di imprese. Gli organici e i risultati dell'attività degli ispettori del lavoro.
Gli ispettori: complessivamente sono 4.635, di questi 2.300 dipendono dal ministero del Welfare, 1.900 dall'Inps e 435 dall'Inail. Se si calcola che il numero complessivo di imprese in Italia è di circa quattro milioni, sulla carta ogni ispettore dovrebbe controllare 900 aziende circa.
I risultati del 2005. L'Inps ha effettuato 134mila ispezioni, rilevato 104mila aziende irregolari, per un ammontare di un miliardo di euro di mancati contributi. L'Inail ha svolto 28.155 ispezioni, denunciato 21.005 aziende e registrato 98 milioni di "premi evasi", mentre tocca i 40 milioni la media delle sanzioni comminate dagli ispettori del Welfare.
La stime sul sommerso. L'Istat stima in più di 4 milioni i lavoratori in nero: da 16 a 18 miliardi le risorse sottratte ogni anno alle casse di Inps e Inail.
...............VIVA L'ITALIA!
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