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concorsi per dottorati (varie università e facoltà)

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    concorsi per dottorati (varie università e facoltà)

    Ma è vero ch eoccorre la raccomandazione per superarli? O sono solo "dicerie" e mi chiedo se qualcosa sia cambiato negli ultimi anni. Insomma provo o non provo? Raccolgo ogni esperienza e contributo.

    #2
    considerazioni ...

    Il genere la scelta del dottorando viene effettuata dal docente a cui il dottorando sarà destinato.

    Devi tenere in considerazione:
    - se la sede di dottorato raggruppa più atenei consorziati in genere si attua, con accordo tra i docenti del consiglio di dottorato, una rotazione tra posti disponibili e le sedi. Naturalmente per ogni sede verrà scelto un candidato proveniente da quella sede;
    - se non ci sono atenei consorziati, in ogni caso la rotazione si attua tra i docenti afferenti alle diverse discipline e naturalemente verrà scelto per ogni posto il candidato proposto dal docente cui andrà il dottorando;
    - in ogni caso ricorda che il concorso non è mirato a valutare la preparazione ma solo l'attitudine del candidato a svolgere attività di ricerca, quindi i criteri sono molto labili e la discrezionalità dei componenti della commissione è altissima;
    - devi valutare il rapporto posti/borse/candidati. In alcune discipline con ampi sbocchi lavorativi postlaurea e elevato numero di posti nel dottorato accade anche che ci siano più posti che candidati, il altre discipline la situazione è l'esatto opposto.
    - considera che da un po' di anni solo al 50% dei posti è garantita la borsa di studio, quindi naturalmente per questi posti la competizione è più elevanta che per quelli senza borsa.

    In ogni caso la procedura da seguire è la seguente:
    - informati su quali sono i docenti del consiglio di dottorato, e quindi se ci sono atenei consorziati e quali sono gli ambiti disciplinari nei quali verranno inseriti i dottorandi;
    - informati sul numero di borse e sulle possibilità di ottenere una borsa di studio esterna oltre a quella del concorso (di solito è facile ottenerla se il docente si impegna ad averla)
    - vai da uno dei docenti cui verrà assegnato il dottorando e proponiti per il posto, manifestati interessato elenca le tue capacità e il tuo curriculum uiversitario.
    Se il docente non ha altri candidati (ad esempio ha già chiesto ad un suo tesista di partecipare) si dimostra interessato e ti invita a fare domanda allora hai buone possibilità di passare il concorso (natruralmente ammesso che tu sia veramente una persona valida e non dimostri durante le prove del concorso di non essere all'altezza).
    Nessun docente scelglie un candidato che non conosce o che non si dimostra interessato alla materia qualunque sia la sua preparazione, a volte preferisce non prendere il dottorando rimandando all'anno successivo l'assegnazione in attesa di avere un candidato valido.
    Di solito il dottorando svolge alcuni compiti del docente, sgravandolo da alcuni impegni come l'ausilio alle attività didattiche (spesso oltre i limiti consentiti), la partecipazione alle attività di ricerca e spesso anche compiti burocratici, e quindi preferisce persone valide e volenterose a persone raccomandate.
    I raccomandati forti in ambito accademico non hanno bisogno del dottorato per vincere i concorsi da ricercatore/professore spesso invece del dottorato prendono direttamente gli assegni di ricerca (in questo caso partecipano al dottorato entrando come idonei non vincitori) tanto il dottorato non ti garantisce il proseguimento della carriera universitaria.

    Ti parlo per esperienza pregressa, ho passato un concorso di dottorato senza raccomandazioni, mi è solo stato proposto dal docente con cui avevo svolto l'attività di tesi in quanto era rimasto soddisfatto dal mio lavoro; mi ha sinceramente detto che quell'anno a lui non spettava la borsa che sarebbe andata a candidati di altri docenti e che poteva propormi per un posto senza borsa naturalmente promettendo di impegnarsi, naturalmente a fronte del mio impegno nelle attività di ricerca, a farmi avere una borsa esterna che ho poi ottenuto. Il numero di raccomandati che ho visto passare al concorso di dottorato negli anni seguenti è di 1 su 4, che poi corrisponde anche al numero di dottorandi che passeranno ricercatori ;-) (e naturalmente erano proprio loro).
    PS ricorda che al di fuori del mondo accademico il dottorato non ha alcun valore (a parte l'esiguo punteggio aggiuntivo in alcuni concorsi pubblici), anzi di solito chi ha conseguito il dottorato e non prosegue la carriera universitaria viene mal visto in quanto considerato uno scarto dell'università.
    Ricorda che a parte santi in paradiso la carriera del ricercatore è lunga faticosa e poco retribuita, 3 anni di dottorato a 850 euro mese, minimo altri 3 ma spesso di più con assegni di ricerca con uno stipendio da impiegato, dopo 10 anni forse diventi ricercatore e rischi di rimanerlo tutta la vita. Ho visto persone rimetteci la famiglia e buona parte della vita privata dedicandosi completamente con poco in cambio.
    Io finito il dottorato e con un contratto di ricerca in mano per altri 2 anni ho praticamente abbandonato il mondo univarsitario, non faceva per me, per dedicarmi ad altro.
    Comunque continuo a pentirmi soltanto di non aver lasciato gli studi terminate le scuole medie per andare a fare l'idraulico o l'elettricista come fatto da alcuni miei vecchi compagni che ora guadagnano veramente un sacco di soldi.
    Ultima modifica di p0p0v; 07-08-2009, 11:23.

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      #3
      la risposta precedente è molto esauriente....anche io sto facendo un dottorato e l'ho passato senza raccomandazioni, solo con il consiglio del mio docente.Molto difficile cmq se concorri per una borsa di studio..e molto dipende da ltipo di dottorato scelto

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        #4
        aggiungo solo, come piccola chiosa, che se il professore-supervisore in questione è prossimo alla pensione le cose si complicano ulteriormente...
        piuttosto, davvero i dottorati che lasciano l'accademia sono considerati negativamente, come "scarti dell'università"? urk, ahimè...

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          #5
          Originariamente inviato da aldhafera Visualizza il messaggio
          Ma è vero ch eoccorre la raccomandazione per superarli? O sono solo "dicerie" e mi chiedo se qualcosa sia cambiato negli ultimi anni. Insomma provo o non provo? Raccolgo ogni esperienza e contributo.
          bella domanda ,o ci proverei ...

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            #6
            ciao a tutti! mi rivolgo in particolar modo a chi ha già vissuto l'esperienza: credete che provare un concorso per dottorato a tre anni dalla fine dell'università, e in un ateneo diverso dal proprio (posto tutto ciò che è stato sopra detto) sia una pazzia in toto? Grazie

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              #7
              Originariamente inviato da sophia81 Visualizza il messaggio
              ciao a tutti! mi rivolgo in particolar modo a chi ha già vissuto l'esperienza: credete che provare un concorso per dottorato a tre anni dalla fine dell'università, e in un ateneo diverso dal proprio (posto tutto ciò che è stato sopra detto) sia una pazzia in toto? Grazie

              ciao! per quanto mi riguarda, esattamente 3 anni dalla fine dell'università, dopo una "pausa lavorativa", ho fatto il concorso, in un ateneo diverso. ammetto che non è stato semplicissimo, anche in seguito, soprattutto il fatto di "recuperare" rispetto alla freschezza dei colleghi che non avevano lasciato l'università (assegni di ricerca, master, ecc.).
              è stata un po' dura riprendere in mano mattoni di centinaia di pagine per un concorso che poteva andare a parare ovunque (discipline umanistiche), ma è andata, per cui mi sento di dirti che se ci tieni davvero tentalo, nulla è impossibile.
              per inciso, il fatto di aver "staccato" dall'università, cosa che all'inizio vivevo come un gap irrecuperabile, alla fine mi ha permesso di rimanere molto più coi piedi per terra in un ambiente spesso fagocitante quale quello accademico.
              in bocca al lupo qualsiasi cosa tu decida di fare!

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                #8
                Ciao a tutti. Sono una ragazza laureata in magistrale da sei mesi in storia dell'arte all'università la Sapienza di Roma. Vorrei intraprendere la carriera del dottorato e per questo ho già fatto domanda all'università di Tor Vergata non riuscendo però a passare per il colloquio orale. Ora voglio provare alla Sapienza e domandi devo andare a parlare con un prof con cui durante la laurea magistrale, ho pubblicato un articolo su una rivista d'arte online. Lui si è sempre dimostrato disponibile nei miei confronti ma dopo avergli mandato un'email per chiedergli se potevo andare al suo ricevimento per parlare della questione del dottorato, mi ha risposto dicendomi che dovrei andare a parlare con un altro prof che si occupa proprio dei dottorati come organizzatore. Però mi ha permesso comunque di andare al suo ricevimento domani per parlarne. Lui non è il mio prof relatore, quello è un altro con cui non voglio più avere nulla a che fare... non ha mai nutrito stima nei miei confronti (mi sono laureata con 110 solo perché partivo da 109, altrimenti fosse stato per lui non avrei avuto nulla). Il progetto che avevo presentato a Tor Vergata era su arte moderna e l'ho pensato tutto di testa mia senza appellarmi a nessun prof. Invece la tesi era su arte contemporanea. Spero non sia un problema, ma visto che la mia laurea è in storia dell'arte e odio le categorizzazioni, ho voluto provare. Leggendo poi qua e là nei forum ho letto che la raccomandazione di un prof è quasi fondamentale per entrare al dottorato e non so quanto questo prof possa aiutarmi in ciò. Vorrei provare a fare questo dottorato, oltre perché mi piace anche perché è uno dei modi per poter provare a fare concorsi come quelli del 500 esperti d'arte del Mibact uscito qualche mese fa. Richiedono dottorato, master o specializzazione. Visto che i master hanno prezzi proibitivi, la specializzazione sarebbero altre tasse per due anni, il dottorato sarebbe l'unico, se vincessi la borsa, che mi permetterebbe di mantenermi, senza così gravare suoi miei genitori che già hanno tanti problemi per conto loro. Grazie a chi mi risponderà.

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