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    25 Maggio 2015

    Dirigenti illegittimi. Sì ai motivi aggiunti

    La CTP di Campobasso segna un punto a favore dei contribuenti che hanno integrato i motivi di ricorso

    In caso di sottoscrizione dell’atto impugnato, da parte di un dirigente decaduto dopo la pronuncia d’incostituzionalità delle norme sulla nomina senza concorso dei dirigenti delle Agenzie fiscali, il contribuente può eccepire il difetto di sottoscrizione e di delega attraverso l’integrazione dei motivi di ricorso, ex art. 24, comma 4, del D.Lgs. 546/1992.

    È quanto emerge dalla sentenza n. 784/3/15 pubblicata il 21 maggio dalla Commissione Tributaria Provinciale di Campobasso.

    Una contribuente, dopo la pubblicazione dell’ormai nota sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale, ha dedotto come motivo aggiunto, ex art. 24, comma 4, D.Lgs. n. 546/92, l’illegittimità del conferimento dell’incarico al dirigente firmatario dell’atto impugnato.
    La resistente AdE ha sostenuto l’inammissibilità del motivo aggiunto, poiché non dedotto con il ricorso introduttivo, dunque rientrante tra le situazioni già consolidate, come tali intangibili per effetto dell’intervenuta decadenza dal termine per proporre ricorso.

    Ebbene, la CTP molisana ha ritenuto ammissibile lo strumento processuale utilizzato dalla ricorrente per far rilevare la nullità dell’atto in contestazione.

    In un passaggio delle motivazioni si legge: “Nella concreta fattispecie correttamente e tempestivamente – nel termine di giorni 60 dalla pubblicazione della sentenza della Consulta nella G.U. – la ricorrente ha utilizzato l’istituto dei motivi aggiunti, previsto dall’art. 24, comma 4, D.Lgs. n. 546/92 a tutela del diritto di difesa e del diritto a ricorrere contro gli atti della Pubblica Amministrazione (artt. 24 e 113 Cost.), a nulla rilevando che la testuale formulazione dell’art. 24 cit. limiti l’ammissibilità dei motivi aggiunti alla produzione in giudizio di documenti non conosciuti ad opera delle altre parti, poiché la interpretazione logico sistematica della norma induce a ritenere l’applicabilità dell’istituto predetto anche alla sopravvenuta illegittimità dell’atto impugnato ad opera della sentenza ex tunc della Corte Costituzionale (che è sentenza dichiarativa di illegittimità costituzionale di una norma che, dunque, deve ritenersi abrogata, e non già sentenza interpretativa)”.

    La sentenza della CTP di Campobasso, quindi, si schiera a favore di chi ha fatto rilevare l’illegittimità degli atti firmati da un dirigente decaduto, per effetto della sentenza n. 37/2015 della Corte Costituzionale, mediante l’integrazione dei motivi di ricorso; mentre la CTR della Lombardia (sentenza 2184 del 19 maggio 2015) ha sostenuto la rilevabilità, anche d’ufficio, in ogni stato e grado del processo della nullità dell’atto firmato da un dirigente decaduto, sicché il contribuente sarebbe ammesso a sollevare la questione in pubblica udienza (come avvenuto nel caso trattato dalla CTR meneghina) o con memoria illustrativa o nell’atto d’appello o, infine, nel ricorso per Cassazione.

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      Buongiorno!!!!!
      Ciao Rol!

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        Originariamente inviato da pierina Visualizza il messaggio
        Buongiorno!!!!!
        Ciao Rol!

        Ciao Pierina,
        Buongiorno a TE. :-)

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          E noi aspettiamo... e aspettiamo... e nel frattempo giochiamo

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            Originariamente inviato da pierina Visualizza il messaggio
            E noi aspettiamo... e aspettiamo... e nel frattempo giochiamo

            almeno quello....alla faccia loro ! tiè......:-))

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              https://www.youtube.com/watch?v=nbbQ-8P4RaQ

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                https://www.youtube.com/watch?v=vsZGdQ1z-HY

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                  Cucuuuuuuu? baaaaaaaaaaaa

                  http://www.ilfattoquotidiano.it/2015...irone/1720575/

                  Gli accertamenti hanno consentito di portare alla luce una galassia societaria costituita da cinquanta imprese con sede formale non in Italia e presenti in Lussemburgo, a Cipro, nel Principato di Monaco, a Madeira, in Francia ed in numerosi ‘paradisi fiscali’ oltreoceano (tra cui le Isole Vergini Britanniche e le Antille Olandesi), per lo più utilizzate dall’imprenditore, secondo la tesi della Procura, per l’intestazione di beni mobili ed immobili sia in Italia che all’estero – nella esclusiva disponibilità sua e dei familiari.
                  Una maxi frode alle casse dello Stato che i pm di Roma quantificano in circa 162 milioni di euro. L’indagine nel marzo del 2013 portò gli uomini della Guardia di Finanza ad effettuare sequestri per oltre 145 milioni di euro. L’inchiesta si era sviluppata su documentazioni che erano state sequestrate dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia e poi trasferite per competenza a Roma. La Guardia di finanza aveva ricostruito la catena delle società estere e facenti parte dalla holding nazionale a capo del Gruppo Acqua Marcia e Sca servizi contabili, amministrativi nella disponibilità di Caltagirone dietro la denominazione ‘The Ignazio Caltagirone Trust’ con sede a Malta.

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                    http://www.ilfattoquotidiano.it/2015...orale/1723713/

                    È uno spaccato di mafia, criminalità e miseria quello che viene fuori dall’ultima indagine del nucleo di Polizia valutaria della Guardia di finanza: agli arresti domiciliari sono finiti tre deputati regionali (due in carica e un ex) dal passato altisonante come Nino Dina, Franco Mineo e Roberto Clemente. I tre politici sono tutti accusati di corruzione elettorale .“Non è stato riconosciuto il voto di scambio politico-mafioso e l’agevolazione ai mafiosi, perché il giudice ha considerato che la legge attuale è più favorevole all’imputato” ha spiegato il procuratore aggiunto Vittorio Teresi.

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                      http://www.ilfattoquotidiano.it/2015...legge/1723857/


                      Il tribunale di Bologna ha respinto l'appello della Dda che chiedeva l'arresto dell'ex consigliere nell'ambito dell'inchiesta Aemilia sulla 'Ndrangheta. I giudici ritengono che il politico "abbia effettivamente promesso, e almeno in parte versato a un uomo oggi in carcere per associazione mafiosa l'importo complessivo di 50mila euro in cambio di un appoggio elettorale", ma dopo l'introduzione della "nuova normativa" le condotte devono essere qualificate come "corruzione elettorale"

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                      Sto operando...
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