Attualmente, in base ai criteri dell’OCSE, la Svizzera si trova ancora nella “fase 1” – assieme tra l’altro a Botswana, Libano o Panama – in cui figurano i paesi che non rispettano gli standard internazionali e che rischiano di finire sulla lista nera dei paradisi fiscali. Difatti, rispetto a quasi tutti gli altri paesi europei, la Svizzera aveva un certo ritardo nell’adozione delle nuove regole sull’assistenza amministrativa ad altri paesi e sulle misure di lotta al riciclaggio di denaro sporco. Nel 2014 le autorità svizzere hanno tuttavia compiuto diversi passi avanti. Dall’estate scorsa i clienti delle banche svizzere non vengono più informati in anticipo, in caso di trasmissione dei loro dati bancari al fisco di altri paesi nel quadro di una procedura normale di assistenza amministrativa. I proprietari di azioni al portatore non possono più rimanere anonimi e sono costretti a registrarsi. Scambio automatico dal 2018 La piazza finanziaria elvetica si è così adeguata alle esigenze del Forum globale. Gli esperti prevedono che, dopo l’esame del prossimo febbraio, la Svizzera sarà inserita nella “fase 2”, in cui si procede alla verifica dell’attuazione concreta della trasparenza fiscale e dell’assistenza amministrativa in base agli standard internazionali, elaborati dall’OCSE. La fine del segreto bancario 2009: in seguito alle pressioni dell’OCSE, il governo svizzero alleggerisce per la prima volta il segreto bancario. L’assistenza amministrativa viene garantita anche in caso di elusione fiscale, mentre prima era concessa solo per reati di frode fiscale. 2011: la Svizzera propone ad altri paesi un modello di accordi fiscale destinato a regolarizzare il passato e a riversare loro un imposta sugli utili da capitale, prelevata alla fonte. Questo modello viene abbandonato, dopo il rifiuto della Germania. 2013: il governo svizzero annuncia di voler partecipare in seno all’OCSE all’elaborazione di standard internazionali sullo scambio automatico d’informazioni, facendo valere proprie richieste. 2014: in luglio entra in vigore l’accordo FATCA, che pone di fatto fine al segreto bancario svizzero nei confronti degli Stati uniti. In ottobre quasi un centinaio di Stati decidono d’introdurre lo scambio automatico d’informazioni sugli averi bancari detenuti da clienti stranieri. 2015: il governo svizzero presenterà un progetto di legge in vista dell’introduzione dello scambio automatico d’informazioni a partire dal 2018. In questi ultimi due anni, però, gli standard dell’OCSE si sono ulteriormente sviluppati a grande velocità. Nell’ottobre scorso oltre 90 paesi si sono impegnati ad introdurre lo scambio automatico d’informazioni sugli averi bancari e a sopprimere in pratica il segreto bancario per i clienti stranieri. Una sessantina di paesi intendono introdurre lo scambio automatico d’informazioni dal 1° gennaio 2017, mentre un’altra trentina – tra cui la Svizzera – prevedono di compiere questo passo solo un anno dopo.
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