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Scandalo a busto arsizio negli uffici ae

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    Scandalo a busto arsizio negli uffici ae

    CIAO "FORUMISTI",
    DOPO UN LUNGO XIODO DI ASTINENZA SONO TORNATO!!!!!!!!

    E SUBITO MI METTO ALL'OPERA........ :-)

    HO BECCATO QUESTO COMUNICATO SUL SITO AE LOMBARDIA.

    QUALCUNO SA COSA E' SUCCESSO??????

    Indagini su dipendenti: massima collaborazione agli inquirenti dall'Agenzia delle Entrate

    L’Agenzia delle Entrate della Lombardia assicura la propria massima disponibilità verso gli inquirenti per far luce nelle indagini in corso su un funzionario dell’Ufficio di Busto Arsizio. Quello di vigilare sulla correttezza ed onestà dei propri dipendenti è, infatti, un tema di interesse cruciale per l’Agenzia.
    In particolare, l’Amministrazione finanziaria afferma che nei confronti dei funzionari infedeli saranno assunti, con la massima severità, tutti i provvedimenti contemplati dalla disciplina contrattuale che prevede anche il licenziamento del dipendente colto in flagranza di reato nel caso di convalida dell’arresto da parte del Giudice per le Indagini Preliminari.
    Milano, 21 aprile 2009


    FATEMI SAPE, CHE IL MOSSAD DEI TIROCINANTI TORNI A METTERSI ALL'OPERA!!!!!!!
    Ultima modifica di RATMAN1975; 06-05-2009, 11:31. Motivo: ERRORE DI BATTITURA

    #2
    Non sono un agente del citato Mossad , ma ad occhio e croce direi che qualcuno ha provato a cancellarsi o a cancellare dietro compenso qualche debituccio nei confronti dell'erario. Mi consola che non sia un tirocinante, visto che si parla di funzionari.

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      #3
      .

      Mi pare ci fossero dei problemi all'AE di Monza...

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        #4
        Altro scandalo a milano 1

        Dirigente dell’Agenzia delle Entrate arrestato per corruzione

        Violato il cervellone del fisco
        Nelle telefonate anche Maldini


        L’ex calciatore (non indagato) chiedeva notizie su un socio

        Paolo Maldini (Omega) MILANO — Un dirigente pubblico in «clamoroso conflit­to di interessi». Lavoro ufficia­le: «Direttore di sala dell’Agen­zia delle Entrate-Milano 1», ca­po team di tutti i dipendenti che hanno rapporti con il pub­blico. Lavoro meno ufficiale: «Titolare, di fatto, dello studio contabile CM Servizi Ammini­strativi Srl in via Manara a Mi­lano », proprio a fianco del Tri­bunale, dove «continua ad inte­ressarsi di pratiche di sgravio e correttive d’imposta nell’inte­resse dei propri clienti e colla­boratori ». Al punto che i micro­foni e le telecamere piazzate nel suo ufficio dal Nucleo pro­vinciale di Polizia tributaria della Guardia di Finanza lo col­gono mentre «utilizza l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate co­me vera e propria 'succursale' dello studio contabile e lì rice­ve, in orario di servizio, clienti e professionisti che da lui van­no a risolvere le loro pratiche contabili e fiscali».
        Con l’accusa di corruzione in relazione a provvedimenti di sgravio fiscale, operati con le credenziali informatiche de­gli operatori ma ritenuti illegit­timi dalla Procura, ieri il gip Gloria Gambitta ha arrestato Luciano Bressi, il quattordicesi­mo indagato di una indagine a tappe che il pm Paola Pirotta scrive «non sarebbe stato pos­sibile scoprire senza l’ausilio dell’apporto determinante del­le intercettazioni». Le stesse che il 30 marzo hanno consen­tito l’arresto in flagranza di due ispettrici dell’Agenzia del­le Entrate, sorprese a incassare 10mila euro da un commercia­lista. Bressi è stato arrestato an­che per accesso abusivo a siste­mi informatici, cioè all’Anagra­fe tributaria che consultava su richiesta di clienti e conoscen­ti. Tra essi, anche l’ex capitano del Milan, Paolo Maldini. Co­me racconta nell’interrogato­rio del 7 novembre 2008 un in­dagato ex dipendente del­l’Agenzia (Marco Olivieri), nel­la stanza di Bressi «a chiedere consiglio era un via vai di Cesa­re Maldini, Paolo Maldini, Wal­ter Zenga, Dj Ringo, personag­gi dello spettacolo. Bressi gesti­sce tutti gli interessi della fami­glia Maldini, tanto è vero che Cesare Maldini, quando è stato allenatore dell’Uruguay, nel 2002, è venuto in stanza a chie­dere consiglio di come far en­trare un milione di euro in Ita­lia e come tassarlo». Dal contesto delle varie tele­fonate, la Finanza ricava che «Paolo Maldini e sua moglie avrebbero un ruolo di soci fi­nanziatori in una società im­mobiliare di nuova costituzio­ne »; che «nel progetto embrio­nale » potrebbero entrare «altri soggetti vicini a Maldini, come i calciatori Christian Vieri e Kakà, nonché Davide Lippi, fi­glio dell’attuale c.t. della nazio­nale »; e che Maldini, «avendo con la moglie versato una quo­ta ingente di capitale, intende accertarsi della serietà delle persone coinvolte nell’opera­zione ». Il 28 gennaio 2009 la GdF ascolta questa telefonata:

        Bressi: «Dimmi pure».
        Paolo Maldini: «Volevo chie­derti... per quello che riguarda la società che abbiamo costitui­to con il bresciano... visto che si tratta comunque di... un im­pegno economico abbastan­za... ».
        Bressi: «...notevole».
        Maldini: «Sì... eh volevo fa­re una piccola verifica eh... fi­scale su Alessandro (Baresi, il socio, ndr)... nel senso se ha avuto problemi con la giustizia ad esempio o con il fisco... Giu­stizia posso chiedere a qual­cun altro, so già a chi chiede­re».
        Bressi: «Fisco vedo io».

        E lo fa. Per gli inquirenti, Maldini voleva appurare la se­rietà del suo socio, «e da qui di­scende la richiesta di svolgere su di lui accertamenti in ordi­ne alla sua posizione fiscale e giudiziaria»: comprensibile, «ma è fuor dubbio che la ri­chiesta sia stata operata utiliz­zando canali e modalità illeci­te ». Certo, le informazioni otte­nute si rivelano utili, tanto che «Maldini a quel punto decide di defilarsi dall’operazione». Ma resta un rischio, sino a og­gi evitato: la Procura, a propo­sito dei nomi di chi richiedeva notizie a Bressi, prefigura che «seguiranno al più presto le iscrizioni nel registro degli in­dagati ».

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          #5
          Mi sa che adesso "aggiorneranno" il bando, obbligandoci ad una quinta prova, a quiz, in cui verificare l'onestà e la propensione al crimine del candidato. ;p
          Ci sono cose che nessuna procedura selettiva potrà mai accertare e l'onestà è una di queste.
          Ma anche il "fare team" che doveva essere oggetto di valutazione, non può essere verificato col tirocinio. Infatti, finché uno in mala fede sa di essere in bilico, può fingere altruismo e disponibilità e figurare come il migliore nella capacità di "fare team"; salvo poi, firmato il contratto e decorsi i sei mesi di prova, diventare un solitario egoista.

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