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Domande Raccolte (71)

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    eh ok

    ma quali voli pindarici? la nozione di direct cost non parla di correlazione tra costi e ricavi. parla soltanto del tipo di costi inclusi nel prezzo

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      comunque

      mi sa che le domande opinabili erano un po troppe.

      prima quella sugli atti non definitivi che è altamente contestabile

      poi quella sulla rivalsa

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        questo articolo dovrebbe fugare ogni dubbio sul fatto che la risposta esatta era direct cost:

        La nozione di costi pieni (full costing) e di costi diretti (direct costing) è strettamente inerente all’attività produttiva o industriale, e riguarda solo indirettamente la contabilità generale.

        La rilevazione dei costi avviene per strati, con procedimenti extracontabili, fino a pervenire ai risultati globali secondo regole proprie di ogni settore produttivo o di azienda. A differenza delle rilevazioni di contabilità generale, quelle inerenti la contabilità industriale sono soggette a valutazioni soggettive. Tale affermazione si spiega con quanto verrà detto successivamente.

        Normalmente l’azienda crea un centro di costo, che può essere pensato come un contenitore nel quale confluiscono tutti i costi riguardanti l’opera o l’oggetto di rilevazione.

        Nel centro di costo confluiscono:

        a) i costi diretti (direct cost), e cioè quei costi che sono univocamente riferibili a quell’oggetto: per esempio la materia prima, la manodopera specifica.

        b) costo di produzione o industriale, e cioè il costo diretto al quale vengono aggiunti costi per imputazione (e cioè a calcolo) costituiti da spese generali del settore produttivo. Per esempio la manodopera accessoria, i consumi di forza motrice, materiali di consumo relativi all’oggetto, ecc.

        c) costo complessivo (full cost), e cioè il costo ottenuto sommando al precedente anche una quota di spese generali, secondo criteri valutativi di grande arbitrarietà. Tale configurazione comprende anche gli oneri tributari.

        d) costo economico tecnico, costituito dal full cost al quale si aggiungono le quote figurative del compenso all’imprenditore, e l’interesse sul capitale investito.

        Questa stratificazione si ottiene riclassificando i costi secondo il processo produttivo: è quindi un procedimento economico-contabile ma anche (e soprattutto) tecnico.

        I procedimenti per la riclassificazione della contabilità industriale possono essere molto complessi e devono tenere conto di numerosi elementi. Per questo la contabilità industriale costituisce un settore di studio specifico.

        I costi diretti vengono di solito determinati in base alle quantità di materie o servizi impiegati, e possono essere indirizzati a procedimenti di commessa, di processo, di lotto o altro.

        I costi indiretti vengono solutamente ripartiti (o stratificati) in base a criteri di proporzionalità. La base scelta per l’imputazione può essere unica o multipla.

        Per esempio, la manodopera accessoria, e cioè quella riguardante servizi comuni di produzione (trasporti, guardianaggio di stabilimento, ecc.) può essere imputata in base al costo diretto, o in base al quantitativo impiegato, oppure, con criterio misto, in base ad entrambi.

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          secondo me questo articolo non fuga alcun dubbio...resta da vedere il passaggio logico da imputazione dei costi ai prodotti ed il correlativo ricavo.
          Io ho risposto (temo di aver sbagliato) full costing.
          La risposta giusta penso sia il mark up

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            ===???

            Scausa un attimo, ma come era formulata esattamente la domanda? Io ricordo qualcosa che faceva riferimento alla causalità tra costi e ricavi. E che c'entra questo con quello che hai scritto?

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              Mark-Up: Margine Che Viene Sommato Ai Costi Di Produzione Per Determinare Un Prezzo Di Vendita Che Consenta La Realizzazione Di Un Profitto. Viene Espresso Come Percentuale Sul Costo.
              Alla faccia delle interpretazioni astruse. l'unica nozione che si basa sulla correlazione tra costi e ricavi è questa.
              E' poi vero che nel determinare il direct vi è anche un legame con i ricavi ma nella stessa misura in cui vi è anche nel full. Quindi paradossalmente sarebbero esatte sia direct chefull

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                allora guardate qui,si parla di mark uo ma non vedo attinenza diretta con la domanda del concorso:



                L’utilizzo del mark up nelle tecniche di vendita

                Dopo aver analizzato la tecnica di vendita del break even point, vediamo ora un altro importante metodo per vendere i propri prodotti sul mercato: il mark up.

                Si tratta in sostanza della semplicissima regola (che a livello pratico quasi tutti i piccoli imprenditori utilizzano) consistente nell’applicare una percentuale di margine (spesso chiamata di “ricarico”) al costo d’acquisto o di fabbricazione dei beni venduti, in modo tale da stabilire il prezzo finale cui questi stessi beni saranno venduti al consumatore. In formula quindi:

                costo d’acquisto (o di produzione) + mark up (in percentuale sul costo) = prezzo di vendita

                Es.: con un costo di € 100,00 ed un mark up del 20% avremo un prezzo di vendita di € 120,00.

                Il problema è quello di applicare il mark up al valore giusto, cioè a quello che si riesce a quantificare solo dopo un’attenta analisi economica di tutta la gestione d’impresa.
                Per arrivare a questo importo faremo riferimento d’ora in avanti ad un’impresa commerciale, ossia ad un’impresa che acquista e rivende i suoi prodotti senza necessità di una qualche forma di modifica o di intervento sui beni venduti. In questo caso parleremo più generalmente di “merce” venduta e conseguentemente non avremo il costo di fabbricazione (o industriale), sostituito dal costo di “intermediazione”.

                Per determinare con esattezza il valore di costo al quale sommare il mark up dobbiamo però premettere una breve spiegazione riguardante la distinzione tra costi diretti e indiretti ed un’altra spiegazione relativa alla “configurazione dei costi” d’impresa.

                Cominciamo dalla distinzione tra costi diretti e costi indiretti.

                I Costi diretti sono quei costi facilmente imputabili ai beni (merce) acquistati. L’esempio più calzante è quello del costo d’acquisto, che è un costo agevolmente determinabile (per es. dalla fattura) e agevolmente attribuibile ai prodotti interessati (la cui quantità è essa stessa indicata in fattura). In tal caso l’unica difficoltà che si potrebbe incontrare, dovendo ricavare il costo unitario dei prodotti commercializzati, è quella di dover preventivamente procedere a divisioni o altre operazioni per trasformare il costo totale della partita acquistata in quello del singolo bene, ma tale ripartizione non presenta certo particolari complessità.

                I costi indiretti sono invece quei costi non imputabili direttamente ai prodotti, perché inerenti spese generali, riguardanti cioè l’Azienda nel suo complesso. Esempio di costi indiretti sono i costi per interessi o per oneri tributari e le spese amministrative come quelle per le utenze (telefono, energia elettrica, etc…). In questo caso la ripartizione del costo per singola unità venduta è ben più complessa e può effettuarsi solo attraverso presunzioni e forfetizzazioni, che permettano di quantificare, utilizzando anche metodi statistici e matematici, il costo (indiretto) attribuibile al bene preso unitariamente.

                Passiamo adesso all’importante spiegazione della configurazione dei costi.
                Questa si fonda su una classificazione dei vari costi che l’imprenditore sostiene nella gestione, operata per natura funzionale delle spese.

                Si distinguono 4 grandi configurazioni o categorie di costi, sulla base appunto della funzione economica della spesa sostenuta:

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                  Io di organizzazione e contabilità ne so poche, ma questa domanda mi sembra sia di difficile comprensibilità.
                  Personalmente non riesco a leggere in nessuna delle 3 risposte una prova a totale favore o negazione delle altre. Ma parlo da inesperto del settore...
                  Gabriele

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                    ti sei dato la risposta da solo

                    il mark up è la differenza tra prezzo e il costo e determina il ricavo. Se non venisse applicato il mark up il prodotto verrebbe venduto a prezzo di costo. il full e direct sono procedimenti che precedono il mark up e hanno rilevanza soltanto per l'imputazione dei costi sul prodotto ossia per la determinazione del prezzo di costo unitario depurato del profitto.

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                      costo d’acquisto (o di produzione) + mark up (in percentuale sul costo) = prezzo di vendita

                      che vale a dire mark up - costo = ricavo

                      senza il mark up non vi sarebbe correlazione tra costo e ricavo in quanto non vi sarebbe profitto. E' il caso dei prezzi pubblici

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